Cos'è il gotico. Cosa sono, gli antichi Goti

Goti. Storia antica (prima del 376)

Poiché le tribù germaniche orientali, a cui appartengono i Goti, entrarono in contatto con i romani abbastanza tardi, la loro storia antica ci è nota solo da informazioni derivate dalla loro stessa tradizione, a volte indistinguibili dai racconti e dalle saghe eroiche germaniche. Lo storico ostrogoto Jordanes, le cui opere si basano sulla storia perduta dei Goti di Cassiodoro, chiama la dimora ancestrale dei Goti "l'isola di Skandza" (Jordan, Sull'origine e le gesta dei Getae, tradotto da E. Ch. Skrzhinskaya, San Pietroburgo 1997, 25. Inoltre - Giordania)). Allo stesso tempo, continuano ancora le dispute se quest'isola debba essere identificata con l'isola di Gotland o Jester e Westergotland (Jordan, 9. Cfr. anche Wenskus, S. 442ff. Cfr. Wagner, Getica, S. 214). Da questo paese in epoca precristiana, una parte significativa dei Goti si trasferì attraverso il Mar Baltico verso la regione della Vistola, sebbene alcuni di loro rimasero in Scandinavia: (Wenskus, S. 434). già all'inizio del VI secolo vi era una costante comunicazione tra gli Ostrogoti in Italia ei Goti scandinavi (Giordania, 24). Eventi simili - il reinsediamento di una parte dei Goti e l'insediamento di un'altra parte nell'ex area degli insediamenti - si ripeteranno più di una volta in futuro. Secondo le sepolture, l'arrivo dei Goti nella regione della Vistola dovrebbe essere attribuito al I secolo a.C. e. L'ex popolazione fu soggiogata o espulsa dalle loro terre. Intorno alla metà del II secolo d.C. e. i Goti volsero gli occhi a sud. La Giordania considera la sovrappopolazione la ragione principale. E questa volta rimase al suo posto un certo numero di Goti: da loro, a quanto pare, si formò una tribù di Gepidi (Wenskus, S. 469). La nuova migrazione, probabilmente tesa per lunghi anni, condusse i Goti nel sud della Russia, dove si trincerarono nell'area tra il Dnepr e il Don, (Giordania, 30 e segg.). sebbene i dati archeologici relativi a questo periodo siano di difficile interpretazione univoca (Thompson, S. 2).

Apparentemente, durante le migrazioni e l'insediamento su un vasto territorio, i legami tra le parti della tribù gotica un tempo unita si indebolirono (Schmidt, S. 197). Al tempo dell'imperatore Claudio II (268-270), compaiono per la prima volta le menzioni degli Ostrogoti e dei Visigoti come tribù separate (Wenskus, S. 472). Jordan crede che abbiano preso i loro nomi su base geografica. Tuttavia, molto probabilmente il primo componente della parola "Ostrogoti" deriva da *austra (splendente), e nel nome "Visigoti" va distinto l'indoeuropeo *uesu (buono), così che alla fine si può parlare di autonomi elogiativi. Pertanto, sarebbe più corretto parlare di Ostrogoti e Visigoti (Schmidt, S. 203). Tuttavia, seguiremo l'uso delle parole generalmente accettato. Per molti secoli rimasero stretti rapporti tra Ostrogoti e Visigoti. Le transizioni da una tribù all'altra, così come i matrimoni tra rappresentanti di queste due tribù, sono ripetutamente attestati. Pertanto, abbiamo tutto il diritto di parlare di due diverse nazionalità di una tribù gotica (Wenskus, S. 475).

Quando nell'impero romano negli anni '30 del III secolo. N. e. scoppiò una grave crisi, i Goti attraversarono il basso Danubio e devastarono le terre vicine (Schmidt, S. 203). Le incursioni cessarono solo quando i romani accettarono di pagare un tributo annuale ai Goti. Dopo la cessazione dei pagamenti, i Goti - questa volta insieme ad altre tribù germaniche orientali - attaccarono nuovamente l'impero (Giordania, 90 e segg.). Per diversi decenni le terre lungo il basso Danubio, così come l'intera penisola balcanica, rimasero teatro di feroci lotte. Una minaccia particolarmente grande per l'impero erano gli attacchi gotici all'Asia Minore, così come le campagne pirata che la tribù pontica dei Borani condusse con un significativo sostegno gotico e che causarono danni significativi a quasi tutta la costa orientale del Mar Mediterraneo. La posizione dell'impero migliorò solo dopo che l'imperatore Claudio II nel 269 inflisse una pesante sconfitta ai Goti a Nis. Sotto l'imperatore Aureliano, che sconfisse i Visigoti nel 271 in Tracia e Illiria, la pace tornò nelle terre danubiane; tuttavia, non da ultimo ciò fu facilitato dalla partenza dei romani dalla provincia della Dacia. Dopo che le guarnigioni, gli impiegati imperiali, l'aristocrazia e, probabilmente, una parte significativa della popolazione precedente furono ritirate sulla sponda meridionale del Danubio, i Goti occuparono le terre abbandonate senza combattere (C. Daicoviciu, La Transsylvanie dans l "antiquit , Bucarest 1945).A cavallo tra il III e il IV secolo d.C., i Goti abitavano un'area delimitata dal Danubio a sud, dall'Olt (affluente sinistro del Danubio) a ovest, e molto probabilmente dal Dniester a nord (Thompson, S. 4).Nel 322 fu concluso un trattato che conferiva ai Visigoti lo status di federati, secondo il quale si impegnavano, dietro compensi annuali, a difendere le frontiere dell'impero e a fornire unità militari per il servizio nella truppe (Stein, S. 198) Germani, poiché gli ausiliari goti durante il loro servizio dovettero familiarizzare con lo stile di vita romano.

Il fatto che dopo la conclusione del trattato nel 322, nelle fonti non compaia una sola menzione dei Visigoti per tre decenni e mezzo, parla di relazioni piuttosto amichevoli; tuttavia, a giudicare da varie prove indirette, il potere romano nelle terre di confine si indebolì notevolmente (Thompson, S. 13).

L'esodo dei Goti dalla Scandinavia sembra essere stato accompagnato da cambiamenti significativi nell'organizzazione della società (Wenskus, S. 467). Quindi, si dovrebbe presumere che già a quel tempo esistesse un certo sociale classe dirigente. La Giordania riferisce che la migrazione è avvenuta sotto il re Berig; quindi, l'esistenza di un'istituzione del potere regio, sacra nella sua origine, sembra innegabile. Poiché Tacito parla anche del potere e dell'autorità del re goto, l'attraversamento del Mar Baltico deve aver contribuito all'ulteriore ascesa dei re tra i Goti (Tacito, Germania, 42).

Nella Russia meridionale, i Goti caddero sotto l'influenza delle tribù nomadi sarmate e divennero così simili a loro nel loro modo di vivere che le fonti romane non sempre distinguono tra le tribù germaniche e sarmate della Russia meridionale (Wenskus, S. 469). Il caratteristico paesaggio, le ampie pianure della Russia meridionale, probabilmente contribuirono anche ai Goti "nomadi". L'influenza sarmata può anche essere attribuita all'introduzione del sistema decimale nell'organizzazione militare. L'evoluzione del potere reale durante il periodo della Russia meridionale non è chiara. Jordanes dà i nomi di diversi re che non erano inclusi nell'albero genealogico degli Amals, la tarda dinastia reale ostrogota (Giordania, 26). Il re degli Ostrogoti (forse leggendario), secondo Jordanes, che governava gli Ostrogoti, appare tuttavia nella genealogia di Amal (Giordania, 82; cfr. comunque 98). Forse ci fu un cambio di dinastie, accompagnato da una rottura politica tra Ostrogoti e Visigoti, poiché gli Ostrogoti non riuscirono a ottenere il riconoscimento da parte di tutti i popoli gotici (Wenskus, S. 472).

Siamo un po' meglio informati sulla situazione dopo la cattura della Dacia. Se fino ad allora la tribù aveva avuto contatti solo fugaci e sempre ostili con il mondo romano, ora si stabilì su un territorio che apparteneva all'impero da un secolo e mezzo. Anche se sarebbe sbagliato affermare che già a quel tempo iniziarono i prestiti dalla cultura romana, che era in uno stadio di sviluppo più elevato, tuttavia, fu allora che ebbe luogo il primo contatto pacifico tra i Visigoti ei Romani provinciali. Iniziò così il processo di romanizzazione, che terminò solo nel VII secolo. Non si sa come si sviluppò il rapporto tra i nuovi arrivati-Goti ei Romani rimasti nelle loro terre. Apparentemente, i Visigoti evitarono di stabilirsi nelle città romane. Nel cimitero di Satana de Mures sono state trovate ceramiche il cui ornamento è un misto di motivi germanici e romani. Altri ritrovamenti dallo stesso sito parlano dell'influenza culturale dei Romani sui Visigoti (Thompson, S. 34). Questo processo fu notevolmente intensificato a causa dell'intenso commercio dei Visigoti con le province di confine dell'impero.

Durante questo periodo non è più possibile parlare di un'unica autorità reale, alla quale erano soggetti tutti i gruppi di Visigoti. I capi politici sono i re, che hanno ricevuto i nomi reguli e basiliskoi nelle fonti romane e greche (Schmidt, S. 243). e, a quanto pare, trasferendo il loro potere per eredità (ciò è dimostrato dal fatto che Ataris era il figlio del re Rotestey (Thompson, S. 54). La regina Gaata trasferì il potere a suo figlio Arimer (Thompson, S. 158) Governarono su piccoli clan e il loro potere per la maggior parte era basato sul seguito (Thompson, S. 43, 52).

L'intera tribù potrebbe, in situazioni speciali, unirsi sotto la guida di un capo. Tale leader dopo il 364 fu Atanarico, che le nostre fonti chiamano "giudice" (iudex, dikastes) (Thompson, S. 44). Al tempo dell'attività missionaria di Wulfila. troviamo un "giudice" senza nome che può ben essere considerato il capo dell'intera tribù (Thompson, S. XVIII). Probabilmente, qualche termine gotico a noi sconosciuto sta alla base dell'uso delle parole nelle fonti. Lo stesso Atanarico chiese ai romani di chiamarlo non re, ma giudice, poiché il primo implica autorità e il secondo saggezza. Apparentemente, i Visigoti credevano che il re avesse non solo il potere, che Atanarico possedeva senza dubbio, ma anche una certa sacralità (Wenskus, S. 322). Le funzioni di Atanarico erano per lo più di comando militare, tanto che poteva essere chiamato duca, se questa parola è intesa nel suo significato originario, cioè comandante (W. Schlesinger, uber germanisches Heerkoenigtum, in: Beitrage zur deutschen Verfassungsgeschichte des Mittelalters, Bd I, Gottinga, 1963, S. 57 ss. Vedi anche H.-D. Kahl, Europaeische Wortschatzbewegungen im Bereich der Verfassungsgeschichte, ZRG germ. 77, 1960, S. 198). Atanarico comandò una squadra che rimase con lui anche dopo che i Visigoti lo lasciarono a seguito della sconfitta degli Unni (Schmidt, S. 418). Se Atanarico era l'unico capo militare dei Visigoti, fonti più antiche ci consentono di concludere che i Visigoti inizialmente scelsero due duchi. Al tempo di Costantino il Grande si ricordano due capi, Ariarich e Aorich, il cui successore fu però il solo Geberic (Giordania, 112). I "giudici" venivano nominati al loro ufficio dall'assemblea della tribù. La Passione di S. Saba menziona un'assemblea di "megistans" (nobiltà) che decisero la persecuzione dei cristiani (Passio S. Sabae, ed. H. Delehaye, Analecta Bollandiana 31, 1912, S. 216-221). Questa assemblea era composta da persone che godevano del massimo rispetto tra i loro simili o si distinguevano per la nobiltà di origine (Thompson, S. 49). Possiamo affermare con sicurezza che i re hanno partecipato agli incontri. La questione della partecipazione di ampi circoli popolari non è chiara. EA Thompson nega l'esistenza di un'assemblea nazionale ed è dell'opinione che l'organo centrale di tutti i clan visigoti fosse solo l'assemblea dei megistan; (Thompson, pagina 49). L. Schmidt, al contrario, equipara l'assemblea dei megistan all'assemblea del popolo (Schmidt, p. 244). Quando nel 376 i Goti decisero di chiedere all'Impero Romano di accoglierli sul suolo romano, tale decisione fu preceduta da lunghe discussioni (Ammiano Marcellino, Storia romana, trad. Yu A. Kulikovsky, A. I. Sonni, San Pietroburgo 1994, 31, 3, 8. Inoltre - Ammian Marcellin). Jordanes parla di una "decisione comune" (communi consilio) dei Visigoti di avviare trattative con l'imperatore Valente (Giordania, 131). Non è chiaro se questi messaggi indichino un'assemblea popolare. La Passione di San Saba menziona inoltre il consiglio del villaggio, che però aveva poteri molto limitati (Thompson, S. 66). I Visigoti conobbero il cristianesimo nel III secolo. Nel corso delle loro incursioni predatorie nell'impero romano, catturarono molti prigionieri, tra cui cristiani. La conversione dei Goti fu effettuata principalmente dai cristiani della Cappadocia. Non si sa quale ruolo, insieme a questo, abbia svolto la popolazione Dakoroman nella diffusione del cristianesimo (Schmidt, S. 235). Molto probabilmente, il cristianesimo per molto tempo rimase la religione degli strati inferiori della società visigota, che consisteva di stranieri.

L'esistenza di comunità cristiane è confermata dalla richiesta dei cristiani delle terre gotiche per la nomina di un vescovo. In risposta a questa richiesta, il Patriarca di Costantinopoli inviò Wulfila, i cui genitori, originari della Cappadocia, furono catturati dai Visigoti e lui stesso nato nello stato visigoto. Trascorse alcuni anni a Costantinopoli, dove fu ordinato sacerdote (Thompson, S. XIV). Wulfila non era destinato a mettersi alla prova tra i Visigoti: circa 7 anni dopo la sua nomina, intorno al 348, fu costretto a lasciare il paese insieme alla sua comunità. Lui ei suoi seguaci si rifugiarono nell'Impero Romano, dove, per volere dell'imperatore Costanzo, si stabilirono nella regione di Nikopol in Istra (ora Tarnovo, Bulgaria). I discendenti dei coloni vi abitarono già dalla metà del VI secolo. Erano chiamati piccoli Goti (Gothi minores), conducevano una vita molto povera in questa zona magra ed erano considerati incapaci di guerra (Giordania, 267). Poiché i discendenti della comunità Wulfila erano chiamati Goti, si dovrebbe presumere che una parte significativa dei cristiani espulsi intorno al 348 fossero Goti. Wulfila, anche dopo essersi stabilito all'interno dell'Impero Romano, continuò a impegnarsi con zelo per diffondere la vera fede tra i Visigoti. Ha sviluppato l'alfabeto gotico, che gli ha permesso di tradurre libri in gotico. Fino a quel momento, ai Goti era noto solo l'alfabeto runico, usato più per pratiche religiose e magiche che per scopi letterari (Thompson, S. 31). Attività di scrittura Wulfila ha assunto dimensioni considerevoli (Thompson, S. 115). La sua opera principale fu la traduzione della Bibbia in lingua gotica, di cui ci sono pervenuti solo frammenti nel cosiddetto Codice d'argento. Il resto delle opere di Wulfila non ci è pervenuto: poiché il loro autore era un eretico, furono distrutte. Wulfila visse durante la controversia cristologica, quando la Chiesa si preoccupava del rapporto tra la natura divina e quella umana in Cristo (M. Werner, Die Entstehung des christlichen Dogmas, 1959). Anche se il vescovo gotico prese una posizione intermedia in questa discussione, fu in seguito condannato come ariano (Thompson, S. XXI). Forse è stata la sua attività a portare al fatto che dopo qualche tempo i Visigoti si sono convertiti all'arianesimo.

Con l'espulsione della comunità Wulfila, tuttavia, il cristianesimo non fu completamente sradicato. Insieme agli ariani, c'erano anche ortodossi e audii tra i goti. La setta degli Audiani, il cui fondatore Audiio enfatizzò in modo particolare l'aspetto antropomorfo di Dio, ottenne anche un grande successo e fondò molti monasteri (Schmidt, S. 236).

Nel periodo da 369 a 372 anni. Per decisione del consiglio dei megistans, ebbe luogo una persecuzione generale dei cristiani, basata su sentimenti antiromani, che erano estremamente forti tra i Visigoti. Apparentemente, tutti i cristiani, indipendentemente dalla setta della chiesa a cui appartenevano, erano considerati servitori nemici (Thompson, S. 99). In una chiesa, 26 cristiani furono martirizzati. Anche i Goti di Saba, Inna, Pina e Rima furono vittime di persecuzioni, quindi si può presumere che la dottrina cristiana non si diffuse senza successo tra i Goti.

Il paganesimo gotico ha lasciato solo scarse tracce. Il culto degli dei era organizzato da famiglie separate, che avevano i propri idoli ei propri sacerdoti (Schmidt, S. 248; Thompson, S. 60). Apparentemente, non è mai esistito un culto comune a tutti i Visigoti. Dio, che Jordanes chiama con il nome romano Marte, furono offerti sacrifici umani (Giordania, 41). Durante la persecuzione dei cristiani 369-372. Atanarico portò in giro per il paese un idolo di legno, che costrinse i cristiani ad adorare. La Passione di San Saba registra pasti di culto (Thompson, S. 99). A parte questo, non sappiamo quasi nient'altro sui riti e sul contenuto delle credenze gotiche.

I goti sono una sottocultura avvolta da segreti, voci e strass. Chi sono questi misteriosi "uomini in nero" che amano la notte, i vampiri e le affascinanti storie romantico-tragiche? Come vivono, cosa predicano e come cercano il senso della vita? Introdurremo il lettore a questo movimento giovanile insolito e piuttosto audace, raccontandoci chi sono queste persone e cosa portano al mondo. È vero, i Goti sono una sottocultura che non può essere descritta brevemente. È troppo complesso e sfaccettato, e quindi ancora più interessante.

origini gotiche

Sottocultura giovanile"Goths" è un movimento relativamente nuovo, che non ha ancora 40 anni. I primi rappresentanti degli "uomini in nero" sono apparsi nel Regno Unito nel 1979-1980. È interessante notare che gli "antenati" dei Goti non erano altro che i punk. Anche un nuovo genere musicale chiamato "rock gotico" ha contribuito allo sviluppo di questa sottocultura "oscura". Questa musica era basata su conclusioni intellettuali e filosofiche sul significato della vita, così come sul romanticismo oscuro e sul nichilismo, che nega qualsiasi significato all'esistenza umana. Maggior parte rappresentanti di spicco Questo genere musicale- gruppi The Cure, Christian Dead, Bauhaus. Allo stesso tempo, sulla scia dello sviluppo della sottocultura gotica a Londra, è stato aperto il famoso club Batcave, che ha contribuito all'espansione di questo movimento tra i giovani.

Romantici oscuri

I goti sono una sottocultura associata all'oscurità. Un tipico goth è facile da riconoscere: vestiti e capelli neri, fittamente riassunti, come se fossero disegnati in occhi di carbone, le stesse labbra e, ovviamente, le unghie. Inoltre, su ogni goth decente puoi vedere un'abbondanza di tutti i tipi di catene di metallo, gioielli d'argento vintage, compresi i piercing. Inoltre, i goti si decorano spesso con tatuaggi a tema.

Bellissimi rappresentanti di questa sottocultura - i Goti - si vestono con abiti decorati con pizzi, sbuffi, balze e balze. Inoltre, le donne gotiche adorano i corsetti con e senza allacciatura, abiti lunghi e gonne. Quando si sceglie un tessuto, viene data preferenza a velluto, velluto, pelle scamosciata, lattice, vinile e raso. Il colore può essere rosso, bordeaux, viola. Tuttavia, il nero domina. I goti sono una sottocultura che non riconosce le tonalità chiare.

Guardando dentro

Per essere un goth non basta indossare abiti neri, disegnare occhi scuri e applicare un rossetto nero sulle labbra. Non si tratta del colore dei vestiti e non dell'aspetto: si tratta dello stato d'animo, senza il quale un goth non è un goth, ma una caricatura da quattro soldi.

I goti sono una sottocultura il cui nome in inglese suona come "goti" e significa letteralmente "barbaro, maleducato". Questi informali stanno camminando negatività, sconforto e depressione in una bottiglia. Non credono in Dio e nella bontà e il loro amore è sempre oscuro, tragico e privo di significato. È interessante che nella morte i Goti trovino il loro romanticismo speciale, la loro filosofia.

Tuttavia, "il diavolo non è così terribile ...". I goti vivono secondo il principio di "morire con un sorriso", si esprimono attraverso l'abbigliamento, l'aspetto, musica speciale, dipinti. Trascorrono tutta la vita alla ricerca della bellezza, trovandola anche dove, a quanto pare, non può essere.

Il fatto è che è vitale per i Goti provare costantemente emozioni tristi, grazie alle quali si trovano in uno stato distaccato di disperazione, dolore mentale e disperazione incessante. Questi "angeli neri" percepiscono ogni giorno della loro vita come l'ultimo e cercano di viverlo nel modo più emotivo possibile, credendo solo in se stessi.

Luce "oscura"

I goti non sono nati, sono fatti. Ci sono diversi motivi per questo, e per ognuno è diverso.

Gli psicologi concordano sul fatto che le persone timide, timide, vulnerabili e indifese si nascondono dietro una maschera spaventosa e vestiti neri. Vestendo i loro corpi con abiti gotici, dipingendosi i volti e indossando ornamenti, cercano di proteggersi dalla dura realtà del mondo che li circonda. Puoi star certo che prima di diventare un Goth, un giovane o una ragazza ha subito un grave trauma mentale. Si chiudono in se stessi, si fissano sul loro risentimento e non lasciano entrare nessuno. È più facile per loro vivere senza sperare in un miracolo, quindi almeno nessuno li farà del male. Sciolto cuore ghiacciato solo la pazienza, la gentilezza infinita, la comprensione e l'amore sincero possono gotha.

Ballare nel cimitero

I goti sono per lo più solitari. Non hanno la solita gerarchia, nessuno domina nessuno, tutti sono uguali. Tuttavia, come ogni essere vivente, hanno periodicamente bisogno di comunicare con i propri simili.

Posto preferito pronto: luoghi di riposo ed edifici abbandonati. Il cimitero dei Goti è una specie di tempio, un luogo saturo di tragedia, tristezza e morte.

È lì che trovano una sorta di conforto, traggono ispirazione e si nascondono da occhi troppo indiscreti. I goti sono una sottocultura che non è associata all'aggressività. A differenza dei satanisti, non sono inclini al vandalismo, ai sacrifici e ad altri atti terribili.

Le loro attività principali sono scrivere poesie e canzoni nello stile dell '"orrore", scrivere dipinti originali dal significato gotico, discutere della fragilità della vita.

Evoluzione pronta

Oltre ai rappresentanti "classici" del movimento gotico, i cyber-goti sono sempre più comuni, una sottocultura che si è evoluta verso lo sviluppo tecnogenico.

I rappresentanti di questo movimento sembrano leggermente diversi dai Goti "standard". Ad esempio, i loro vestiti sono generalmente realizzati con materiali high-tech, niente velluto e velluto! Solo vinile, rete, plastica fosforescente. Dei gioielli, invece delle solite catene, vengono indossati fili, pendenti e orecchini sono vari ingranaggi, composti molecolari.

Dalla "moda classica" i cyber-goth pronti hanno lasciato l'eyeliner, le labbra e le unghie dipinte. È vero, i rappresentanti di questo movimento gravitano non sul nero, ma su colori acidi e luminosi.

La loro visione del mondo è molto diversa dal classico gotico: l'essenza di questa sottocultura si basa sulla letteratura in stile "cyberpunk", "sci-fi" e "post-apocalittico". I cyber-goti sono fiduciosi nell'inevitabilità di una catastrofe causata dall'uomo o di qualsiasi altra catastrofe che comporterà la morte di tutta la vita, ed è la tecnologia che salverà l'umanità.

Da qui l'attrazione per l'aspetto "ultraterreno", "cosmico", elementi luccicanti nei vestiti, stivali alti colorati e occhiali fantasiosi. I cybergoti adorano la musica elettronica.

I Goti sono tribù emerse dalla Scandinavia nel I secolo d.C. Nel II-III secolo avanzarono attivamente in tutta Europa e ne conquistarono la parte orientale. A metà del III secolo, le tribù gotiche raggiunsero la regione settentrionale del Mar Nero. Presumibilmente, fu lì che ebbe luogo la mescolanza dei Goti con altre tribù che avevano una cultura più sviluppata, a seguito della quale accelerò la coltivazione delle tribù gotiche. Nello stesso periodo ebbe luogo l'adozione della fede cristiana da parte dei Goti. È interessante notare che, prima dell'adozione del cristianesimo, il mondo gotico religioso era piuttosto esteso, includeva lupi, spiriti della natura e totemismo.

All'inizio del IV secolo, le tribù gotiche avevano già attaccato l'Asia Minore, i Balcani e conquistato la Dacia. Gli antichi Goti fecero le loro invasioni e continuarono a svilupparsi con successo fino alla metà del IV secolo. La tribù degli Unni, costretta a difendere le proprie terre dagli attacchi, inferse ai Goti un duro colpo, a seguito del quale il numero della tribù gotica fu notevolmente ridotto e il resto fu diviso in due tribù. Ogni tribù aveva il proprio re, sceglieva la propria strada e acquisiva un nuovo nome. Queste tribù divennero note come Ostrogoti e Visigoti.

Ostrogoti e Visigoti

La formazione di queste due comunità è avvenuta a seguito del crollo di un'unica comunità pronta. I Visigoti, o come venivano chiamati anche dai Tervingi, occupavano vaste aree dal Danubio al Dnepr. Così fu fino a quando nel 376 d.C., furono attaccati dagli Unni e fuggendo, si trasferirono nell'Impero Romano, dove si stabilirono. Poi nel 507, sotto l'assalto di Clodoveo I, re dei Franchi, i Goti fuggirono in Spagna e nell'VIII secolo furono completamente sterminati dagli arabi.

Gli Ostrogoti, o Greutung, si stabilirono nelle terre tra il Mar Nero e il Mar Baltico. Dopo uno scontro con gli Unni, gli Ostrogoti parzialmente sconfitti furono costretti a fuggire e stabilirsi nelle vicinanze del Danubio. Dopo essersi abituati un po 'e aver acquisito forza, conquistarono l'Italia e vi crearono un regno. Nel VI secolo, gli Ostrogoti furono comunque sconfitti da Giustiniano I, imperatore bizantino.

Vesti degli antichi Goti

Oggi è molto difficile giudicare gli abiti dei Goti, poiché le ultime tribù dei Goti furono sterminate nel XV secolo. Ma riferendosi agli scritti di antichi storici e agli scavi dei resti delle tombe dei Goti, si può formare un'idea generalizzata. Quindi, uomini gotici vestiti con pantaloni che si adattano al corpo e impermeabili con una o due chiusure. Spesso una punta veniva usata come chiusura.
Le vesti delle donne erano simili a quelle degli uomini, ma allo stesso tempo indossavano mantelli più spesso senza maniche. Ci sono stati casi in cui, durante gli scavi, è stato trovato un pettine d'osso sulle teste delle donne. Anche negli scritti degli storici ci sono momenti che descrivono gioielli da donna, o meglio, perline di corniola e ambra. Quasi tutti i Goti indossavano cinture, mentre gli uomini vi appendevano un coltello e alcune donne - borse e gioielli.

La cultura degli antichi Goti

Gli antichi Goti tra i più sviluppati erano aree artigianali come il vetro, la pelle e la metallurgia. Data la militanza dei Goti, per loro era particolarmente importante la lavorazione dei metalli e la fabbricazione di armi.
Inoltre, la necessità di conquistare nuove terre per la possibilità dell'esistenza ha determinato la loro cultura spirituale. I giochi di guerra e le competizioni erano molto diffusi tra i Goti. Secondo gli scritti di autori antichi, la competizione più comune tra i Goti era un gioco che ricordava l'equitazione moderna. Il Goto montò a cavallo e lo cavalcò in cerchio guadagnando velocità, parallelamente lanciò una lancia e la prese lui stesso.

Nella cultura degli antichi Goti, l'artigianato dei gioielli era di grande importanza. Era il più sviluppato, insieme al vetro e al metallurgico. Lavorando metallo, pietre e vetro, realizzavano gioielli per il corpo e per l'abbigliamento. Inoltre, in Piazza Napoli è stata ritrovata un'immagine del re dei Goti Teodorico, fatta di ciottoli multicolori.

Nel I-III secolo d.C., solo i matrimoni intra-tribali erano accettabili tra i Goti. Gli scavi mostrano che durante questo periodo i Goti padroneggiavano a vari livelli l'artigianato della tessitura, della pelle, del vetro, del fabbro e della falegnameria. Alla fine del III secolo, c'era un misto di tribù gotiche con altre più sviluppate. Il risultato della miscelazione è stato uno sviluppo culturale accelerato e lo sviluppo di nuovi mestieri. Quindi ci fu un cambiamento nei costumi e nella mentalità della tribù gotica.

La visione del mondo gotico è un concetto complesso che è abbastanza difficile da descrivere. In generale, può essere caratterizzato come una tendenza a una percezione "oscura" del mondo, una certa visione romantico-depressiva della vita, che si riflette nel comportamento (isolamento, depressione frequente, malinconia, maggiore vulnerabilità), percezione della realtà (misantropia, un raffinato senso del bello, dipendenza dal soprannaturale), rapporti con la società (non accettazione di stereotipi, standard di comportamento e di apparenza, antagonismo con la società, isolamento da essa).

Anche una caratteristica della maggior parte dei Goti è una percezione speciale e semi-romantica della morte. Anche i tratti caratteristici del pronto sono "artistici" e il desiderio di autoespressione (manifestato nel lavoro sul proprio aspetto, nella creazione di poesie, pittura e altri tipi di creatività).

È importante, tuttavia, tenere presente che tutto quanto sopra non si applica a tutti i Goti. Inoltre, si può anche dire che tali manifestazioni della visione del mondo gotica come uno stato di costante depressione e totale isolamento, che sono piuttosto rare. Questo stato di cose ha dato origine a una divisione condizionale dei Goti in due tipi. Un sottoinsieme dei Goti (di solito quelli più piccoli), spesso indicati in Occidente come "Mopey Goths", sono caratterizzati da un atteggiamento enfaticamente serio nei confronti della "visione del mondo gotico", tuttavia, gran parte (i cosiddetti "Perky Goths ") prendi la sottocultura meno "sul serio". Sono attratti dal lato estetico della sottocultura, dalle possibilità di autoespressione, da alcuni aspetti della visione del mondo gotico, ma non la mettono "in primo piano". C'è un certo confronto tra queste opinioni sulla sottocultura gotica, che, tuttavia, non porta a cambiamenti significativi nella struttura della sottocultura gotica.

In questa sottocultura si può spesso trovare qualcosa in comune con la cultura del BDSM, sebbene la partecipazione all'una non significhi affatto alcuna partecipazione all'altra.

L'immagine è pronta

Cyber ​​goth in abiti di ispirazione monastica

I Goti hanno una loro immagine riconoscibile, che recentemente ha subito cambiamenti significativi. Non importa come si sviluppi il gotico, due elementi principali rimangono invariati: il colore nero predominante dell'abbigliamento (a volte con elementi di altri colori), così come gioielli esclusivamente in argento - l'oro non è usato in linea di principio, poiché è considerato un simbolo dell'ordinario , valori banali, così come il colore del sole ( l'argento è il colore della luna).

In termini di immagine, i primi Goti differivano dai punk solo per il colore nero dominante di vestiti e capelli (con accenti bianchi, rossi, blu o viola) e gioielli in argento. Indossavano abiti strappati e persino creste, sebbene il Mohawk dei Goti fosse solitamente nero e molto più largo di quello dei punk (rasato solo sui lati, alle tempie). Molti li chiamavano Dark Punks (Dark Punks) per la loro somiglianza esterna e allo stesso tempo una cupa differenza. Inoltre, i goti usavano spesso la maglia nei loro vestiti (di solito maniche per gli uomini) e avevano uno stile di trucco originale: una faccia molto bianca con molto eyeliner nero (sia uomini che donne).

Inizialmente gli uomini avevano i capelli corti e pettinati, ma verso la fine degli anni '80 i lunghi capelli neri divennero preferibili, e ora i capelli rasati sui lati e attaccati ai Goti si trovano molto meno spesso di quelli lunghi e fluenti. Il trucco è rimasto parte dell'immagine e l'abbigliamento è diventato più vario: ora alcuni indossano abiti con l'influenza del XVIII - inizio XIX secolo, altri preferiscono il vinile, la pelle e la rete. Alcuni indossano entrambi, anche se raramente allo stesso tempo. Il bianco e il nero rimangono i colori dominanti, anche se a volte compaiono anche il rosso, il blu, il viola o, occasionalmente, il verde (più comune nei Cyber ​​Goth). I materiali più utilizzati restano la seta, il velluto stropicciato, la pelle, il vinile e la rete.

Sebbene tutto l'abbigliamento gotico sia caratterizzato dalla predominanza di colori cupi, è molto vario nelle sue manifestazioni: da una normale gonna di pelle per una ragazza a un vestito da arlecchino da giullare per un giovane. Il contesto generale riunisce molti stili e stili di abbigliamento, sebbene la pelle rimanga il materiale più comune e versatile. Lo stile generale dell'abbigliamento, di regola, è accattivante, ma allo stesso tempo rigoroso, spesso con un certo erotismo (gli elementi dell'abbigliamento fetish possono anche apparire nell'immagine dei Goti). Spesso nell'immagine gotica compaiono alcuni elementi romantici dei secoli passati, come pizzi, jabot, velluto, corsetti, ecc. Ad esempio, le ragazze gotiche indossano spesso corsetti e abiti lunghi. Il lavoro della fotografa Viona Yelegems mostra chiaramente le varie tendenze di questo stile.

Anche l'acconciatura gioca un ruolo molto importante nell'immagine dei Goti di entrambi i sessi. Possono essere solo capelli lunghi lisci, oppure possono essere sollevati con un gel o raccolti in grandi chignon. Gli irochesi sono rari. Spesso i capelli sono tinti di nero, rosso, viola e bianco, è anche possibile tingere con ciocche di un colore sullo sfondo di un altro (ad esempio, ciocche rosse su uno sfondo di capelli neri), ma sono preferibili i capelli di colori naturali. Il trucco rimane uno dei principali segni di appartenenza alla sottocultura: uno strato denso di cipria bianca sul viso, eyeliner nero e labbra.

Tra le ragazze Goth, lo stile Vamp luminoso e imponente si è diffuso - cosmetici neri densi, eyeliner, una gamma di rossetti e colori delle unghie - dal rosso vivo (sanguinante) al nero. I goti, lavorando in un ambiente in cui non ci si può permettere un approccio estremo o individuale all'immagine, hanno sviluppato uno stile di "corporate goth" (Ing. Gotico schiavo aziendale): abiti da lavoro neri, gioielli discreti, trucco discreto.

Gli attributi sono pronti

L'estetica gotica è estremamente eclettica in termini di set di simboli usati di frequente, qui puoi trovare simboli egizi, cristiani e celtici. Il simbolo principale della sottocultura gotica è tradizionalmente la croce ankh, il simbolo egiziano della vita eterna. L'Ankh è entrato nella sottocultura dopo l'uscita di The Hunger (con David Bowie). Spesso vengono usati anche altri simboli egizi, come "Occhio di Ra". Questi elementi sono indossati sia come gioielli tradizionali che come toppe sui vestiti o nel trucco.

Il simbolismo cristiano è usato meno frequentemente, e per la maggior parte - sotto forma di normali crocifissi, solo in un design più "elegante". In particolare la Croce di S. Jacob (coltello incrociato). Sono ampiamente utilizzate croci celtiche e vari ornamenti celtici (triquetra, ecc.). Il simbolismo occulto è rappresentato in modo abbastanza esteso: vengono utilizzati pentagrammi (sia ordinari che invertiti), croci invertite, stelle a otto punte (simboli occulti del caos).

Vengono utilizzati anche molti diversi simboli di morte: decorazioni con bare, teschi e simili. I pipistrelli possono essere attribuiti a simboli puramente gotici: molte loro immagini diverse (la connessione con vampiri e Goti è ovvia) sono collocate su centinaia di pagine relative ai Goti su Internet o servono come decorazione per i Goti stessi.

Tuttavia, non ci sono segni o simboli universali usati da tutti i Goti: le preferenze estetiche di un particolare Goto sono decisive. La stragrande maggioranza dei gioielli è in argento, meno spesso - da altri metalli bianchi (cupronichel, zinco). Il metallo giallo non è tradizionalmente utilizzato. La forma e il tipo di gioielli sono molto diversi, i più comuni sono ciondoli, spille, anelli e anelli.

musica gotica

L'influenza sulla sottocultura goth è iniziata molto tempo fa, con i giorni di Bowie, Doors e Velvet Underground, ma l'ascesa del punk a metà/fine anni '70 ha costituito una base essenziale per i goth, sia nella musica che nell'immagine.

Dopo il punk alla fine degli anni '70 e all'inizio degli anni '80, iniziò ad emergere un numero enorme di stili musicali nuovi e reinventati, e intorno al 1978/79 iniziò ad apparire uno stile che la stampa alla fine del 1979 iniziò a chiamare "gotico".

I creatori di questo stile musicale (ispirato da artisti come Velvet Underground e Bowie) furono principalmente Joy Division, Siouxsie and the Banshees, UK Decay.

Il primo album dei Banshees ("The Scream", novembre 1978) e il primo album dei Joy Division ("Unknown Pleasures", giugno 1979) erano per molti versi un progetto gotico, con una notevole mancanza di chitarre punk ad alto volume e un'enfasi sulla sezione ritmica invece, insieme a un suono secco e vuoto.

Tuttavia, la prima band che potrebbe essere definita gothic furono i Bauhaus, che pubblicarono il loro primo singolo "Bela Lugosi's Dead" nel settembre 1979. I Banshees potrebbero essere considerati punk, i Cure per la New Wave, i Joy Division per il post-punk, ma i Bauhaus hanno sono stati distintamente gotici nella musica, nell'immagine, nei testi, nell'arte e nello stile sin dal loro primo singolo. Per molti versi, erano il prototipo del gruppo gotico. Più o meno nello stesso periodo in cui si formarono i Bauhaus, gli UK Decay abbandonarono le loro radici punk e iniziarono a sviluppare il proprio suono "goth" indipendente. Sebbene non fossero così popolari come Bauhaus, Joy Division o The Banshees, gli UK Decay erano molto più vicini alla "seconda ondata" di band goth e hanno avuto un'influenza notevole su di loro.

Nel 1980/81 iniziò ad emergere una nuova ondata di band gotiche - Danse Society, Play Dead, The Sisters of Mercy - ei Cure abbandonarono il loro sound New Wave e crearono il loro unico sound "gotico". Nel febbraio 1981, Abbo di UK Decay definì il nuovo movimento musicale "gotico", ma ci volle un altro anno circa prima che il movimento decollasse davvero.

Un periodo importante nello sviluppo del movimento goth in una sottocultura completamente formata fu dalla metà del 1982 alla metà del 1983, in particolare l'ottobre 1982, quando il nuovo movimento ricevette improvvisamente molta attenzione da parte dei media.

L'ulteriore sviluppo della musica gotica è lo sviluppo del goth rock, poiché lo stesso death rock è rimasto più conservatore. Alla fine degli anni '90, al culmine della popolarità del goth, iniziarono ad apparire gruppi musicali che cercavano di imitare la musica goth. A partire dai post-industriali, che sono diventati più pop, melodici e romantici, e ai metalisti, che hanno anche prestato maggiore attenzione al melodico. Questa musica è diventata qualcosa di nuovo, che, naturalmente, ha attratto gli amanti della musica, ma questo non aveva più nulla a che fare con la musica gotica e la sottocultura.

All'inizio degli anni '90 del XX secolo, i Paradise Lost, con il loro album Gothic, stabilirono un nuovo ramo del gothic - gothic metal, che fu immediatamente ripreso da molte altre band, come Tiamat, Tristania, The Sins of Thy Beloved, Theatre della Tragedia, ecc.

Circa 25.000 ricercatori della sottocultura si riversano ogni anno a Lipsia per il più grande festival goth, Wave Gotik Treffen - WGT. Un altro festival significativo è M "era Luna. Sul territorio di Russia, Ucraina e Bielorussia, il più grande festival gotico è Children of the Night.

Eventi gotici

Film gotici

Va subito sottolineato che non esiste ufficialmente un "film gotico" nel cinema. I film nell'elenco seguente sono per lo più nel genere Horror.

• "Corvo " ( Il corvo)
• "Intervista con un vampiro" ( Intervista al vampiro)
• "Regina dei dannati " ( Regina dei dannati)
• "Il bambino di Rosemary" ( Il bambino di Rosemary, Roman Polanski)
• "L'incubo prima di Natale " ( L'incubo prima di Natale, Tim Burton)
• "Edward mani di forbice " ( Edward mani di forbice, Tim Burton)
• "La sposa cadavere" ( La sposa cadavere di Tim Burton, Tim Burton)
• Dracula (versioni cinematografiche del 1931 di Dracula di Bela Lugosi, 1958, Dracula di Francis Ford Coppola del 1992, ecc.)
• "Sweeney Todd, il diabolico barbiere di Fleet Street" ( Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street, dir. Tim Burton)

Riviste gotiche

Esiste intera linea riviste di musica gotica e sottocultura. Realizzato appositamente per pronto e rivelando tutta la diversità di questo movimento.

• "Orkus" (rivista gotica tedesca. Principalmente sulla musica)
• Zillo (rivista tedesca di musica oscura)
• "Gothica" (rivista gotica ucraina. Contiene articoli su musica, cinema, letteratura, moda ed estetica)
• RIP. » (Rivista gotica russa. Cultura oscura in tutte le sue manifestazioni)
• "Dark Wave" (rivista gotica e metal russa)
• "Dark City" (rivista russa)

Appunti

Collegamenti

Articoli

• Storia della sottocultura gotica. Chi è stato il primo a usare il termine "gotico" in relazione alla musica e alla sottocultura.
• Gotico classico e sottocultura gotica: fiducia in Dio ed evasione nella società. Cand. Scienze filosofiche V. T. Zhezherun, N. V. Zamyatina
• Studi gotici: sottocultura giovanile in particolare e in generale - una selezione di articoli sulla sottocultura

Dopo la trasmissione su ARI-TV sul tema "Il mito politico del normanno" con la mia partecipazione, sono state ricevute domande dal pubblico, e la prima riguardava i Goti: chi sono i goth e da dove vengono? Ma inizierò la mia risposta con una spiegazione: da dove non potevano venire e non potevano "prendere" solo dal sud della Svezia. È così che pensano ora i medievalisti svedesi. E hanno ragioni molto serie per questo, poiché questo mito fa parte della loro storia da molto tempo, l'identità nazionale degli svedesi è stata allevata su di esso per diversi secoli, quando vivevano con un'ardente fede in quale grande Passato gotico che avevano.

Lo storico svedese Nordström ha trasmesso il sentimento euforico evocato nella società svedese dalla creazione della storia del gotico: “Nessuno dei popoli d'Europa, a parte i popoli classici, potrebbe presentare un passato pieno di prove di coraggio così meravigliose come noi, i discendenti dei Goti. Ciò ha dato al nostro patriottismo un nuovo elemento di coraggio, proprio alla vigilia del periodo sovrano del XVII secolo, quando, così sembrava ai suoi contemporanei, le forze eroiche dei Goti furono rianimate di nuovo. Ma solo prima memoria storica ha raccolto il sentimento nazionale svedese e il cibo autentico di fantasia storica. Grazie al lavoro degli storici, grazie a storie popolari sul destino storico della patria, grazie a piccoli scritti per la gente comune, grazie all'eloquenza di politici e scienziati, grazie alla poesia, al teatro - una grande varietà di forme è stata utilizzata per imprimere nella coscienza popolare svedese un'idea di ​​​​la storia della patria con una brillante saga eroica sugli "antichi Goti", in cui si rifletteva la perfetta manifestazione della forza e dell'abilità del nostro popolo ... Con una tale storia, ci sentivamo come l'aristocrazia d'Europa, che è predestinato a regnare sul mondo” ( evidenziato da me - L.G.).

Qui va sottolineato che tutto questo è stato detto sulla storia del miraggio, sulla storia o sul grande passato, che non è mai accaduto nella realtà. Piuttosto, gli eventi storici associati agli stessi Goti hanno avuto luogo, ovviamente, ma non avevano nulla a che fare con gli svedesi, poiché hanno avuto luogo nella storia di altri popoli.

I moderni studi medievali svedesi non considerano più il sud della Svezia come la dimora ancestrale degli antichi Goti, da dove si sarebbero trasferiti nel continente europeo. La revisione dei concetti gotici è iniziata, infatti, molto tempo fa. Il risultato della prima fase è stato riassunto alla fine degli anni '80. Lo storico svedese Lars Garn: “Poiché non disponiamo di dati chiari sull'esistenza del regno gotico (götarike), abbiamo dovuto rivolgerci ai nomi geografici e trarre conclusioni basate su di essi ... Poiché ci sono poche fonti e sono scarse, il lavoro di ricerca è stato piccolo di numero e modesto secondo i risultati ... L'unico presupposto generalmente accettato e diffuso era che il Västergötland fosse un'antica area di insediamento dei Goti, e che i Goti fin dall'antichità vivessero sia nel Västergötland e nell'Ostergötland. Tuttavia, non c'era alcuna conferma di ciò nelle fonti. 1

E qui stiamo parlando solo del quadro dell'insediamento dei Getae nel sud della Scandinavia nel primo millennio d.C., cioè in un tempo storicamente prevedibile, e anche allora non può essere definito più o meno chiaramente. Per quanto riguarda i tempi antichi, i moderni scienziati svedesi giunsero gradualmente alla conclusione che non era il sud della Scandinavia la dimora ancestrale dei Goti, da dove si stabilirono in tutto il mondo.

Gli storici svedesi Thomas Lindqvist e Maria Sjöberg scrivono che anche il nome dei Goti svedesi è difficile da analizzare: “La somiglianza con il nome dei Goti ha avuto origine nel XV secolo. la convinzione che i Goti provenissero da Götaland. Questa idea ha svolto un ruolo importante nella formazione dell'identità nazionale. Tuttavia, la stessa questione dell'origine dei Goti dalla Scandinavia è sempre rimasta discutibile e ha causato forti dubbi tra gli scienziati. 2

Lindqvist e Sjöberg sono uno dei principali medievalisti svedesi, dipendenti dell'Università di Göteborg. Il libro da cui ho citato è un libro di testo per studenti svedesi - futuri storici. E i pensieri di cui sopra non sono nuovi: mi sono stati insegnati anche quando, essendomi trasferito in Svezia più di vent'anni fa, ho deciso di seguire un corso di storia svedese nel programma svedese. Anche allora, durante le lezioni sulla storia svedese, dissero: l'antica identificazione dei Goti e dei Goti svedesi è ora respinta dalla scienza. Quelli. più di venti anni fa, l'idea che i Goti non lasciarono il sud della Svezia, è diventato un libro di testo nei programmi di storia svedese.

Ora da dove vengono? Torniamo con questa domanda ai medievalisti svedesi. Ecco un'affermazione molto precisa su questo tema di un altro eminente medievalista svedese, il famoso storico Dick Harrison, uno degli editori e autori dell'ultima edizione della Storia della Svezia: “Sia le fonti scritte che il materiale archeologico danno ragione di credere che il antichi antenati sono pronti - o meglio , quelli che prima di altri cominciarono a chiamarsi Goti - nel periodo prima della nascita di Cristo vivevano sul territorio della moderna Polonia. Certo, avevano contatti con altri popoli nell'area del Mar Baltico, ma è assolutamente impossibile determinare quali gruppi etnici abitassero la Scandinavia in quel momento(evidenziato da me - L.G.)”. 3 Nella stessa occasione, il medievalista austriaco, noto ricercatore nel campo dei temi gotici, H. Wolfram osservava: "... E l'Austria, come si credeva nel tardo medioevo, un tempo si chiamava Gothia (Gothia) ". Ha anche ricordato che l'idea della casa ancestrale settentrionale dei Goti, specificatamente identificata con la Svezia, radicata sotto l'influenza del goticismo nella scienza dell'Europa occidentale, era contraria ai dati delle fonti antiche. Secondo autori antichi, "la prima Gutthia-Goτθια dell'antica etnografia, in ogni caso, si trova sul Mar Nero, sia in Crimea, nella penisola di Kerch o, molto probabilmente, nell'odierna Romania". 4

A nome mio, voglio aggiungere che poiché la toponomastica conserva tracce della presenza di uno o di un altro gruppo etnico, allora, a quanto pare, i Getae svedesi erano o la periferia settentrionale dei Goti continentali, o uno dei gruppi di Goti continentali che si stabilì in Scandinavia dal continente europeo in un certo periodo. Va inoltre tenuto conto del fatto che la geografia fisica della regione baltica aveva un aspetto diverso nei primi secoli dell'era rispetto alla fine del primo millennio.

E il consolidamento di nomi come Scandinavia, la penisola scandinava dietro la penisola, dove si trovano le moderne Norvegia e Svezia, sono cose di non molto tempo fa, e qui hanno avuto un ruolo i miti politici del goticismo.

Senza entrare in tutti i dettagli della storia della comparsa del nome Scandinavia, vale la pena ricordare che i nomi Scandia, Scandinavia, oggi usati come sinonimi, seppur in contesti diversi, avevano inizialmente ciascuno una propria storia eterogenea che risale ad autori antichi . Il nome Scandia fu coniato dai Greci, e nell'Iliade si riferiva all'antica città dell'isola di Citera (una delle candidate a dare i natali ad Afrodite), nonché ad alcune isole del Mediterraneo.

Fu usato per la prima volta come nome per le isole dell'Europa settentrionale da Plinio il Vecchio (23-79), che chiamò Scandia un'isola/gruppo a nord della Britannia romana. Lo stesso autore parla della Scandinavia (Scatinavia) come di un'isola prossima ai Cimbri, e chiaramente noi stiamo parlando su qualche altra isola/isole. Tolomeo, con il nome di Scandia, descrisse un'isola nel gruppo di isole (isole Scandiae) ad est della penisola dei Cimbri, cioè approssimativamente nello stesso luogo in cui Plinio collocò l'isola di Scatinavia. Poco dopo, in epoca post-tolemaica, Scandia divenne sinonimo di Terra Scania, cioè per l'attuale penisola di Skåne, fissata nel Medioevo.

Questa storia potrebbe essere satura di molti dettagli, ma tutto questo, in linea di principio, è materiale ben noto. Tuttavia, vorrei sottolineare che la discrepanza nelle informazioni e la confusione dei nomi possono essere spiegate non solo dalla mancanza di informazioni sul Nord Europa. Esistono molti dati di autori antichi, dai quali è chiaro che il nord dell'Europa era dominato dal mondo antico attraverso l'Europa orientale, i corsi d'acqua sono stati a lungo studiati, erano noti cambiamenti idrografici, associati, come è ora chiaro, a trasgressioni e regressioni del livello dei corpi idrici avvenute in periodi diversi.

Ad esempio, Diodoro Siculo (seconda metà del I sec. e Timeo) raccontano che quando gli Argonauti, dopo il rapimento della runa, seppero che Eit aveva occupato con le loro navi la foce del Ponto, compirono un'impresa incredibile e memorabile: risalirono il fiume Tanaida fino alle sue sorgenti e trascinarono il nave via terra in un punto, erano già lungo un altro fiume che sfociava nell'Oceano , scesero in mare e navigarono da nord a ovest, avendo terra lungo mano sinistra; trovandosi non lontano da Gadir, entrarono nel nostro mare...». 5

Questa notizia è ripetuta nella storia di Antonio Diogene (probabilmente, I secolo d.C.): “Viene introdotto nella storia un tale di nome Dinius, che per curiosità partì per viaggiare dalla sua patria con suo figlio Dimochar. Attraverso il Ponto e poi dal Mar Caspio e dall'Irkan arrivarono alle cosiddette Montagne Ripee e alla foce del fiume Tanaida, poi, a causa di un forte freddo, virarono verso l'Oceano Scita, raggiunsero anche l'Oceano Orientale e si trovarono all'alba, e da lì girarono a lungo il mare esterno e tra varie avventure... Arrivarono anche sull'isola di Fulu e qui si fermarono per un po' nei loro vagabondaggi. 6

Il viaggio da sud a nord attraverso l'Europa orientale è stato effettuato fin dall'antichità, ma la geofisica è cambiata, quindi quei gruppi di isole descritti da autori antichi e antichi potrebbero scomparire, sprofondando sul fondo della piattaforma artica, oppure i loro rilievi sono cambiati radicalmente . E i nomi venivano archiviati nel "database", e in altri tempi avevano un uso diverso.

I nomi di Scandia e Scandinavia conobbero una "terza giovinezza" grazie all'opera di Jordanes, nel VI secolo. che scrisse la sua famosa opera sull'isola di Scandza, che lui, con riferimento a Tolomeo, collocò negli "spazi aperti dell'Oceano settentrionale" e glorificò come l'isola da cui provenivano i Goti. Il lavoro di Jordan raggiunse l'apice della sua popolarità durante la diffusione del gotico, cioè nei secoli XV-XVI, e divenne particolarmente famoso dopo la pubblicazione dell'opera dello scrittore svedese John Magnus "La storia di tutti i re degli Svei e dei Goti". Questo lavoro è stato pubblicato dal fratello dello scrittore Olaus Magnus, autore libro famoso sulla geografia e l'etnografia dei popoli del Nord Europa. Olaus Magnus ha creato almeno in appendice a questo lavoro famosa mappa Carta Marina (1539), dove pose per la prima volta il nome Scandia sul sito della moderna Svezia, che suo fratello glorificò come patria ancestrale dei Goti. Almeno, nella mappa del cartografo tedesco Nikolaus Germanus (1420-1490), da lui allegata alla Cosmografia di Tolomeo, pubblicata nel 1467, tale nome non si trova in relazione al territorio in cui si può ipotizzare l'attuale penisola scandinava. Il consolidamento del nome Skandza, Scandinavia, a noi così familiare oggi, avvenne, a quanto pare, proprio nei decenni in cui il gotico svedese e tedesco iniziò a prendere forza.

Cito a sostegno di un estratto dall'opera del cartografo tedesco del XVI secolo. "Schondia" (Schondia) di Jacob Ziegler, pubblicato nel 1532, con una descrizione del nord dell'Europa: "Per quanto riguarda Götaland, Svejaland e Finlandia, così come la Lapponia, che si estende fino al Polo Nord, inoltre - Groenlandia, Chersonesus (Chersonesus ) e l'isola di Thule ho ricevuto chiarimenti dai più meritevoli vescovi gotici, Giovanni Magno di Uppsala e Pietro di Vasteros, con i quali ho stretto amicizia durante il mio soggiorno a Roma e ho trascorso molto tempo con loro. Il Vescovo di Uppsala, ancor prima del mio arrivo, cominciò a scrivere i suoi commenti sulla Scandinavia e me li diede da leggere.

Ma dal momento della creazione della mappa di Olaus Magnus alla definizione definitiva del nome Scandinavia per l'attuale penisola, è passato ancora del tempo. Almeno nel XVII secolo al posto del nome Scandia sugli schizzi fatti in casa svedesi per le mappe, si poteva anche vedere il nome Hyperborea. Di conseguenza, non abbiamo dati geografici chiari su quale isola intendesse la Giordania, e anche quali isole fossero intese da autori antichi con i nomi Scandia o Scatinavia. Per quanto riguarda Terra Scania o Skane, sicuramente non si adatta come luogo di esodo per i Goti, poiché nell'alto medioevo era abitata dai danesi e non dai geti svedesi.

Pertanto, la risposta alla domanda sulla provenienza dei Goti, in accordo con le conclusioni degli studi medievali dell'Europa occidentale, compreso lo scandinavo, è la seguente: coloro che prima di altri iniziarono a essere chiamati Goti vivevano nel territorio della moderna Polonia o un po' più a sud. L'aspetto del paesaggio dell'Europa centrale nell'alto medioevo dovrebbe essere studiato a parte.

Consideriamo ora la domanda su chi siano i Goti. E per cominciare, conosciamo la reazione che il mito degli svedesi-goti suscitò tra i contemporanei, ad es. dagli storici dell'Europa occidentale dei secoli XV-XVI. Nelle mie pubblicazioni (ad esempio, e), ho parlato del fatto che l'immagine della Svezia, poiché la casa ancestrale è pronta, è stata sviluppata da un certo numero di rappresentanti del gotico svedese, la figura più grande tra cui il già citato John Magnus. I. Magnus trascorse la maggior parte della sua vita fuori dalla Svezia, nei centri europei dell'umanesimo, dove cercò con zelo di difendere l'idea dell'antichità della Svezia e la sua missione speciale. Fin dalla giovinezza, Magnus si dedicò a una carriera spirituale e nel 1517, come legato plenipotenziario svedese, fu inviato a Roma, dove fu subito coinvolto nel vortice del confronto ideologico che regnava in Italia e si colorò di “anti- propaganda gotica degli umanisti italiani. 7

I. Magnus non tornò mai in patria, perché reagì negativamente alla politica riformista del re svedese Gustav Vasa e non volle abbandonare il cattolicesimo e riconoscere il luteranesimo, cosa che lo mise in opposizione al re. Qui a Roma, prese la penna e iniziò a scrivere la sua stravaganza storica sui Goti, gli antichi antenati dei re svedesi. I. Magnus lavorò a quest'opera fino alla sua morte nel 1544, anche se la prima versione fu completata già nel 1540. Fu pubblicato dal fratello di I. Magnus, Olaf Magnus con il titolo "Historia de omnibus Gothorum Sveonumque regibus" nel 1554 a Roma. Questo lavoro ha portato I. Magnus alla fama postuma tra il pubblico istruito dell'Europa occidentale, e in futuro ha svolto un ruolo sfortunato per la storia russa, diventando uno degli stampi del normanno.

Cosa ha spinto I. Magnus a diventare un cantore e araldo del gotico svedese? Prima di tutto, ovviamente, il corso oggettivo di sviluppo della vita ideologica e politica dell'Europa occidentale dei secoli XV-XVI, il cui tono fu dato dagli umanisti italiani e dalla loro guerra dell'informazione contro la popolazione di lingua tedesca del Santo Impero Romano, condotto sotto forma della cosiddetta propaganda antigotica, ad es. sotto forma di una presa in giro della storia e della cultura dei paesi nordici. Perché questa propaganda consisteva nella presentazione di resoconti storici assurdi della popolazione di lingua tedesca come "Goti"?

Quindi, dopotutto, in guerra come in guerra! La propaganda dovrebbe essere semplice e comprensibile. Inoltre, tra la popolazione delle città tedesche, c'era costantemente uno sfondo di protesta contro la "tirannia papale" che irritava la Chiesa cattolica romana. E se a questo aggiungiamo la prosperità e la vibrante cultura delle città tedesche, allora tutto doveva corrispondere e formare un degno bersaglio per i bombardamenti di propaganda. Il marchio "barbari goto-germanici" iniziò ad essere plasmato dagli umanisti italiani dai nomi dei Goti (Gothons, Guts) e tedeschi conosciuti fin dall'antichità come nome comune per i barbari nordeuropei. Ciò era tanto più conveniente in quanto entrambi i nomi avevano un'origine vaga e una storia intricata, come verrà discusso di seguito.

Ha fatto molto per introdurre questo marchio coscienza pubblica un umanista italiano come Flavio Biondo (1392-1463). Era il segretario dell'ufficio pontificio e, naturalmente, un uomo esperto di casistica verbale. Come tutti gli statisti italiani e i capi della chiesa del Rinascimento, prestò molta attenzione a ricreare il "passato luminoso" degli italiani, scrisse diverse opere sulla storia romana, in cui perseguì fermamente l'idea che la ragione del crollo dell'Impero Romano fu la conquista gotica o l'invasione dei barbari tedeschi. 8

In breve, i termini vengono negoziati e gli umanisti italiani iniziarono a usare il termine "barbari goto-germanici" nel tentativo di dimostrare la "colpa" storica della popolazione di lingua tedesca del Sacro Romano Impero nella distruzione del grande cultura antica. È stata questa guerra dell'informazione che ha portato l'opera di Jordan "Getica" fuori dal cerchio dell'oblio e l'ha messa in mostra al pubblico.

Scoperto da E. Picollomini nel 1450, il manoscritto dell'opera di Jordanes fu pubblicato per la prima volta nel 1515 dall'umanista tedesco Konrad Pevtinger. Ma anche nel manoscritto iniziò rapidamente ad essere introdotto nella circolazione scientifica dagli storici tedeschi e svedesi. Il teologo e storico tedesco Krantz († 1517) creò la sua "Cronaca danese, svedese e norvegese", dove una parte significativa era dedicata alla storia dei Goti, tratta dal manoscritto giordano. Nel 1470, lo storico svedese Eric Olai scrisse una storia in lingua latina dei sovrani gotici che provenivano dalla Scandinavia/Svezia. Nel 1455 fu scoperto un manoscritto della Germania di Tacito e nel 1519 l'opera di Tacito fu pubblicata dallo storico alsaziano Beatus Renanus. Tutto ciò ha fatto girare un volano di zelante studio delle fonti che potevano indebolire o smentire del tutto le accuse degli umanisti italiani. Ma questa era una nuova tendenza portata in vita dalla politica. Tuttavia, a quel tempo c'era anche una tradizione scientifica che incontrava il ridicolo di questa storiografia "neogotica".

Nel 1517 fu pubblicata l'opera dello storico polacco M. Mechovsky “Trattato sui due Sarmati”, in cui l'autore, secondo l'antica tradizione, menzionava i Goti come un popolo che viveva vicino al Mar Nero e in Asia Minore, da dove iniziarono le loro conquiste e migrazioni. I. Magnus ha immediatamente risposto con una lettera di protesta a Mechovsky, perché vedeva nel suo lavoro una violazione dell'idea dell'origine dei Goti dalla Svezia. È interessante citare alcuni frammenti della lettera di Magnus:

Non c'è notizia più entusiasmante e accattivante per me, un Goto, o, se vi si addice, uno Svedese, di quella che introduce un nuovo studio riguardante l'origine dei Goti, e da cui abbiamo il diritto di aspettarci attendibilità e scrupolosità nel cercare di fare chiarezza su questo tema. Ho sempre avuto un profondo interesse per la lettura delle opere di scrittori storici e cosmografi... prima di tutto, con particolare zelo, mi sono sforzato di ottenere una conoscenza completa di dove prendessero vita i cosiddetti Goti: questo popolo barbaro, portatore di morte e corruzione, senza Dio.

Oh signore onnisciente! Vediamo che i più famosi storici e geografi dell'antichità, menzionando i Goti, affermarono con certezza che provenivano dal regno di Svezia, la mia patria.

Se qualcuno può confutare l'evidenza che questi Goti fossero svedesi, allora vorrei vedere motivi veri o almeno inverosimili.

Più di una volta ho avuto occasione di entrare in discussioni e controversie con estranei su quali qualità hanno i diversi popoli. Ma non appena hanno scoperto che ero una persona gotica, hanno detto che erano pronti a temere che i barbari tacessero e che gli slavi scomparissero per sempre; con espressioni di disgusto e maledizioni contro la prole di questo popolo senza Dio, hanno riferito con tutta indiscutibilità che i suoi discendenti dovrebbero essere evitati come seme di serpente ...

Ovviamente da queste considerazioni, che dovrebbero essere intese come una virtù, i miei antenati sopra menzionati - i Goti, quando si unirono alle sante usanze della religione cristiana, poi, lasciando le loro manie e abitudini pagane, vollero cambiare il loro nome pagano - il Goti agli svedesi e decisero che le zone che erano conosciute sotto il nome di Gothia, da quel momento ricevessero il nome di Svezia ... 9

Come puoi vedere, il processo mentale di Magnus è semplice: abbiamo sempre saputo di essere Goti, ma abbiamo iniziato a nascondere l'antico nome chiamato Svezia, temendo le maledizioni della gente. Vale anche la pena prestare attenzione al fatto che diversi decenni di promozione dell'idea della Svezia come patria ancestrale dei Goti hanno portato al fatto che I. Magnus credeva nell'esistenza di fonti antiche che confermassero queste idee, mentre non c'erano tali fonti.

Ciò è stato sottolineato da Mekhovsky, che ha pubblicato la lettera di Magnus insieme alla sua risposta caustica, dove ha scritto che era ovvio per lui che il suo giovane amico aveva letto i racconti di scrittori antichi sulla vasta isola densamente popolata di Scandia, dove molti vivevano i popoli. Ma cosa gli dicono le sue stesse impressioni? Sulla strada per Roma, ha potuto vedere con i propri occhi quanto fosse piccola e povera la sua Scandinavia. Sì, storici esperti hanno riferito dell'esodo dei Goti dalla Gozia, ma nessuno ha scritto che fosse la Svezia o la Finlandia! Come possono mai lui o altri rappresentanti del gotico dimostrare che i Visigoti e gli Ostrogoti provenissero da quelle due aree che portano nomi consonantici, sebbene non ci sia una sola fonte danese, svedese o gotica di quel periodo? Non puoi presentare una fonte svedese di quei tempi, perché non esistono, e ciò che era nel passato della Svezia è consegnato all'oblio. “Felicità a te! Trova qualcosa di utile, quindi scrivi. 10

Johannesson suggerisce che la risposta peggiorativa di Mechovsky potrebbe essere stata l'impulso sotto l'influenza del quale I. Magnus si è rivolto a scrivere una storia svedese o una storia sui re dei Goti e degli svedesi nello spirito del gotico. Le principali "fonti" per lui erano il suo predecessore svedese Eric Olai, che identificava la Svezia con l'isola di Scandia o la dimora ancestrale dei Goti che conquistarono Roma, e lo storico tedesco Krantz, che rese popolari anche le informazioni dall'opera di Jordan, ad es. gotico tedesco e svedese. Queste sono tutte le "fonti".

Quindi, vediamo che l'idea della Svezia come patria ancestrale dei Goti è stata messa in pratica dal potere degli interessi politici, e la scienza storica ha subito iniziato a ridere di questa idea. M. Mechowski, oltre a una conoscenza approfondita degli autori antichi e dell'Europa occidentale del Rinascimento, si basava anche su una forte storiografia polacca. Va ricordato che uno dei più autorevoli cronisti polacchi che influenzò le successive generazioni di storici fu Jan Dlugosz (1414-1480), il più grande conoscitore di fonti storiche, che conosceva molto bene anche la storia dell'Europa orientale.

Pertanto, iniziando a chiarire la questione di chi siano i Goti, bisogna comprendere chiaramente la disposizione delineata: la questione dei Goti nei secoli XV-XVI. era diviso tra due sfere: la sfera ricerca scientifica e la sfera degli interessi politici, dove l'informazione scientifica non soddisfaceva le esigenze politiche. La politica, ovviamente, si è fermata e la scienza è stata dimenticata per molto tempo. Come ciò accadde è illustrato dalla seguente storia, che mostra quanto fosse importante la corona svedese sviluppo di successo mito politico sulla Svezia come patria ancestrale dei Goti.

Tra i dotti che deridevano la versione dei goti svedesi c'era Olaf Petri (1493-1552), storico svedese e illustre riformatore della chiesa svedese. E per questa critica, ha quasi pagato con la vita. Petri era la mano destra del re svedese Gustav Vasa nello stabilire il luteranesimo in Svezia. Ma il re era estremamente interessato alla creazione di un solido lavoro storico che mostrasse la connessione genetica della storia svedese con la storia degli antichi Goti. Tentativi di attribuire la storia gli antichi Goti come prologo alla storia svedese furono intrapresi sotto i predecessori di Gustav Vasa e anche allora furono usati per giustificare le speciali ambizioni politiche dei governanti svedesi, che, per la loro attuazione, avevano bisogno di una dottrina storica che giustificasse la superiorità della Svezia tra gli altri scandinavi Paesi. Il passato eroico dei Goti come diretti antenati dei re di Svezia, come preambolo al panorama della storia svedese, era in sintonia con questi obiettivi.

Quando il re Gustav Vasa si rese conto della necessità di utilizzare l'idea di un "passato luminoso", anche se fittizio, per sviluppare un'ideologia che consolidasse la società, è chiaro che Olaf Petri era visto come un tale stratega politico. Fu lui, e non il dissidente e disertore John Magnus, che fu preparato dal destino stesso a diventare la prima persona nel campo della coltivazione della storia ufficiale svedese, tenendo presente la sua posizione di uno dei più autorevoli predicatori svedesi del luteranesimo e, grazie a questo, la sua vicinanza al re Gustav Vasa. Il re, ovviamente, si aspettava che "Maestro Oluf", che lo aveva così fedelmente servito nell'introdurre il luteranesimo in Svezia, avrebbe anche agito come creatore di un'opera politicamente corretta che avrebbe assicurato alla Svezia la magnifica corona della patria ancestrale dei Goti e dare alla giovane dinastia Vaza radici antiche. O. Petri si mise al lavoro e tra il 1530 e il 1540 creò l'opera "The Swedish Chronicle", che presentò al re. undici

Ma The Swedish Chronicle di Petri fece arrabbiare il re, perché in quest'opera, secondo il ricercatore svedese Göran Sahlgren, Petri mostrava una completa assenza di vanità nazionale e nel XVI secolo, pieno di sciovinismo, la sua ricerca della verità non poteva essere compresa. Cosa si intendeva qui, quale verità stava cercando O. Petri? Tutto è molto semplice: il "maestro Oluf" ha scritto un saggio sulla vera storia della Svezia nell'antichità, così come la conosceva (come Mechovsky). Ecco alcuni estratti da esso:

Dovresti sapere che nelle nostre cronache svedesi ci sono un bel po' di informazioni attendibili su ciò che avevamo realmente nei tempi che precedettero il cristianesimo. Nella vita dei nostri antenati, c'erano pochi eventi di cui valesse la pena scrivere, e in alcuni momenti non c'era proprio nulla di cui scrivere. Quel poco che c'era era scritto usando l'unica lettera che era disponibile nel nostro paese in passato e che ora si chiama lettere runiche.

Si potevano fare solo pochi documenti in scrittura runica, poiché la scrittura latina che usiamo ora ci è pervenuta insieme ai missionari cristiani. E quando è stato accettato scrittura latina, poi la lettera precedente si è rivelata dimenticata, e con essa quasi tutto ciò che era scritto su di essa si è rivelato dimenticato ... Non abbiamo informazioni affidabili sul fatto che i nostri antenati abbiano scritto o meno qualcosa di significativo nella scrittura runica, poiché molto dal periodo precristiano ci sono pervenute poche informazioni attendibili. Una cronaca danese (probabilmente riferendosi a Saxo Grammatik - L.G.) racconta molto di ciò che è accaduto in passato nei nostri tre regni, e la storia risale a tempi antichi. Ma è improbabile che il suo autore ne abbia motivo, perché in Danimarca commettono lo stesso errore che facciamo noi, cercando nella storia antica di trovare la grandezza come ricompensa per i posteri. Ma è terribile pensare che in questo caso la verità ci sfugga, ed è questo che i cronisti dovrebbero temere più di tutto...

È altamente dubbio che avessimo fonti scritte in tempi precedenti. Tuttavia, è risaputo che i nostri antenati, come i greci e i latini, avevano versi poetici e fiabe composte in onore di uomini eccezionali che si distinguevano per imprese e grandi azioni ... le storie erano colorate di fantasie e parole , onori e insegne furono attribuiti agli eroi ... I primi compilatori di cronache danesi e svedesi li basarono su molte delle vecchie storie, canzoni e altri scritti di fantasia lasciati dai tempi passati e misero tutto per iscritto, anche se non è noto cosa è realmente accaduto e cosa no ... E poiché noi svedesi non facciamo un solo lavoro storico antico, come alcuni altri popoli, allora non abbiamo informazioni affidabili né sull'origine del nostro popolo svedese, né su cosa La Svezia era come nell'antichità.

Le famose opere storiche raccontano del Regno di Goth e del tempo della sua comparsa. Ma si può seriamente pensare che queste storie riguardino i Goti che ora vivono in Svezia? Quegli antichi Goti (anche se sono davvero così vecchi come alcuni credono?) o le persone che per prime iniziarono a essere chiamate Goti, non potevano in alcun modo essere le stesse persone che vivevano con noi in Svezia. Questo popolo viveva nel luogo dell'attuale Ungheria o un po' più a sud. Il paese dei Goti esiste fin dall'antichità, fin dai tempi del diluvio universale, e ci sono molte prove scritte al riguardo. È improbabile che si siano trasferiti lì dal nostro paese. È più plausibile che alcuni di loro una volta si siano trasferiti da lì a noi e siano rimasti qui. Ma tutto questo non si sa con certezza, si tratta di indovinare, non possiamo determinare cosa fosse affidabile in quei tempi lontani, quindi è meglio non farlo affatto che vagare a caso ...

Oh, e Gustav Vasa era furioso quando ha letto le ingenue rivelazioni del "Maestro Oluf". Del resto la "Cronaca Svedese" di Petri non ha nemmeno messo in discussione l'idea di identificare la Svezia con la patria ancestrale dei Goti, fondamentale per il gotico, l'ha semplicemente distrutta, non lasciando nulla di intentato al mito! E per cosa?! Ha bisogno della verità, capisci? Cercatore di verità, intellettuale! In prigione, bastardo, sul ceppo! E cosa deve fare il re?

Infatti, abbastanza recentemente - nel 1523 - Gustav Vasa ha preso il controllo del paese, devastato e inzuppato di sangue in innumerevoli battaglie e battaglie tra rappresentanti della nobiltà svedese e i re dell'Unione di Kalmar - immigrati dalla Danimarca, dalla casa Pomerania-Meclemburgo o Baviera . Il primo periodo del suo regno fu segnato da una serie di grandi rivolte in diverse zone della Svezia, che furono una reazione a una politica fiscale più severa, nonché alla riforma religiosa e all'introduzione del luteranesimo invece del cattolicesimo. Per unire un paese lacerato in un organismo funzionante, Gustav Vasa aveva bisogno di un'ideologia appropriata come l'aria o, come si direbbe ora, un'idea nazionale. L'idea che un'idea nazionale unificante sia il frutto della storia nazionale, rappresentata dalle immagini del glorioso passato del popolo, è stata padroneggiata dall'umanesimo dell'Europa occidentale per più di centocinquanta anni. Era questo tipo di lavoro - una brillante saga eroica sugli "antichi Goti" che ci si aspettava da Olaf Petri.

E Petri ha preso la posizione di un beato cercatore di verità e si è lanciato in discussioni su quello che, dicono, chissà cosa è successo nei tempi antichi in Svezia: non avevamo cultura, non c'erano fonti scritte, c'erano solo rime e rune scrivendo, quindi non scapperai molto per comporre, e se succede qualcosa, allora tutto questo ci è arrivato dal continente, e non viceversa, da noi - lì. L'incapacità di comprendere le esigenze del momento è costata cara a "Maestro Oluf": è stato accusato di aver cercato di ispirare il "veleno del tradimento" ("förgiftigh otrooheet") nelle menti dei sudditi del re nella sua cronaca, e condannato a morte .

La sentenza però non fu eseguita, il re perdonò Petri (dopotutto quasi il "fondatore" del luteranesimo in Svezia), condannandolo a pagare una grossa multa, e continuò anche la sua carriera di religioso e scrittore. Ma il "maestro Oluf" non è diventato il dominatore dei pensieri storici della società svedese. Gustav Vasa proibì la pubblicazione della sua cronaca svedese, considerandola un'opera dannosa. Dopo la morte di Petri, il re sequestrò il suo archivio, sospettando che potessero esserci altre cronache "segrete" dal contenuto inaffidabile che avrebbero dovuto essere messe sotto controllo in modo che "questo M. Oluf (come se fosse il più grande nemico della Svezia) non potesse esporre maggiormente la Svezia al ridicolo, agli sputi e ai rimproveri, come ha già fatto scrivendo questa sua cronaca ( quelli. "Cronaca svedese" - L.G.)". 12

Pertanto, la concezione veritiera e basata sulle fonti della storia della Svezia, presentata da Olaf Petri, è stata dichiarata un rimprovero al passato svedese e l'autore stesso è stato dichiarato nemico del popolo. COME storia ufficiale In Svezia, la storia immaginaria di I. Magnus sui Goti - i diretti antenati dei re svedesi fu approvata e generazioni di svedesi iniziarono ad essere allevate su di essa, provocando la sensazione euforica che Nordström cita all'inizio dell'articolo.

Il lavoro di Magnus ha ricevuto popolarità paneuropea. Fu pubblicato a Basilea nel 1558, a Colonia nel 1567 e divenne gradualmente una delle opere più apprezzate. Un contemporaneo di Magnus, il professore danese Hans Münster, scrisse con dispiacere nel 1559 da Londra che la storia dei re dei Goti e degli Svedesi andava a ruba a Londra, e allo stesso tempo, infondate finzioni del “grande Goth” (ovvero I. Magnus), e che anche il re danese trovasse un autore capace di produrre un'opera simile sulla Danimarca.

In questi modi europei comuni, come parte del mito politico svedese, la storia di Magnus sui Goti arrivò dalla Svezia alla Russia nel XVIII secolo. Ma se in Svezia negli ultimi decenni il pensiero storico ha abbandonato le fantasie di I. Magnus e, di fatto, ha riconosciuto la correttezza della visione di O. Petri sull'antica storia della Svezia, allora in Russia le mantengono con tenacia degna di miglior utilizzo, e sono gli archeologi russi l'ultimo rifugio delle fantasie di Magnus.

Lascia che ti ricordi le parole di D. Harrison che sia fonti scritte che materiale archeologico moderno confutare l'esito dei Goti o di coloro che per primi iniziarono a chiamarsi Goti (un avvertimento molto importante!) dalla Svezia. Diamo anche una rapida occhiata a fonti note per vedere in quale contesto e in quale società si trova il nome dei Goti e grazie a ciò per determinare chi si chiamava Goti - un necessario chiarimento della domanda "chi sono i Goti? E come si collegava il loro nome con il nome dei tedeschi?

Lo storico bizantino del VI sec. Incontriamo Procopio di Cesarea, ad esempio, la menzione del nome dei Goti sia come etnonimo separato che come nome collettivo per molti popoli: “In passato c'erano molte tribù gotiche, e ce ne sono molte adesso, ma i più grandi e significativi di loro erano i Goti, i Vandali, i Visigoti e i Gepidi. 13

Ma i Germani di Procopio di Cesarea non si identificano con i Goti: “I Vandali abitavano vicino a Meotida. Soffrendo la fame, andarono dai tedeschi, ora chiamati Franchi, e al fiume Reno, annettendosi la tribù gotica degli Alani. 14

Quindi, lo vediamo nei secoli V-VI. molti popoli potevano agire sotto il nome comune dei Goti: Vandali, Alani, ma non Germani. Si parlava di Germani e Goti in questo periodo come popoli diversi o diversi gruppi popoli che costituivano diverse comunità etnopolitiche. Inoltre, a quel tempo era nota la tradizione di associare l'origine dei Goti a Sauromates e Melanchlens: "In passato, tuttavia, essi (i Goti - L.G.) erano chiamati Sauromates e Melanchlens". 15

M. Yu ha ricordato l'origine dell'Europa orientale dei Goti. Braichevsky, osservando che i Goti del Mar Nero non possono essere considerati tedeschi "puri" e che per gli autori tardoantichi i Goti erano nativi le steppe del Mar Nero, e il loro etnonimo nelle fonti era sinonimo del nome "Sciti". 16 Secondo lo storico gotico Giordane (metà del VI secolo), i Goti sono i successori dei Geti traci, mentre lo storico bizantino Teofilatto Simokatta (inizio VII secolo) identifica i Geti con gli Slavi.

Ecco un altro esempio tratto da Procopio di Cesarea: “Gizeric (il re dei Vandali nel 428-477 - L.G.) divise i Vandali e gli Alani in gruppi ... Dicono, tuttavia, che il numero di Vandali e Alani in passato fosse non superare i cinquantamila ... Poi solo grazie alla nascita dei loro figli e all'aggiunta di altri barbari a loro, raggiunsero una tale folla ... Ma i nomi degli Alani e di altri barbari, ad eccezione dei Maurusiani, furono assorbiti col nome dei Vandali. 17

Il noto medievalista austriaco e ricercatore della storia dei barbari H. Wolfram ha notato che dalla prima menzione del nome "Goti" da fonti antiche tra 16 e 18 anni. d.C., per diversi secoli questo nome coprì una varietà di popoli. Ci sono stati periodi in cui il nome dei Goti è scomparso. Ad esempio, tra il tempo di Tolomeo e gli anni '60. 3° secolo cessò di essere trovato nelle fonti, per poi riapparire come etnonimo, che cambiò il nome "Sciti". Tuttavia, essendo esistito per un po 'di tempo, è sprofondato di nuovo nell'oblio, quindi da nessuna parte senza formare una nazionalità medievale e abbastanza presto trasformandosi in un mito accessibile a tutti.

La storia eterogenea del nome è pronta (comprese numerose forme della sua manifestazione, in particolare, come Gutones, Guten, Gothicus nel titolo dell'Imperatore Claudio II, Gutani, Gauthigoth, toponimo daco gotia ecc.) porta alla conclusione che i portatori di questo nome vivevano in simbiosi con molti popoli, dissolvendosi in altri popoli e, come notava Wolfram, non formarono il proprio popolo, ma divennero un focolaio di miti storici. Per lo più i popoli che portavano il nome di Goti potevano essere localizzati nell'Europa orientale o nell'Europa centrale e Europa del Sud, cioè. ripetendo le parole di Braichevsky, i Goti non furono mai tedeschi "puri", poiché i portatori di questo cognome erano originariamente associati al nord dell'Europa. Ma anche il nome "tedeschi" nell'alto medioevo di tanto in tanto scompariva, dissolvendosi in altri nomi e popoli, per poi ricomparire dopo qualche tempo, per volontà politica.

Nel passaggio sopra di Procopio di Cesarea, vediamo che il nome dei tedeschi del VI secolo. sciolto in nome dei Franchi. Mezzo millennio prima di Procopio di Cesarea, incontriamo la descrizione dei Germani di Tacito nella sua famosa opera "Germania". 18

Secondo Tacito, il nome tedeschi era conosciuto in due modi. In primo luogo, è menzionato da un antico storico come antico nome tribale di uno dei gruppi etnici, che viveva sulla riva orientale del Reno e divenne famoso per il fatto che i suoi membri furono i primi a cacciare i Galli attraversando la riva occidentale del Reno. In secondo luogo, divenne noto come nome cumulativo dell'intera popolazione a causa dei successi militari dei portatori del nome dei Germani ("il nome della tribù prevalse e si diffuse a tutto il popolo", si legge nella "Germania" di Tacito "). La storia è comune e facilmente proiettabile sulla storia di molti paesi e tempi: diversi gruppi etnici ricevono o prendono il nome di uno dei membri di questa comunità come nome collettivo comune.

Lo storico tedesco H. Schulze descrisse i tedeschi all'inizio dell'era come “barbari del terribile nord nebbioso, che fuggirono dallo sfavore della natura ... cercando di stabilirsi all'interno dell'Impero Romano e che parteciparono alla sua difesa. A Roma, questi barbari settentrionali erano chiamati Germani, nome che Cesare adottò dai Galli. Questi, a loro volta, chiamarono i popoli selvaggi che tentarono di invadere la Gallia da dietro il Reno, e Cesare dal loro nome fece la designazione dell'area dall'altra parte del Reno e del Danubio, chiamandola Germania (Germania). La parola "tedesco" non era altro che un riferimento a persone provenienti da luoghi oscuri a est del Reno. Gli scienziati discutono ancora sull'omogeneità etnica e linguistica dei tedeschi. 19

L'idea di omogeneità etnica e linguistica della Germania di Tacito è una costruzione di rappresentanti del gotico tedesco del XVI secolo. Fu allora, osserva Wolfram, che il concetto di "Germanus" fu equiparato al concetto di "Deutsch". Questa "omogeneità" è stata costruita dai rappresentanti del gotico tedesco - gli storici Irenik, Pirckheimer e altri, usando il marchio degli umanisti italiani sui goti-tedeschi, ai quali i gotici tedeschi collegavano anche gli svedesi. Era una struttura artificiale, ma grazie ad essa il gotico ha acquisito la sua leggenda, la sua spina dorsale concettuale.

Si tratta di fonti scritte. Per quanto riguarda il materiale archeologico moderno, vorrei ricordare che un'invenzione come una vela apparve nei paesi della penisola scandinava solo a cavallo tra il VII e l'VIII secolo, e questo fatto dovrebbe essere preso in considerazione nella ricostruzione degli eventi dell'inizio della nostra era associata a persone provenienti dai paesi scandinavi, insieme a spedizioni marittime. Per quanto riguarda la storia dei popoli che abitavano il territorio della Svezia moderna, va tenuto particolarmente conto che solo navi adatte alla navigazione costiera. Inoltre, se la spedizione in un modo o nell'altro è associata ai re degli svedesi, allora uno dei più grandi storici svedesi Kurt Weibull ha parlato dei Getae, "inseriti" tra i danesi e gli svedesi, come un popolo di terra: "Tutto ciò che si sa dei Getae svedesi non dà motivo di considerarli gente di mare. 20

Cosa dice? Ciò suggerisce che tutte le precedenti dichiarazioni sulle spedizioni marittime di immigrati dai paesi scandinavi, risalenti a tempi antichi, richiedono ulteriori e ulteriori ricerche.

A quale conclusione porta il materiale esaminato? È abbastanza ovvio che il nome dei Goti sia associato alla storia dei barbari della cosiddetta era della Grande Migrazione, dove il palcoscenico principale è l'Europa centrale e il sud dell'Europa orientale e occidentale, e non la penisola scandinava . Le comunità che sorsero e scomparvero in quel tempo caotico non erano basate su una comunità biologica, ma sull'autorità di un capo militare di successo. La storia di queste comunità, secondo Wolfram, equipara “i concetti di “popolo” e di “esercito”, restando così sulla base della realtà storica... le fonti confermano la fondamentale multietnicità delle gentes. Non sono popoli "interi"; non coprono mai tutti i possibili membri dello stesso genere, ma sono sempre mescolati; il loro emergere non è una questione di consanguineità, ma di struttura interna. In un primo momento, questo non significa altro che unire e mantenere l'unità dei gruppi eterogenei che compongono l'esercito barbaro. Capi e rappresentanti dei “famosi”, cioè di quelle famiglie che traggono la propria genealogia dagli dei e possono dimostrare con adeguato successo il proprio carisma, formano dei “centri di gravità tradizionali”, attorno ai quali sorgono nuove tribù: grazie a loro, comunità etniche sono frammentati e cambiano la loro composizione. Chi si è attribuito a questa tradizione, per nascita o per prove, faceva parte della gens, cioè membro di una comunità che ha un'origine comune non per sangue, ma per tradizione. 21

Di conseguenza, la storia dei portatori del nome è pronta: questa è la storia di quelle fragili formazioni multietniche vissute come "esercito" e non come "popolo". In un turbolento vortice di eventi, il nome passò da un nome tribale a un gruppo di popoli, e un popolo nato nell'antichità con un nome poteva cambiarlo e continuare a vivere sotto un altro. Solo le più potenti organizzazioni etno-politiche sopravvissero a questo "tempo di guai" e, dopo aver sciolto comunità instabili nelle loro fornaci, iniziarono a formare popoli e stati entro la fine dell'era nominata. Pronto tra un etnopolitico così forte non lo era.

E se non fosse per una speciale combinazione di circostanze politiche, forse il nome dei Goti rimarrebbe anche uno dei tanti nomi barbari, la cui conoscenza non andrebbe oltre l'orbita dell'educazione accademica.

È vero, c'è una circostanza su cui vale la pena riflettere. I governanti gotici prestarono grande attenzione alla trascrizione degli eventi della loro vita e attività sotto forma di scrittura storica. Forse altri governanti barbari erano gli stessi, forse sappiamo solo di più sui Goti che su altri. Ma comunque. Rimane, ad esempio, la prova che il re visigoto Eurige espresse interesse a scrivere la storia dei Goti di Apollinare Sidonio (430-486), famoso scrittore e poeta gallo-romano, diplomatico e vescovo di Clermont. Sidonio rifiutò l'offerta. Wolfram lo deplorava, perché, secondo lui, Sidonio aveva una conoscenza seria e accurata della storia dei re visigoti, e potremmo sbarazzarci di molti "forse" nello studio della storia dei Goti. Ma fu proprio la conoscenza accurata che indusse Sidonio a rifiutare la proposta di Eurico, e anche che Eurico accettò questo rifiuto. La storia dei re visigoti fu scritta più di cento anni dopo dall'arcivescovo Isidoro di Siviglia.

Ma usiamo, come sapete, la storia di Giordane, che raccontò l'opera di Cassiodoro, che prestò servizio alla corte di Teodorico il Grande e scrisse nel 538-539. Non ci è pervenuto un solo frammento dell'opera di Cassiodoro, e solo la sua caratterizzazione della sua opera è pervenuta, come tentativo di collegare la storia dei Goti e dei Romani, per i quali ha utilizzato leggende barbariche semidimenticate. Queste "leggende" furono raccontate da Jordan, citando a suo nome alcuni "antichi canti" dei Goti, sui quali faceva affidamento. Una tale descrizione della storia dell'emergere dell'opera principale sui Goti ricorda molto l'emergere dell'opera di Magnus sui Goti, che lui, a sua volta, cerca di "collegare" con i re svedesi.

Pertanto, nei moderni studi medievali, non c'è solo una revisione critica del mito dei Goti come immigrati dalla Scandinavia, ma anche la qualità della fonte da cui è cresciuto questo mito, vale a dire il Getiki di Jordan. Puoi leggere di questo nell'articolo di D.S. Konkova - "Getika" di Jordan - Leggenda storica gotica o congiuntura dell'epoca: lo stato attuale dello studio del problema.

E infine: poiché la storia dei Goti è legata all'antica storia russa con vari fili, è tempo che i medievalisti russi ripensino criticamente ciò che ora si sa sui Goti e separino nettamente la sostanza storica dal fantasma della storia creato dalle frasi.

Lidia Groth,
Candidato di Scienze Storiche

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54 commenti: Chi sono i Goti e da dove vengono?

Vlad-rzn dice:

• Evgeny Nefyodov ha detto:

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  Sergeis ha detto:

  • Evgeny Nefyodov ha detto:

    • Vladimir. parla:

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                Vladimir dice:

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                  Sergeis ha detto:

                  • Evgeny Nefyodov ha detto:

                    Pavel Nikolaevich Aristarkhov dice:

                    • Evgeny Nefyodov ha detto:

                      • Vladimir. parla:

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