Alexander Pushkin - Mio zio delle regole più oneste: versi. Mio zio delle regole più oneste

Ciao caro.
Continueremo a leggere insieme "Eugene Onegin". L'ultima volta ci siamo fermati qui:

Nessuna grande passione
Perché i suoni della vita non risparmiano,
Non poteva giambico da una corea,
Non importa come abbiamo combattuto, per distinguere.
Branil Omero, Teocrito;
Ma leggi Adam Smith
E c'era un'economia profonda,
Cioè, è stato in grado di giudicare
Come si arricchisce lo stato?
E cosa vive, e perché
Non ha bisogno dell'oro
Quando un prodotto semplice ha.
Mio padre non riusciva a capirlo
E ha dato la terra in pegno.

Il fatto che Eugenio non fosse in grado di distinguere un giambico da una corea suggerisce che c'erano delle lacune nella sua educazione e, cosa più importante, era estraneo alla versificazione ea tutto ciò che era connesso ad essa. Sia il giambico che il trochee sono dimensioni poetiche. Yamb - la dimensione più semplice, che è ampiamente e ampiamente utilizzata. Questo è un piede poetico a due sillabe con l'accento sulla seconda sillaba. Ecco un esempio di pentametro giambico:
Sei un lupo! Ti disprezzo!
Mi stai lasciando per Ptiburdukov!
In Chorea, l'accento è sulla prima sillaba. Esempio:
Le nuvole si stanno sciogliendo nel cielo
E, raggiante nel caldo,
In scintille il fiume rotola
Come uno specchio d'acciaio

piedi metrici

Chi è Omero, credo, non è necessario spiegarlo (il suo cognome non è Simpson - dico subito), ma pochi conoscono Teocrito, credo. Anche un greco, anche un poeta divenuto famoso per i suoi idilli. Ho imparato di più su di lui quando ero nella bellissima isola greca di Kos, dove questo poeta lavorava al tempio di Esculapio. E sai, ci sono entrato. Il posto è proprio lì...

Theokritos su Kos

Adam Smith è in realtà un profeta e apostolo della moderna teoria economica. Se facevi economia all'università, leggi le opere di questo scozzese. Ebbene, almeno l'opera "On the Wealth of Nations", che all'epoca era estremamente popolare. Eugene, lo lesse (e naturalmente in francese, perché l'inglese non era d'onore) - e iniziò a considerarsi un eminente esperto e ad insegnare a suo padre.

Adamo Smith

A proposito, a quanto pare, Pushkin ha deliberatamente interpretato il titolo di questo libro "potrebbe giudicare come lo stato si sta arricchendo". Un prodotto semplice è la terra, e queste sono le teorie degli economisti francesi di quel tempo. Qui Pushkin ci mostra apparentemente una specie di conflitto tra un figlio più erudito e un padre più "patriarcale". Ma in realtà non c'è conflitto, perché l'autore è ironico, definendo Eugenio un esperto "profondo". di economia aiutare suo padre a evitare la rovina?No, certo, solo in teoria.
Ma citiamo l'ultima parte per oggi.

Tutto ciò che Eugene sapeva,
Raccontami la mancanza di tempo;
Ma in quello che era un vero genio,
Ciò che sapeva più fermamente di tutte le scienze,
Cosa era follia per lui
E fatica, e farina, e gioia,
Cosa ha richiesto tutto il giorno
La sua malinconica pigrizia, -
C'era una scienza di tenera passione,
Che Nazon ha cantato,
Perché ha finito per soffrire
La tua età è brillante e ribelle
In Moldavia, nel deserto delle steppe,
Lontano dall'Italia.

Ovidio.

In generale, Onegin non era solo un sibarita e una pigra mano bianca, ma anche un insidioso seduttore. Che vedremo più avanti. Non solo un dilettante, ma anche un vero professionista :-)
Non tutti sanno chi sia Nason, ma sicuramente hanno sentito nominare Ovidio almeno una volta. Questa è la stessa persona. Nome e cognome Publio Ovidio Nasone. Un antico poeta e arguto romano, uno dei più famosi e popolari, vissuto a cavallo del I secolo d.C. Se non hai letto le sue metamorfosi, te lo consiglio vivamente. E interessante, e hanno agito da modello per un gruppo di autori. Lo stesso Pushkin, per quanto ne so, amava e apprezzava molto Ovidio. Ha cantato la scienza della tenera passione, molto probabilmente, nel suo altro ben noto opera maggiore"La scienza dell'amore". O forse nelle elegie d'amore.

L'ho scoperto leggendo "The Science of Love" nel libro della casa editrice "Amber Skaz", Kaliningrad, 2002

Sotto l'imperatore Augusto, chissà perché, un poeta estremamente popolare fu esiliato nella regione del Mar Nero nella città di Tomy (ora Constanta). Il divertimento è. Che questa non è la Moldavia, ma la Dobrugia, e inoltre questa città è in riva al mare e non nelle steppe. Pushkin, che era in esilio a Chisinau, lo sa perfettamente. Perché abbia commesso un errore deliberato non è chiaro. Anche se, guardando i suoi voti in geografia al Liceo, forse l'errore è stato inconsapevole :-)

Continua…
Buon momento della giornata

"Mio zio ha le regole più oneste" AS Pushkin.
analisi di 1 strofa "Eugene Onegin"

Ancora una volta, "Non pensare alla luce orgogliosa per divertire / Amare l'attenzione dell'amicizia"

E nel giorno del compleanno del poeta
un regalo a chi lo ama strofe
e sa.

Una delle strofe più famose al mondo è l'inizio di "Eugene Onegin".
La prima strofa di "Onegin" preoccupava molti critici letterari. Dicono che S. Bondi potrebbe parlare di lei per diverse ore. Scintille di arguzia, grandezza d'animo, grandiosità dell'erudizione: è impossibile per noi competere con tutto questo.
Ma sono un regista di professione.
E per parlare di questa misteriosa strofa, di cui sono state rotte così tante copie critiche, prenderò il nostro metodo di regia, teatrale, il metodo di un'analisi efficace.
È lecito giudicare la letteratura con i metodi del teatro? Ma vediamo.

Per prima cosa, scopriamo cosa è comprensibile per noi nella stanza 1 e cosa, come si diceva ai tempi dell'ASP, è avvolto nel mistero.

Mio zio delle regole più oneste;
Quando mi sono ammalato sul serio,
Si costrinse a rispettare
E non riuscivo a pensare a uno migliore.
Il suo esempio è scienza per gli altri;
Ma mio dio, che noia
Con i malati seduti giorno e notte,
Senza allontanarsi di un solo passo!...

Quindi, il personaggio principale salta da qualche parte, lungo la strada lavando le ossa di suo zio, che lo ha fatto scappare frettolosamente e correre nella sua tenuta.
È interessante sapere se EO condanna lo zio o lo loda?
"Le regole più oneste" - ad es. agisce come è consuetudine, come dovrebbe essere (un'espressione stabile ai tempi di Pushkin). Grinev è anche un eroe delle "regole oneste", ad es. mantenendo il suo onore. Molti autori citano frase famosa I. Krylova "L'asino era le regole più oneste". Ma difficilmente è correlato al personaggio: lo zio Onegin non è affatto un asino, ma un oggetto diretto da seguire (l'opinione dello stesso Evgenij).
“Il suo esempio è una scienza per gli altri”; "Non avrei potuto pensarci meglio" - vale a dire tutti dovrebbero comportarsi come uno zio. (Prendiamola come la verità.)
Cosa ha fatto uno zio così straordinario? Cosa è così apprezzato dal rappresentante delle giovani generazioni?
Si è "sforzato di rispettare". Questa frase è così vaga che in essa vediamo ostinatamente solo il bellissimo verbo "rispetto", non vedendo una connessione semantica con un altro verbo - "forzato". Costretto! Ecco qui!
Come può un EO indipendente e amante della libertà avere un atteggiamento positivo nei confronti dell'idea di "forzare" qualcuno ?! È mai stato costretto a fare qualcosa nella sua vita? Può il fatto stesso della coercizione esistere nel sistema dei suoi valori morali?
Vediamo, cosa ha pensato lo zio di suo nipote?
Vieni al suo villaggio per salutarlo.
C'è una connessione spirituale tra loro?
EO vuole correre da suo zio?
Perché lo fa?
La risposta per l'Ottocento è ovvia: perché in caso di disobbedienza possono essere diseredati. I proprietari dell'eredità sanno fare anche i trucchi sbagliati. Mi riferirei ai famosi capitoli di Guerra e pace, che raccontano la morte del vecchio conte Bezukhov, ma ai nostri tempi conosciamo storie ancora più brusche.
EO, che aveva da poco perso il padre - e con lui l'eredità - è costretto ad accettare le condizioni dello zio. Non ha altra fonte di vita. Non servire, davvero! Questo raffinato dandy, leone secolare EO non sa affatto come. Non cresciuto in quel modo.
Ma EO condanna anche le pressioni che lo zio esercita su di lui. E, non provando sentimenti affini per lui, EO pensa con desiderio alla noia che lo attende lì, definendo "basso inganno" il risucchio forzato di un parente ricco morente.
Qualunque sia l'EO, ma il basso inganno non gli è affatto peculiare. Pushkin risparmia l'eroe. Arrivato al villaggio, EO trova suo zio "sul tavolo / In omaggio alla terra pronta". Le leccate sono sparite. Non puoi chinarti e non essere cattivo, ma entra con coraggio nell'eredità della tenuta ...

CONTINUA.

Quando mi sono ammalato sul serio,

Si costrinse a rispettare

E non riuscivo a pensare a uno migliore.

Il suo esempio per gli altri è la scienza;

Inizia così il romanzo "Eugene Onegin", scritto da Pushkin. Pushkin ha preso in prestito la frase per la prima riga dalla favola di Krylov "L'asino e l'uomo". La favola fu pubblicata nel 1819 ed era ancora ben nota ai lettori. La frase "le regole più oneste" è stata espressa con sfumature evidenti. Lo zio ha servito coscienziosamente, ha adempiuto ai suoi doveri, ma, nascondendosi dietro " regole oneste”Durante il servizio, non si è dimenticato della sua amata. Sapeva rubare impercettibilmente e fece una discreta fortuna, che ora ottenne. Questa capacità di fare fortuna è un'altra scienza.

Pushkin, per bocca di Onegin, ironizza su suo zio e sulla sua vita. Cosa rimane dopo? Cosa ha fatto per il Paese? Che segno ha lasciato con le sue azioni? Acquistò una piccola proprietà e si fece rispettare dagli altri. Ma questo rispetto non era sempre sincero. Nel nostro stato benedetto, ranghi e meriti non erano sempre guadagnati con opere giuste. La capacità di presentarsi in una luce favorevole davanti ai superiori, la capacità di fare conoscenze proficue, sia allora, ai tempi di Pushkin che adesso, ai nostri giorni, funzionano perfettamente.

Onegin va da suo zio e immagina che ora dovrà ritrarre un nipote amorevole davanti a lui, essere un po 'ipocrita, e in cuor suo pensare a quando il diavolo porterà via il paziente.

Ma Onegin è stato indicibilmente fortunato sotto questo aspetto. Quando entrò in paese, suo zio era già sdraiato sul tavolo, riposato e riordinato.

Analizzando le poesie di Pushkin, i critici letterari stanno ancora discutendo sul significato di ogni riga. Si esprimono opinioni secondo cui "mi sono costretto a rispettare" significa: sono morto. Questa affermazione non resiste ad alcuna critica, poiché, secondo Onegin, lo zio è ancora vivo. Non dobbiamo dimenticare che la lettera del manager ha guidato i cavalli per più di una settimana. E la strada stessa da Onegin non ha richiesto meno tempo. E così è successo che Onegin è passato "dalla nave al funerale".

Mio zio delle regole più oneste,

Quando mi sono ammalato sul serio,

Si costrinse a rispettare

E non riuscivo a pensare a uno migliore.

Il suo esempio per gli altri è la scienza;

Ma mio dio, che noia

Note molto soggettive

NELLE PRIME STRAFFE DELLA MIA LETTERA...

La prima riga di "Eugene Onegin" ha sempre suscitato grande interesse tra critici, critici letterari e storici della letteratura. Anche se, in realtà, non è il primo: davanti ad esso sono poste due epigrafi e una dedica: Pushkin ha dedicato il romanzo a P. Pletnev, suo amico, rettore dell'Università di San Pietroburgo.

La prima strofa inizia con i pensieri dell'eroe del romanzo, Eugene Onegin:

"Mio zio ha le regole più oneste,
Quando mi sono ammalato sul serio,
Si costrinse a rispettare
E non riuscivo a pensare a uno migliore;
Il suo esempio per gli altri è la scienza:
Ma mio dio, che noia
Siedi con i malati giorno e notte,
Non lasciare un solo passo!
Che basso inganno
Diverti i mezzi morti
Sistema i suoi cuscini
Triste dare la medicina
Sospira e pensa a te stesso:
Quando ti porterà il diavolo!"

Sia la prima riga che l'intera strofa nel suo insieme hanno causato e causano ancora numerose interpretazioni.

NOBILI, RAZNOCHINTI E ACCADEMICI

N. Brodsky, l'autore del commento all'EO, ritiene che l'eroe abbia applicato ironicamente a suo zio i versi della favola di Krylov "L'asino e l'uomo" (1819): "L'asino aveva le regole più oneste", e così ha espresso il suo atteggiamento nei confronti del parente: "Pushkin nei pensieri del "giovane libertino" sul forte bisogno "per amore del denaro" di essere pronto "ai sospiri, alla noia e all'inganno" (strofa LII) ha rivelato il vero significato dei legami familiari , coperto di ipocrisia, ha mostrato in cosa si è trasformato il principio di parentela in quella realtà, dove, nelle parole di Belinsky, "interiormente, per convinzione, nessuno ... lo riconosce, ma per abitudine, per incoscienza e per ipocrisia , tutti lo riconoscono."

Era un approccio tipicamente sovietico all'interpretazione del passaggio dell'esposizione. voglie lo zarismo e la mancanza di spiritualità e duplicità della nobiltà, sebbene l'ipocrisia nei legami familiari sia caratteristica di assolutamente tutti i segmenti della popolazione, e anche in Tempo sovietico non è affatto scomparso dalla vita, poiché, salvo rare eccezioni, può essere considerato una proprietà immanente della natura umana in generale. Nel capitolo IV, EO Pushkin scrive dei suoi parenti:

Hm! ehm! nobile lettore,
Tutti i tuoi parenti sono sani?
Lasciami: forse vuoi
Ora impara da me
Cosa significa nativo.
I nativi sono:
Dobbiamo accarezzarli
amore, sinceramente rispetto
E, secondo l'usanza del popolo,
A proposito di Natale per visitarli
O posta congratulazioni
In modo che il resto dell'anno
A loro non importava di noi...
Quindi, Dio conceda loro lunghi giorni!

Il commento di Brodsky fu pubblicato per la prima volta nel 1932, poi ripetutamente ristampato in epoca sovietica, questo è un lavoro fondamentale e solido di un noto scienziato.

Ma anche nel 19 ° secolo, i critici non ignorarono affatto le prime righe del romanzo: i versi servirono come base per accusare sia lo stesso Pushkin che il suo eroe di immoralità. Stranamente, un raznochinets, il democratico VG Belinsky, si alzò per difendere il nobile Onegin.
"Ricordiamo", scrisse il notevole critico nel 1844, "con quanto ardore molti lettori espressero la loro indignazione per il fatto che Onegin si rallegra per la malattia di suo zio ed è inorridito dalla necessità di atteggiarsi a parente rattristato",

Sospira e pensa a te stesso:
Quando ti porterà il diavolo!

Molte persone sono ancora molto scontente".

Belinsky analizza in dettaglio la prima strofa e trova tutte le ragioni per giustificare Onegin, sottolineando non solo la mancanza di ipocrisia nell'eroe del romanzo, ma anche la sua mente, il comportamento naturale, la capacità di introspezione e una miriade di altre qualità positive.

"Passiamo a Onegin. Suo zio gli era estraneo sotto ogni aspetto. E cosa può esserci di comune tra Onegin, che già sbadigliava ugualmente

Tra saloni alla moda e antichi,

E tra un rispettabile proprietario terriero che, nel deserto del suo villaggio

Guardò fuori dalla finestra e schiacciò le mosche.

Diranno: è il suo benefattore. Quale benefattore, se Onegin era l'erede legale del suo patrimonio? Qui il benefattore non è uno zio, ma la legge, il diritto di eredità.* Qual è la posizione di una persona che è obbligata a svolgere il ruolo di un parente addolorato, compassionevole e tenero sul letto di morte di un completamente estraneo ed estraneo a lui? Diranno: chi lo ha obbligato a recitare un ruolo così basso? Come chi? Sensazione di delicatezza, umanità. Se, per qualsiasi motivo, non puoi fare a meno di accettare una persona la cui conoscenza è insieme difficile e noiosa per te, non sei obbligato a essere gentile e persino amabile con lui, anche se dentro di te lo mandi all'inferno? Che una sorta di beffarda leggerezza faccia capolino dalle parole di Onegin - in questo sono visibili solo intelligenza e naturalezza, perché l'assenza di tesa pesante solennità nell'espressione delle ordinarie relazioni quotidiane è un segno di intelligenza. Per le persone laiche, questa non è nemmeno sempre una mente, ma più spesso un modo, e non si può non essere d'accordo sul fatto che questo sia un modo molto intelligente.

A Belinsky, se lo desideri, puoi trovare tutto ciò che desideri.
Lodando Onegin per le numerose virtù, Belinsky, tuttavia, per qualche motivo perde completamente di vista il fatto che l'eroe si prenderà cura di suo zio non solo e non tanto per un senso di "delicatezza" e "compassione", ma per il bene del denaro e della futura eredità, che allude chiaramente alla manifestazione di tendenze borghesi nella mentalità dell'eroe e indica direttamente che, oltre ad altre virtù, non era affatto privato del buon senso e dell'acume pratico.

Siamo quindi convinti che l'abitudine di analizzare le riflessioni frivole del giovane dandy citato da Pushkin sia stata introdotta nella moda da Belinsky. È stato seguito da N. Brodsky, Yu Lotman, V. Nabokov, V. Nepomniachtchi. E anche Etkind, Volpert, Greenbaum ... Sicuramente qualcun altro che è sfuggito al nostro molta attenzione. Ma l'unanimità di opinione non è stata ancora raggiunta.

Quindi, tornando a Brodsky, affermiamo: il critico letterario credeva che le parole "mio zio delle regole più oneste" fossero correlate a un verso della favola di Krylov e alludessero alla scarsità delle capacità mentali di zio Evgenij, che, in effetti, è di niente affatto confutato dalla successiva caratterizzazione data allo zio nel II capitolo del romanzo:

Si stabilì in quella pace,
Dov'è il veterano del villaggio
Per quarant'anni ho litigato con la governante,
Guardò fuori dalla finestra e schiacciò le mosche.

Yu.M. Lotman era categoricamente in disaccordo con questa versione: "L'affermazione trovata nei commenti sull'EO secondo cui l'espressione "le regole più oneste ..." è una citazione dalla favola di Krylov "L'asino e l'uomo" ("L'asino erano le regole più oneste ... ”) non è convincente. Krylov non usa nessun discorso raro, ma un'unità fraseologica vivente del discorso orale dell'epoca (cfr.: "... governava il pio .." nella favola "Il gatto e il cuoco"). Krylov potrebbe essere per Pushkin questo caso solo un esempio di appello al discorso orale e vivo. I contemporanei difficilmente lo percepivano come una citazione letteraria.

* La questione del diritto di eredità in relazione a Onegin richiede un commento avvocato professionista o storico del diritto.

KRYLOV E ANNA KERN

È difficile dire come i contemporanei di Pushkin percepissero questa frase, ma il fatto che il poeta stesso conoscesse la favola è noto dalle memorie di A. Kern, che ne descrisse in modo molto espressivo la lettura da parte dell'autore stesso in uno dei secolari ricevimenti:

“In una delle serate all'Olenin, ho incontrato Pushkin e non l'ho notato: la mia attenzione è stata assorbita dalle sciarade che sono state poi messe in scena e alle quali hanno partecipato Krylov, Pleshcheev e altri. Non ricordo, per qualche fantasma Krylov fu costretto a leggere una delle sue favole. Si sedette su una sedia al centro della sala; ci siamo tutti accalcati attorno a lui e non dimenticherò mai quanto fosse bravo a leggere il suo Ciuchino! E ora sento ancora la sua voce e vedo la sua faccia ragionevole e l'espressione comica con cui diceva: "L'asino aveva le regole più oneste!"
In mezzo a tanto fascino, è stato sorprendente vedere qualcuno che non fosse il colpevole del piacere poetico, ed è per questo che non ho notato Pushkin.

A giudicare da queste reminiscenze, anche se la "figlia del fascino" di A. Kern è attribuita più alla sua civetteria che alla sincerità, la favola di Krylov era ben nota nella cerchia di Pushkin. Ai nostri tempi, se ne hanno sentito parlare, prima di tutto in relazione al romanzo "Eugene Onegin". Ma è impossibile non fare i conti con il fatto che nel 1819, nel salone degli Olenins, con una confluenza della società e alla presenza di Pushkin, Krylov lesse la favola "L'asino e l'uomo". Perché la scelta dello scrittore è ricaduta su di lei? Favola fresca, scritta di recente? Possibile. Perché non presentare un nuovo lavoro a un pubblico esigente e allo stesso tempo benevolo? A prima vista, la favola è abbastanza semplice:

Asino e uomo

Uomo per l'estate in giardino
Avendo assunto l'asino, ha assegnato
Corvi e passeri guidano un tipo impertinente.
L'asino aveva le regole più oneste:
Non hanno familiarità con la rapacità o il furto:
Non trasse profitto dalla foglia del padrone,
E gli uccelli, è un peccato dire che ha fatto uno scherzo;
Ma il profitto del giardino era negativo per il Muzhik.
Asino, uccelli che inseguono, da tutte le zampe d'asino,
Lungo tutte le creste e lungo e attraverso,
Sollevato un tale salto
Che in giardino schiacciava e calpestava tutto.
Vedendo qui che il suo lavoro era andato,
Contadino sul dorso di un asino
Ha vendicato la sconfitta con una mazza.
"E niente!" tutti gridano: “Il bestiame se lo merita!
Con la sua mente
Affronta questa faccenda?"
E dirò, non per intercedere per l'asino;
Lui, di sicuro, è da biasimare (è stato fatto un calcolo con lui),
Ma sembra che non abbia ragione,
Chi ha incaricato l'asino di custodire il suo giardino.

Il contadino ordinò all'asino di custodire il giardino, e l'asino zelante ma stupido, inseguendo gli uccelli che mangiano il raccolto, calpestò tutti i letti, per i quali fu punito. Ma Krylov incolpa non tanto un asino quanto un contadino che ha assunto uno sciocco diligente.
Ma qual era il motivo per scrivere questa semplice favola? Dopotutto, sull'argomento di uno sciocco premuroso, che è "più pericoloso di un nemico", Krylov scrisse parecchio nel 1807. opera popolare"L'eremita e l'orso".

LETTERATURA E POLITICA

È noto che a Krylov piaceva rispondere alla corrente eventi politici sia internazionali che nazionali. Quindi, secondo il barone M.A. Korf, il motivo della creazione della favola del Quartetto fu la trasformazione del Consiglio di Stato, i cui dipartimenti erano guidati dal conte P.V. Zavadovsky, principe P.V. Lopukhin, conte A.A. Arakcheev e il conte N.S. Mordvinov: "È noto che dobbiamo l'arguta favola del Quartetto di Krylov a un lungo dibattito su come metterli a sedere e anche a diversi trapianti successivi.
Si ritiene che Krylov intendesse Mordvinov sotto la Scimmia, Zavadovsky sotto l'asino, Lopukhin sotto la capra, Arakcheev sotto l'orso.

La favola "L'asino e l'uomo" non è stata una risposta simile a tutto ciò che è buono eventi notevoli? Ad esempio, un evento del genere, sul quale è stata attirata l'attenzione dell'intera società, può essere considerato l'introduzione di insediamenti militari in Russia nel primo quarto del XIX secolo.
Nel 1817 iniziarono ad essere organizzati insediamenti militari in Russia. L'idea della formazione di tali insediamenti apparteneva all'imperatore Alessandro I, e avrebbe affidato questa impresa ad Arakcheev, che, stranamente, era in realtà un oppositore della loro creazione, ma obbedì alla volontà del Sovrano. Ha messo tutte le sue energie nell'adempimento dell'ordine (è risaputo che Arakcheev era un eccellente organizzatore), ma non ha tenuto conto di alcune caratteristiche della psicologia dei contadini e ha autorizzato l'uso di forme estreme di coercizione durante la creazione di insediamenti, che ha portato a disordini e persino rivolte. Società Nobile atteggiamento negativo nei confronti degli insediamenti militari.

Krylov non ha raffigurato sotto le spoglie di un asino troppo esecutivo, una sula dello zar, ma non celeste, ma piuttosto terrena: l'onnipotente ministro Arakcheev e lo stesso zar sotto un contadino miope, che ha scelto così senza successo un asino onesto per l'esecuzione di un affare importante (Arakcheev era noto per la sua coscienziosità e incorruttibilità ), ma eccessivamente diligente e zelante? È possibile che, ritraendo un asino vicino, Krylov (nonostante la buona natura esteriore, il famoso fabulista era un uomo dalla lingua tagliente, a volte persino velenoso) mirasse allo stesso Sovrano, che prese in prestito l'idea degli insediamenti militari da diverse fonti, ma avrebbe introdotto il sistema meccanicamente, senza tener conto né dello spirito del popolo russo né dei dettagli pratici dell'attuazione di un progetto così responsabile.

L'incontro tra A. Kern e Pushkin agli Olenins ebbe luogo alla fine dell'inverno del 1819, e già in estate scoppiò un forte disordine in uno degli insediamenti, che si concluse con la crudele punizione degli insoddisfatti, che per niente significa aggiunta popolarità all'idea di tali insediamenti o allo stesso Arakcheev. Se la favola era una risposta all'introduzione di insediamenti militari, non c'è da meravigliarsi che fosse ben nota tra i Decabristi e i nobili, che si distinguevano per il libero pensiero.

FRASEOLOGISMO O GALLICISMO?

Per quanto riguarda "l'unità fraseologica vivente del discorso orale di quel tempo" come modello per affrontare l'espressione orale e vivente, questa osservazione non sembra così impeccabilmente vera. In primo luogo, nella stessa linea della favola "Il gatto e il cuoco", che Yu.M. parola colloquiale"trizna", e le linee stesse rappresentano il discorso dell'autore, una persona istruita che sa applicare il turnover letterario. E questa svolta letteraria è più appropriata qui perché le battute suonano ironiche e parodiano l'affermazione di uno dei personaggi della favola: il cuoco, una persona molto incline all'arte della retorica:

Alcuni chef, letterati,
È scappato dalla cucina
In una taverna (era pie regole
E in questo giorno, secondo il padrino, governava il triznu),
E a casa, proteggi il cibo dai topi
Ha lasciato il gatto.

E in secondo luogo, in una tale unità fraseologica c'è poco discorso orale dal vivo - la frase suonerebbe molto più naturale nella bocca di una persona russa - uomo giusto. Un uomo di regole oneste è chiaramente un libro educativo, appare in letteratura a metà del XVIII secolo e, forse, è una carta da lucido con francese. Una svolta simile, forse, è stata usata nelle lettere di raccomandazione, e può piuttosto essere attribuita a discorsi d'affari scritti.

"È significativo che, sebbene i gallicismi, specialmente come modello per la formazione di unità fraseologiche della lingua russa, abbiano influenzato attivamente i processi della lingua russa, sia gli shishkovisti che i karamzinisti abbiano preferito incolparsi a vicenda per il loro uso", scrive Lotman nei commenti a EO , a conferma dell'idea stessa che spesso fossero i gallicismi la fonte della formazione delle unità fraseologiche russe.

Nella commedia di Fonvizin "La scelta di un governatore", Seum raccomanda al principe il nobile Nelstetsov come mentore: ". In questi giorni ho conosciuto il signor Nelstetsov, un ufficiale di stato maggiore che ha recentemente acquistato un piccolo villaggio nel nostro distretto. Siamo diventati amici alla nostra prima conoscenza, e ho trovato in lui un uomo intelligente, di regole oneste e ben meritato. La frase "regole oneste" suona, come si vede, in una raccomandazione quasi ufficiale per la posizione di educatore.

Famusov ricorda Madame Rozier, la prima governante di Sophia: "Il temperamento è tranquillo, di regole rare".
Famusov è un gentiluomo della classe media, un funzionario, una persona poco istruita, mescola in modo divertente il vocabolario colloquiale e gli affari ufficiali nel suo discorso. Quindi Madame Rosier, come caratteristica, ha ottenuto un conglomerato di discorsi colloquiali e clericalismo.

Nella commedia di I.A. Krylov "A Lesson to Daughters", usa un turnover simile nel suo discorso, dotato di espressioni da libro (e devo dire che spesso questi turni di libro sono carte da lucido dal francese, nonostante il fatto che l'eroe stia combattendo in ogni possibile contro l'uso del francese nell'uso domestico ), un nobile colto Velkarov: “Chi mi assicurerà che in città, nelle vostre affascinanti società, non c'erano marchesi dello stesso taglio, dai quali ottenete mente e regole. "

Nelle opere di Pushkin, uno dei significati della parola "regole" sono i principi della moralità, del comportamento. Il Dizionario delle lingue di Pushkin fornisce numerosi esempi dell'uso da parte del poeta del fraseologismo (gallicismo?) con la parola "regola" e la solita frase "persona onesta".

Ma la fermezza con cui seppe sopportare la povertà fa onore alle sue regole. (Bron, 1835).

È un uomo dalle regole nobili e non resusciterà i tempi delle parole e delle azioni (Lettera a Bestuzhev, 1823).

Anima pia e umile
Punizione di muse pure, salvando Bantysh,
E il nobile Magnitsky lo aiutò,
Marito fermo nelle regole, ottimo animo
(Seconda lettera al censore, 1824).

La mia anima Paolo
Rispetta le mie regole
Ama qualcosa, qualcosa
Non farlo.
(All'album a Pavel Vyazemsky, 1826-27)

Cosa penserà Alexei se riconoscerà la sua Akulina nella signorina ben educata? Che opinione avrebbe avuto del suo comportamento e delle sue regole, della sua prudenza? (Giovane contadina, 1930).

Insieme alla circolazione dei libri di "nobili regole", troviamo anche colloquiali "persone oneste" nei testi di Pushkin:
. "Il mio secondo?" Eugenio ha detto:
"Eccolo: il mio amico, monsier Guillot.
Non prevedo alcuna obiezione
Per la mia presentazione:
Sebbene sia una persona sconosciuta,
Ma sicuramente un tipo onesto." (EO)

Ivan Petrovich Belkin nacque da genitori onesti e nobili nel 1798 nel villaggio di Goryukhino. (Storia del villaggio di Goryukhin, 1830).

SPERA PER TUO ZIO E NON FARTI MALE

La prima riga è interessante non solo dal punto di vista dell'analisi linguistica, ma anche in termini di creazione di connessioni archetipiche nel romanzo.

L'archetipo della relazione zio-nipote si riflette nella letteratura sin dai tempi delle leggende mitologiche e nella sua incarnazione offre diverse opzioni: zio e nipote sono inimicizia o si oppongono, molto spesso non condividono il potere o l'amore di una bellezza ( Horus e Set, Giasone e Pelio, Amleto e Claudio, nipote di Ramo); lo zio patrocina suo nipote ed è in rapporti amichevoli con lui (epopee, "The Tale of Igor's Campaign", "Madosh" di Alfred Musset, poi "My Uncle Benjamin" di C. Tillier, " storia ordinaria» I. Goncharova, «Filippo e altri» di Says Noteboom).

Nell'ambito di questo paradigma si possono anche distinguere modelli transizionali caratterizzati da vari gradi certezza dei rapporti tra parenti, compreso un atteggiamento ironico o del tutto neutrale nei confronti dello zio. Un esempio di atteggiamento ironico e allo stesso tempo rispettoso nei confronti di uno zio è il comportamento di Tristram Shandy, e il rapporto tra Tristan e King Mark (Tristano e Isotta), che cambia ripetutamente nel corso della storia, può servire da modello di transizione.

Gli esempi possono essere moltiplicati quasi all'infinito: in quasi tutti opera letteraria c'è il suo, anche se mente, zio: ragionatore, tutore, comico, oppressore, benefattore, avversario, mecenate, nemico, oppressore, tiranno e così via.

Numerosi riflessi di questo archetipo sono ampiamente conosciuti non solo in letteratura, ma anche direttamente nella vita, basta ricordare A. Pogorelsky (lo scrittore di A.A. A.K. Tolstoy; io. Dmitriev, un famoso scrittore dell'inizio del XIX secolo, un favolista, e suo nipote M.A. Dmitriev, critico letterario e un giornalista che ha lasciato memorie in cui molte informazioni interessanti sono tratte dalla vita della Mosca letteraria all'inizio del diciannovesimo secolo e dalla vita di V. L. Pushkin; zio e nipote dei Pisarev, Anton Pavlovich e Mikhail Alexandrovich Cechov; N. Gumilyov e Sverchkov, ecc.
Oscar Wilde era il pronipote del famosissimo scrittore irlandese Maturin, il cui romanzo Melmoth the Wanderer, che ebbe una notevole influenza sullo sviluppo della letteratura europea in generale e su Pushkin in particolare, iniziò con l'eroe, un giovane studente, andando allo zio morente.

Prima di tutto, ovviamente, dovremmo parlare dello stesso Alexander Sergeevich e di suo zio Vasily Lvovich. Motivi autobiografici nelle prime righe di EO sono stati notati da molti ricercatori. LI Volpert nel libro "Pushkin e letteratura francese"Scrive:" È anche importante che ai tempi di Pushkin il discorso diretto non si distinguesse per le virgolette: la prima strofa non le aveva (notiamo, tra l'altro, che anche adesso poche persone le tengono a memoria). Il lettore che ha incontrato il familiare "io" (nella forma pronome possessivo), era pieno di fiducia che noi stiamo parlando sull'autore e suo zio. Tuttavia, l'ultima riga ("Quando ti porterà il diavolo!") Mi ha fatto sbalordire. E solo dopo aver letto l'inizio della seconda strofa - "Così pensava il giovane rastrello" - il lettore ha potuto riprendere i sensi e tirare un sospiro di sollievo.

Non so dire esattamente come stanno le cose con la pubblicazione dei singoli capitoli, ma nella famosa edizione del 1937, che ripete l'edizione a vita del 1833, ci sono le virgolette. Alcuni scrittori si sono lamentati della giovinezza e dell'innocenza del pubblico russo, ma ancora non nella stessa misura in cui era ingenua, per non capire: EO non è ancora un'autobiografia di un poeta, ma un'opera d'arte. Ma, tuttavia, è presente un gioco, allusività, ovviamente.

LI Volpert fa un'osservazione del tutto affascinante e accurata: “L'autore in qualche modo è riuscito misteriosamente a 'strisciare' nella strofa (nel monologo interno dell'eroe) ed esprimere un atteggiamento ironico nei confronti dell'eroe, del lettore e di se stesso. L'eroe schernisce lo zio, il lettore "colto" e se stesso.

BUON ZIO

Lo zio di Alexander Sergeevich, Vasily Lvovich Pushkin, poeta, arguto e dandy, nonostante tutto era una persona bonaria, socievole, per certi versi anche ingenua e infantilmente ingenua. A Mosca conosceva tutti e godeva di grande successo nei salotti laici. Quasi tutte le persone di spicco erano tra i suoi amici. scrittori russi fine 18° - inizio 19° secolo. Sì, e lui stesso era uno scrittore abbastanza noto: Vasily Lvovich ha scritto messaggi, favole, fiabe, elegie, romanzi, canzoni, epigrammi, madrigali. Un uomo istruito che conosceva diverse lingue, si è impegnato con successo in attività di traduzione. La poesia di Vasily Lvovich "Dangerous Neighbor", estremamente popolare per la sua trama speziata, l'umorismo e il linguaggio vivace e libero, era ampiamente divergente nelle liste. Vasily Lvovich ha svolto un ruolo significativo nel destino di suo nipote: si è preso cura di lui in ogni modo possibile e gli ha fatto studiare al Liceo. COME. Pushkin gli ha risposto con sincero amore e rispetto.

A te, o Nestor Arzamas,
Nelle battaglie, un poeta addestrato, -
Vicino pericoloso per i cantanti
All'altezza terribile del Parnaso,
Difensore del gusto, formidabile Qui!
A te, mio ​​zio, nel nuovo anno
Il divertimento del vecchio desiderio
E cuori deboli traduzione -
In versi e in prosa ho un messaggio.

Nella tua lettera mi hai chiamato fratello; ma non osavo chiamarti con questo nome, troppo lusinghiero per me.

Non ho ancora perso la testa
Dalle rime di bakhiche - barcollando su Pegaso -
Non mi sono dimenticato di me stesso, anche se sono contento, anche se non sono contento.
No, no - non sei affatto mio fratello:
Sei mio zio e sul Parnaso.

Sotto la forma giocosa e libera di rivolgersi allo zio, simpatia e buoni rapporti, leggermente, però, diluito con ironia e beffa.
Pushkin non è riuscito a evitare (e forse è stato fatto apposta) una certa ambiguità: leggendo le ultime righe, si ricorda involontariamente celebre espressione- il diavolo stesso non è suo fratello. E sebbene la lettera sia stata scritta nel 1816 e le poesie siano state pubblicate nel 1821, tuttavia, le correli involontariamente con le righe di EO - quando il diavolo ti prende. Metti in correlazione, ovviamente, senza alcuna conclusione, per non parlare delle conclusioni organizzative, ma una sorta di diavoleria si insinua tra le righe.

Nel messaggio a Vyazemsky, Pushkin ricorda ancora suo zio, che in questa breve poesia ha adulato molto abilmente, definendolo uno scrittore "gentile, sottile, acuto":

Satirico e poeta d'amore,
I nostri Aristipo e Asmodeo],
Non sei il nipote di Anna Lvovna,
La mia defunta zia.
Lo scrittore è gentile, sottile, acuto,
Mio zio non è tuo zio
Ma, tesoro, le muse sono nostre sorelle,
Quindi sei ancora mio fratello.

Questo, tuttavia, non gli ha impedito di prendere in giro un parente gentile, e talvolta di scrivere una parodia, anche se non tanto offensiva quanto spiritosa.

Nel 1827, in "Materiali per" Estratti da lettere, pensieri e commenti ", Pushkin scrive, ma non pubblica (pubblicato solo nel 1922), una parodia degli aforismi dello zio, che inizia con le parole: "Mio zio una volta si ammalò. " La costruzione del nome con la sua letteralità fa involontariamente ricordare le prime righe dell'EO.

"Mio zio una volta si è ammalato. Un amico è andato a trovarlo. "Sono annoiato", ha detto mio zio, "vorrei scrivere, ma non so cosa". Ritratti politici, satirici, ecc. È molto facile : così scrivevano Seneca e Montagne "L'amico se ne andò, e lo zio seguì il suo consiglio. La mattina gli facevano un caffè cattivo, e questo lo faceva arrabbiare, ora ragionava filosoficamente che era turbato da una sciocchezza, e ha scritto: a volte le sciocchezze ci sconvolgono. In quel momento gli è stata portata una rivista, ha guardato dentro e ha visto un articolo sull'arte drammatica scritto da un cavaliere del romanticismo. Lo zio, un classico radicale, ha pensato e ha scritto: Preferisco Racine e Molière a Shakespeare e Calderon - nonostante le grida degli ultimi critici.- Lo zio scrisse altre due dozzine di pensieri simili e si sdraiò a letto.Il giorno dopo li mandò a un giornalista che lo ringraziò educatamente, e mio zio ebbe il piacere di rileggendo i suoi pensieri stampati.

È facile confrontare la parodia con il testo originale - le massime di Vasily Lvovich: "Molti di noi sono pronti per i consigli, rari per i servizi.
Tartufo e Misantropo sono più eccellenti di tutte le presenti Trilogie. Senza timore dell'ira dei romantici alla moda, e nonostante la critica severa di Schlegel, dirò sinceramente che preferisco Molière a Goethe e Racine a Schiller. I francesi adottarono dai greci e divennero essi stessi modelli nell'arte drammatica.

E per trarre una conclusione semplice, abbastanza ovvia: la parodia di Pushkin è una specie di carta da lucido che prende in giro le verità ovvie dello zio. Il Volga sfocia nel Mar Caspio. Parla con persone intelligenti ed educate; la loro conversazione è sempre piacevole e tu non sei un peso per loro. La seconda affermazione, come puoi immaginare, appartiene alla penna di Vasily Lvovich. Anche se, bisogna ammetterlo, alcune delle sue massime sono molto giuste, ma allo stesso tempo erano ancora troppo banali e soffrivano di sentimentalismo, raggiungendo il sentimentalismo.

Tuttavia, puoi vedere di persona:
L'amore è il fascino della vita; l'amicizia è la consolazione del cuore. Si parla molto di loro, ma pochi li conoscono.
L'ateismo è pura follia. Guarda il sole, la luna e le stelle, la struttura dell'universo, te stesso, e dì con tenerezza: c'è Dio!

È interessante notare che sia il testo di Vasily Lvovich che la parodia di Pushkin fanno eco a un estratto dal romanzo di L. Stern The Life and Opinions of Tristram Shandy, Gentleman (Vol. 1, Cap. 21):

Dimmi come si chiamava l'uomo - scrivo così frettolosamente che io
non c'è tempo per frugare nella memoria o nei libri - per la prima volta ha fatto l'osservazione "che il nostro tempo e il clima sono estremamente volubili"? Chiunque sia, la sua osservazione è assolutamente corretta. - Ma la conclusione che ne deriva, vale a dire "che siamo debitori a questa circostanza per una tale varietà di personaggi strani e meravigliosi", non gli appartiene; - è stato realizzato da un'altra persona, almeno centocinquant'anni dopo ... Inoltre, che questo ricco magazzino di materiale originale è la vera e naturale ragione dell'enorme superiorità delle nostre commedie su quelle francesi e su tutte in generale che erano o potrebbe essere scritto sul continente - questa scoperta fu fatta solo nel bel mezzo del regno di Re Guglielmo - quando il grande Dryden (se non sbaglio)
lo attaccò allegramente in una delle sue lunghe prefazioni. È vero che alla fine del regno della regina Anna il grande Addison lo prese sotto la sua protezione e lo interpretò più compiutamente al pubblico in due o tre numeri del suo Spectator; ma la scoperta stessa non gli apparteneva. - Poi, in quarto ed ultimo, l'osservazione che lo strano disordine del nostro clima sopra notato, che dà origine a un così strano disordine dei nostri caratteri, - in qualche modo ci premia, dandoci materiale per allegri divertimenti quando il tempo non è permettere di uscire di casa - questa osservazione è mia, ed è stata fatta da me sotto la pioggia oggi, 26 marzo 1759, tra le nove e le dieci del mattino.

La caratterizzazione di zio Toby è anche vicina alla dichiarazione di Onegin su suo zio:

Mio zio, Toby Shandy, signora, era un gentiluomo che, oltre alle virtù solitamente caratteristiche di un uomo di impeccabile franchezza e onestà, possedeva anche, e, inoltre, in il grado più alto, uno raramente, se non del tutto, inserito nell'elenco delle virtù: era un'estrema, ineguagliabile modestia naturale ...

Entrambi erano zii delle regole più oneste. Ovviamente ognuno aveva le sue regole.

ZIO NON I MIEI SOGNI

Allora, cosa impariamo sullo zio Eugene Onegin? Non molte righe sono state dedicate da Pushkin a questo personaggio fuori scena, a questo simulacro, non più un uomo, ma un perifrastico "omaggio alla terra pronta". Si tratta di un homunculus, composto da un abitante inglese di un castello gotico e da un amante russo di un sofà lanuginoso e tinture di mele.

Il venerabile castello fu costruito,
Come dovrebbero essere costruiti i castelli:
Superbamente durevole e calmo
Nel gusto dell'antichità intelligente.
Ovunque camere alte,
Nella carta da parati damascata del soggiorno,
Ritratti di re alle pareti,
E stufe in piastrelle colorate.
Tutto questo ora è fatiscente,
non so perché;
Sì, ma il mio amico
Ce n'era davvero poco bisogno
Poi che ha sbadigliato ugualmente
Tra sale alla moda e antiche.

Si stabilì in quella pace,
Dov'è il veterano del villaggio
Per quarant'anni ho litigato con la governante,
Guardò fuori dalla finestra e schiacciò le mosche.
Tutto era semplice: il pavimento è di quercia,
Due armadi, un tavolo, un divano lanuginoso,
Non un granello d'inchiostro da nessuna parte.
Onegin aprì gli armadi:
In uno ho trovato un taccuino spese,
In un altro liquore un intero sistema,
Brocche di acqua di mele
E il calendario dell'ottavo anno;
Un vecchio con molto da fare
Non ho guardato altri libri.

La casa dello zio è chiamata "venerabile castello" - abbiamo davanti a noi un edificio solido e solido, creato "nel gusto dell'elegante antichità". In queste righe è impossibile non sentire un atteggiamento rispettoso nei confronti del secolo scorso e l'amore per i vecchi tempi, che per Pushkin avevano uno speciale forza attrattiva. “Antico” per il poeta è una parola dal fascino magico, è sempre “magico” ed è associato ai racconti di testimoni oculari del passato e ad affascinanti romanzi in cui la semplicità si univa alla cordialità:

Poi il romanticismo alla vecchia maniera
Prenderà il mio allegro tramonto.
Non tormentare la malvagità segreta
Vi ritrarrò minacciosamente,
Ma te lo dirò e basta
Tradizioni della famiglia russa,
Ama i sogni accattivanti
Sì, le usanze della nostra antichità.

Racconterò discorsi semplici
Padre o ZIO vecchio ...

Lo zio di Onegin si stabilì nel villaggio circa quarant'anni fa - scrive Pushkin nel secondo capitolo del romanzo. Sulla base del presupposto di Lotman che l'azione del capitolo si svolga nel 1820, lo zio si stabilì nel villaggio negli anni ottanta del XVIII secolo per ragioni sconosciute al lettore (forse una punizione per un duello? O una disgrazia? - è improbabile che il giovane sarebbe andato a vivere nel villaggio di sua spontanea volontà - e ovviamente non vi si recò per ispirazione poetica).

All'inizio ha dotato il suo castello di ultima parola moda e comfort - carta da parati damascata (il damasco è un tessuto di seta intrecciata utilizzato per tappezzare le pareti, un piacere molto costoso), morbidi divani, piastrelle colorate (una stufa in maiolica era un oggetto di lusso e prestigio) - molto probabilmente, le abitudini metropolitane erano ancora forti. Poi, apparentemente soccombendo alla pigrizia dell'ordinario corso della vita, o forse all'avarizia sviluppata dalla visione paesana delle cose, smise di controllare il miglioramento della casa, che andò via via cadendo in rovina, non sorretta da continue preoccupazioni.

Lo stile di vita di zio Onegin non si distingueva per una varietà di divertimenti - sedersi alla finestra, litigare con la governante e giocare a carte con lei la domenica, uccidere mosche innocenti - questo, forse, è tutto il suo divertimento e intrattenimento. Lo zio stesso, infatti, è la stessa mosca: tutta la sua vita rientra in una serie di unità fraseologiche di mosca: come una mosca assonnata, che tipo di mosca ha morso, le mosche muoiono, le mosche bianche, le mosche ti mangiano, sotto una mosca, come se ingoiano una mosca, muoiono come mosche, - tra cui quella data da Pushkin ha diversi significati, e ciascuno caratterizza l'esistenza filistea dello zio - annoiarsi, bere e distruggere mosche ( ultimo valore- diretto) - questo è un semplice algoritmo della sua vita.

Non ci sono interessi mentali nella vita dello zio - non sono state trovate tracce di inchiostro in casa sua, tiene solo un quaderno di calcoli e legge un libro - "il calendario dell'ottavo anno". Che tipo di calendario, Pushkin non ha specificato: potrebbe essere il calendario di corte, il calendario mensile per l'estate di R. Khr. 1808 (Brodsky e Lotman) o calendario Bryusov (Nabokov). Il calendario Bryusov è un libro di riferimento unico per molte occasioni, contenente ampie sezioni con consigli e previsioni, che sono state considerate le più accurate in Russia per più di due secoli. Il calendario pubblicava date di semina e viste del raccolto, prevedeva il tempo e le azioni naturali, le vittorie nelle guerre e lo stato di economia russa. La lettura è divertente e utile.

Il fantasma dello zio appare nel settimo capitolo: la governante Anisya lo ricorda quando mostra a Tatiana la casa padronale.

Anisya le apparve immediatamente,
E la porta si aprì davanti a loro,
E Tanya entra in una casa vuota,
Dove ha vissuto di recente il nostro eroe?
Sembra: dimenticata nell'atrio
La stecca era appoggiata sul biliardo,
Su un divano accartocciato giaceva
Frusta Manezhny. Tanya è lontana;
La vecchia le disse: “Ma il camino;
Qui il signore sedeva da solo.

Qui ho cenato con lui in inverno
Il defunto Lensky, il nostro vicino.
Vieni qui, seguimi.
Ecco l'ufficio del padrone;
Qui si riposò, mangiò il caffè,
Ho ascoltato i rapporti dell'impiegato
E ho letto un libro la mattina ...
E il vecchio signore viveva qui;
Con me, è successo domenica,
Qui sotto la finestra, con gli occhiali,
Mi sono degnato di fare lo scemo.
Dio benedica la sua anima,
E le sue ossa riposano
Nella tomba, nell'umida madre terra!

Qui, forse, è tutto ciò che apprendiamo sullo zio Onegin.

L'aspetto dello zio nel romanzo ricorda persona reale- Lord William Byron, di cui il grande poeta inglese era pronipote ed unico erede. Nell'articolo "Byron" (1835), Pushkin descrive questa personalità colorata come segue:

"Lord Wilhelm, fratello dell'ammiraglio Byron, suo nonno, lo era
una persona strana e miserabile. Una volta in un duello ha pugnalato
il suo parente e vicino, il signor Chaworth. Hanno combattuto senza
testimoni, in una taverna a lume di candela. Questo caso ha fatto molto rumore e la Camera delle penne ha dichiarato colpevole l'assassino. Lo era comunque
rilasciato dalla punizione, [e] da allora ha vissuto a Newsteed, dove le sue stranezze, l'avarizia e il carattere cupo lo hanno reso oggetto di pettegolezzi e calunnie.<…>
Ha cercato di rovinare i suoi beni per odio per i suoi
eredi. [I suoi] unici interlocutori erano un vecchio servitore e
la governante, che occupava anche un altro posto con lui. Inoltre, la casa era
pieno di grilli, che Lord Wilhelm nutriva e allevava.<…>

Lord Wilhelm non è mai entrato in rapporti con i suoi giovani
erede, il cui nome altri non era che il ragazzo che vive ad Aberdeen.

Il vecchio signore avaro e sospettoso con la sua governante, i grilli e la riluttanza a comunicare con l'erede è sorprendentemente simile al parente di Onegin, con un'eccezione. Apparentemente, i ben educati grilli inglesi erano meglio addestrati delle mosche russe senza cerimonie e importune.

E il castello di zio Onegin, e "un enorme giardino trascurato, un rifugio per driadi pensierose", e una governante lupo mannaro e tinture - tutto questo si rifletteva, come in uno specchio magico storto, in " Anime morte» N.V.Gogol. La casa di Plyushkin è diventata l'immagine di un vero castello dai romanzi gotici, spostata dolcemente nello spazio dell'assurdità postmodernista: una specie di esorbitantemente lunga, per qualche motivo, a più piani, con sbalorditivi belvedere che sporgono sul tetto, sembra un uomo che osserva il viaggiatore che si avvicina con gli occhi-finestra ciechi. Anche il giardino ricorda luogo incantato, in cui la betulla è arrotondata in una colonna sottile, e il chapyzhnik guarda con la faccia del proprietario. La governante che ha incontrato Chichikov si trasforma rapidamente in Plyushkin, e il liquore e i calamai sono pieni di insetti e mosche morti: non sono quelli che hanno schiacciato lo zio Onegin?

Lo zio proprietario terriero di provincia con la governante Anisya compare anche in "Guerra e pace" di Leo Tolstoy. Lo zio di Tolstoj divenne notevolmente nobilitato, la governante si trasformò in governante, acquisì bellezza, una seconda giovinezza e patronimico, si chiamava Anisya Fedorovna. Gli eroi di Griboedov, Pushkin e Gogol, migrando a Tolstoj, si trasformano e acquisiscono umanità, bellezza e altre qualità positive.

E un'altra divertente coincidenza.

Una delle caratteristiche dell'aspetto di Plyushkin era un mento esorbitantemente sporgente: "Il suo viso non era niente di speciale; era quasi uguale a quello di molti anziani magri, solo un mento sporgeva molto in avanti, quindi doveva coprirlo con un fazzoletto ogni volta, per non sputare ... - così Gogol descrive il suo eroe.

FF Vigel, memorialista, autore delle famose e apprezzate "Note" del XIX secolo, che conosce molte figure della cultura russa, rappresenta V.L. Pushkin come segue: “Lui stesso è molto brutto: un corpo sciolto e ispessimento su gambe magre, pancia obliqua, naso storto, faccia triangolare, bocca e mento, come a la Charles-Quint **, e soprattutto , il diradamento dei capelli non è più di trent'anni era vecchio stile. Inoltre, la mancanza di denti addolciva la sua conversazione ei suoi amici lo ascoltavano, anche se con piacere, ma a una certa distanza da lui.

VF Khodasevich, che ha scritto sui Pushkin, apparentemente ha usato le memorie di Vigel:
"Sergey Lvovich aveva un fratello maggiore, Vasily Lvovich. Erano simili nell'aspetto, solo Sergey Lvovich sembrava un po 'meglio. Entrambi avevano corpi larghi e panciuti su gambe sottili, capelli radi, nasi sottili e storti; menti taglienti sporgeva in avanti e le labbra erano piegate in un tubo.

**
Carlo V (1500 - 1558), imperatore del Sacro Romano Impero. I fratelli asburgici Carlo V e Ferdinando I avevano nasi e menti di famiglia pronunciati. Dal libro di Dorothy Gies McGuigan "Habsburgs" (tradotto da I. Vlasova): "Il nipote maggiore di Maximilian, Karl, un ragazzo serio, esteriormente poco attraente, è cresciuto con le sue tre sorelle a Mechelen nei Paesi Bassi. Capelli biondi, lisci pettinato come un paggio, ammorbidì solo leggermente il viso stretto e nettamente scolpito, con un naso lungo e affilato e una mascella inferiore spigolosa e sporgente: il famoso mento asburgico nella sua forma più pronunciata.

ZIO Vasya e cugino

Nel 1811, Vasily Lvovich Pushkin scrisse il poema comico The Dangerous Neighbor. Una trama divertente, anche se non del tutto decente (una visita a un sensale e lì è iniziata una rissa), un linguaggio leggero e vivace, un protagonista colorato (il famoso F. Tolstoy - un americano servito da prototipo), attacchi spiritosi contro i nemici letterari - tutto ciò ha portato alla poesia la meritata fama. Non poteva essere stampato a causa degli ostacoli della censura, ma era ampiamente disperso negli elenchi. Personaggio principale del poema Buyanov è il vicino del narratore. Questo è un uomo dal temperamento violento, energico e allegro, un ubriacone incurante che ha sperperato il suo patrimonio nelle taverne e nei divertimenti con gli zingari. Non sembra molto presentabile.

Buyanov, il mio vicino<…>
È venuto da me ieri con i baffi non rasati
Arruffato, in peluria, con un berretto con visiera,
È venuto - e ha portato ovunque una taverna.

Questo eroe A.S. Pushkin lo chiama suo cugino (Buyanov è la creazione di suo zio) e lo introduce nel suo romanzo come ospite all'onomastico di Tatiana, senza cambiare affatto il suo aspetto:

Mio cugino Buyanov,
In piumino, in un berretto con visiera
(Come tu, ovviamente, lo conosci)

In EO, si comporta liberamente come in "Dangerous Neighbor".
Nella versione bozza, durante il ballo, si diverte con tutto il cuore e balla in modo che i pavimenti si spezzino sotto i suoi talloni:

... Il tallone di Buyanov
Quindi rompe il pavimento intorno

Nella versione bianca, balla una delle signore:

Buyanov si precipitò a Pustyakova,
E tutti si riversarono nella sala,
E la palla brilla in tutto il suo splendore.

Ma nella mazurka ha svolto un ruolo peculiare del destino, portando Tatyana e Olga a Onegin in una delle figure della danza. Più tardi, l'arrogante Buyanov ha persino cercato di corteggiare Tatyana, ma è stato completamente rifiutato: come poteva questo diretto produttore di cappelli confrontarsi con l'elegante dandy Onegin?

Pushkin è preoccupato per il destino dello stesso Buyanov. In una lettera a Vyazemsky scrive: “Gli succederà qualcosa nella prole? Ho molta paura che mio cugino non venga considerato mio figlio. Quanto manca al peccato? Tuttavia, molto probabilmente, in questo caso, Pushkin semplicemente non ha perso l'opportunità di giocare con le parole. Nell'EO, ha determinato con precisione il grado della sua relazione con Buyanov, e ha messo in evidenza suo zio nell'ottavo capitolo in modo molto lusinghiero, dando un'immagine generalizzata di un uomo secolare di un'epoca passata:

Eccolo lì con profumati capelli grigi
Il vecchio, scherzando alla vecchia maniera:
Superbamente sottile e intelligente
Il che è piuttosto divertente di questi tempi.

Vasily Lvovich, infatti, ha scherzato "in modo eccellente, sottile e intelligente". Poteva uccidere gli avversari con un verso:

Due ospiti hanno riso pesantemente, ragionato
E Stern il Nuovo fu meravigliosamente chiamato.
Il talento diretto troverà difensori ovunque!

Il serpente ha morso Markel.
È morto? - No, il serpente, al contrario, è morto.

Per quanto riguarda i "capelli grigi profumati", si ricorda involontariamente la storia di PA Vyazemsky dall '"Introduzione autobiografica":

"Al mio ritorno dalla pensione, ho trovato con noi Dmitriev, Vasily Lvovich Pushkin, il giovane Zhukovsky e altri scrittori. Pushkin, che anche prima della sua partenza aveva già fatto un rapporto sulle sue impressioni di viaggio con la penna di Dmitriev, era appena tornato da Parigi. "Era vestito dalla testa ai piedi dello splendore parigino. Capelli: la Titus, angolati, unti con olio antico, huile antique. In un sincero autoelogio lasciò che le signore annusassero la sua testa. Non so dire se lo guardavo con riverenza e invidia o con una punta di derisione.<...>Era un poeta piacevole, per niente ordinario. Era gentile con l'infinito, con il ridicolo; ma questo riso non lo rimprovera. Dmitriev lo ha interpretato correttamente nella sua poesia giocosa, dicendo per lui: sono davvero gentile, pronto ad abbracciare di cuore il mondo intero.

IL VIAGGIO SENTIMENTALE DELLO ZIO

La poesia scherzosa è "Viaggio di N.N. a Parigi e Londra, scritto tre giorni prima del viaggio”, realizzato da I.I. Dmitriev nel 1803. M. A. Dmitriev, suo nipote, racconta la storia della creazione di questo breve poema nelle sue memorie “Le sciocchezze dal magazzino della mia memoria”: “Pochi giorni prima della sua partenza (di Vasily Lvovich) in terre straniere, mio ​​zio, che fu brevemente conoscendolo servizio di guardia, descrisse in versi scherzosi il suo viaggio, che, con il consenso di Vasily Lvovich e con il permesso del censore, fu stampato nella tipografia di Beketov, con il titolo: Viaggio N. N. a Parigi e Londra, scritto tre giorni prima del viaggio. A questa edizione era allegata una vignetta, sulla quale lo stesso Vasily Lvovich è raffigurato in modo estremamente simile. Viene presentato mentre ascolta Talma, che gli impartisce una lezione di recitazione. Ho questo libro: non era in vendita ed è la più grande rarità bibliografica.

Lo scherzo è stato davvero un successo, è stato apprezzato da A.S. Pushkin, che ha scritto della poesia in una breve nota “Il viaggio di V.L.P.”: “Il viaggio è uno scherzo allegro e gentile su uno degli amici dell'autore; il compianto V.L. Pushkin andò a Parigi e il suo entusiasmo infantile diede origine alla composizione di una piccola poesia in cui l'intero Vasily Lvovich è raffigurato con sorprendente precisione. "Questo è un esempio di giocosa leggerezza e scherzi, vivace e gentile."

Il viaggio è stato anche molto apprezzato da P.A. Vyazemsky: "E sebbene i versi siano comici, appartengono ai migliori tesori della nostra poesia, ed è un peccato tenerli nascosti".

Dalla prima parte
Amici! sorelle! Sono a Parigi!
Ho cominciato a vivere, non a respirare!
Siediti più vicino l'uno all'altro
Mio piccola rivista Leggere:
Ero al Liceo, al Pantheon,
archi Bonaparte;
Stava vicino a lui
Non credere alla mia fortuna.

Conosco tutti i sentieri del viale,
Tutti i nuovi negozi di moda;
A teatro tutti i giorni
A Tivoli e Frascati, in campo.

Dalla seconda parte

Contro la finestra della sesta casa,
Dove sono i segni, le carrozze,
Tutto, tutto e nei migliori occhialini
Dalla mattina alla sera nella nebbia
Il tuo amico è seduto ancora spettinato
E sul tavolo dov'è il caffè,
"Mercure" e "Moniter" sparsi,
C'è un sacco di poster:
Il tuo amico scrive alla sua patria;
E Zhuravlev non ascolterà!
Respiro del cuore! raggiungerlo!
E voi, amici, perdonatemi per questo
Qualcosa di mio gradimento;
Sono pronto quando vuoi
Confessa le mie debolezze;
Ad esempio, amo, ovviamente,
Leggi i miei distici per sempre
Almeno ascoltali, almeno non ascoltarli;
Amo e vestito strano,
Se solo fosse di moda, ostenta;
Ma con una parola, un pensiero, anche uno sguardo
Chi voglio offendere?
Sono davvero bravo! e con tutto il cuore
Pronto ad abbracciare, amare il mondo intero!..
Sento bussare!.. è possibile per me?

Dal terzo

Sono a Londra, amici, e per voi
Sto già allungando le braccia -
Come vorrei vedervi tutti!
Oggi darò alla nave
Tutto, tutte le mie acquisizioni
In due paesi famosi!
Sono fuori di me dall'ammirazione!
Con quali stivali verrò da te!
Che cappotti! pantaloni!
Tutti gli ultimi stili!
Che meravigliosa selezione di libri!
Considera - te lo dirò tra un attimo:
Buffon, Rousseau, Mably, Cornelius,
Omero, Plutarco, Tacito, Virgilio,
Tutto Shakespeare, tutto Pop e Gum;
Riviste Addison, Style...
E tutto Didot, Baskerville!

La narrazione leggera e vivace trasmetteva in modo eccellente il carattere bonario di Vasily Lvovich e il suo atteggiamento entusiasta nei confronti di tutto ciò che vedeva all'estero.
È facile vedere l'influenza di questo lavoro su EO.

DICI, ZIO...

AS Pushkin conosceva I. Dmitriev fin dall'infanzia - lo incontrò a casa di suo zio, con il quale il poeta era amico, leggeva le opere di Dmitriev - facevano parte del programma di studio al Liceo. Makarov Mikhail Nikolaevich (1789-1847) - uno scrittore karamzinista, ha lasciato ricordi di un divertente incontro tra Dmitriev e il ragazzo Pushkin: era un adulto, ma durante l'infanzia i suoi capelli erano così ricci e così graziosamente arricciati dalla natura africana che un giorno I. I. Dmitriev mi ha detto: "Guarda, questo è un vero arabo". Il bambino ha riso e, voltandosi verso di noi, ha detto molto velocemente e con audacia: "Almeno mi distinguerò in questo e non sarò un gallo cedrone". Il gallo cedrone e l'arabo sono rimasti con noi tutta la sera sui nostri denti.

Dmitriev ha trattato piuttosto favorevolmente le poesie del giovane poeta, nipote del suo amico. Un gatto nero correva tra di loro dopo la pubblicazione del poema di Pushkin Ruslan e Lyudmila. Contrariamente alle aspettative, Dmitriev ha reagito alla poesia in modo molto scortese e non l'ha nascosta. AF Voeikov ha aggiunto benzina sul fuoco citando la dichiarazione privata orale di Dmitriev nella sua analisi critica del poema: "Non vedo alcun pensiero o sentimento qui: vedo solo sensualità".

Sotto l'influenza di Karamzin e Arzamas, Dmitriev cerca di ammorbidire la sua asprezza e scrive a Turgenev: “Pushkin era un poeta anche prima della poesia. Anche se sono un invalido, non ho ancora perso il mio gusto per l'eleganza. Come posso voler umiliare il suo talento?" Questa sembra una sorta di giustificazione.

Tuttavia, in una lettera a Vyazemsky, Dmitriev bilancia ancora una volta i complimenti a denti stretti e l'ironia caustica:
"Cosa puoi dire del nostro" Ruslan ", di cui hanno gridato così tanto? Mi sembra che questo sia un bambino prematuro di un bel padre e una bellissima madre (musa). Trovo in lui molta poesia brillante, leggerezza nel racconto: peccato però che cada spesso nel burlesco, e peccato ancora di più che non abbia messo in epigrafe il noto verso con una leggera variazione: "La mХre en dИfendra la lecture a sa fille"<"Мать запретит читать ее своей дочери". Без этой предосторожности поэма его с четвертой страницы выпадает из рук доброй матери".

Pushkin era offeso e ricordava a lungo l'offesa - a volte era molto vendicativo. Vyazemsky ha scritto nelle sue memorie: “Pushkin, perché questo, ovviamente, riguarda lui, non gli piaceva Dmitriev come poeta, cioè sarebbe più corretto dire che spesso non gli piaceva. Francamente, era, o era, arrabbiato con lui. Almeno questa è la mia opinione. Dmitriev, un classicista - tuttavia, Krylov era un classico nei suoi concetti letterari, e anche francese - non accolse molto gentilmente i primi esperimenti di Pushkin, e in particolare la sua poesia "Ruslan e Lyudmila". Ha persino parlato di lei in modo caustico e ingiusto. Probabilmente, questa opinione raggiunse il giovane poeta, ed era tanto più sensibile per lui che la sentenza proveniva da un giudice che torreggiava su un numero di giudici ordinari e che, nel profondo della sua anima e del suo talento, Pushkin non poteva fare a meno ma rispetto. Pushkin nella vita di tutti i giorni, nella vita di tutti i giorni, nelle relazioni quotidiane, era di un cuore esorbitante e semplice. Ma nella sua mente, in determinate circostanze, era vendicativo, non solo nei confronti dei malvagi, ma anche degli estranei e persino dei suoi amici. Egli, per così dire, conservava rigorosamente nella sua memoria un libro dei conti, in cui annotava i nomi dei suoi debitori ei debiti che riteneva loro dovuti. Per aiutare la sua memoria, ha anche scritto essenzialmente e materialmente i nomi di questi debitori su pezzi di carta, che io stesso ho visto da lui. Questo lo confortava. Prima o poi, a volte quasi per caso, riscuoteva un debito, e lo riscuoteva per vendetta.

Dopo essersi ripreso con interesse, Pushkin trasformò la sua rabbia in misericordia e negli anni Trenta il suo rapporto con Dmitriev divenne di nuovo sincero e benevolo. Nel 1829 Pushkin inviò a II Dmitriev la Poltava appena pubblicata. Dmitriev risponde con una lettera di apprezzamento: “Ti ringrazio con tutto il cuore, caro sovrano Alexander Sergeevich, per il tuo inestimabile dono per me. In questa stessa ora comincio a leggere, fiducioso che quando mi incontrerò di persona ti ringrazierò ancora di più. Dmitriev, che ti è devoto, ti sta abbracciando”.

Vyazemsky crede che sia stato Dmitriev a essere presentato da Pushkin nel settimo capitolo dell'EO sotto forma di un vecchio che si raddrizza la parrucca:

Incontrare una noiosa zia Tanya,
In qualche modo Vyazemsky si è appassionato a lei
E riuscì a occupare la sua anima.
E, notandola vicino a lui,
Di lei, aggiustandosi la parrucca,
Il vecchio è informato.

La caratterizzazione è abbastanza neutra, non riscaldata da una sincerità speciale, ma anche non distruttiva con sarcasmo omicida o fredda ironia.

Lo stesso capitolo è preceduto da un'epigrafe dal poema di I. Dmitriev "La liberazione di Mosca":

Mosca, l'amata figlia della Russia,
Dove puoi trovare il tuo pari?

Ma tutto questo è stato dopo, e mentre scriveva il primo capitolo dell'EO, Pushkin è ancora offeso, e chissà se, scrivendo le prime righe dell'EO, si è ricordato dello zio II Dmitriev e di suo nipote M.A. Dmitriev, che nei suoi articoli critici fungeva da "classico", era un oppositore delle nuove tendenze romantiche della letteratura. Il suo atteggiamento nei confronti della poesia di Pushkin rimaneva invariabilmente moderato e critico, e si inchinava sempre davanti all'autorità di suo zio. Le memorie di Mikhail Aleksandrovich sono semplicemente piene delle parole "mio zio", alle quali si vorrebbe solo aggiungere "le regole più oneste". E già nella seconda strofa di EO Pushkin menziona gli amici di "Lyudmila e Ruslan". Ma i malvagi rimangono senza nome, ma impliciti.

A proposito, II Dmitriev godeva della reputazione di una persona onesta, eccezionalmente onesta e nobile, e questo era ben meritato.

IN CONCLUSIONE UN PO' DI MISTICITÀ

Un estratto dalle memorie del nipote di Alexander Sergeevich
Pushkin - Lev Nikolaevich Pavlishchev:

Nel frattempo, Sergei Lvovich ha ricevuto in privato da Mosca la notizia dell'improvvisa malattia di suo fratello e anche un sincero amico, Vasily Lvovich.

Al suo ritorno da Mikhailovsky, Alexander Sergeevich rimase a San Pietroburgo per un periodo molto breve. Andò a Boldino e visitò Mosca lungo la strada, dove fu testimone della morte del poeta Vasily Lvovich Pushkin, che amava teneramente suo zio...

Alexander Sergeevich ha trovato suo zio sul letto di morte, alla vigilia della sua morte. Il malato giaceva nell'oblio, ma, come riferì suo zio in una lettera a Pletnev del 9 settembre dello stesso anno, “lo riconobbe, addolorato, poi, dopo una pausa, disse:“ quanto sono noiosi gli articoli di Katenin ”" e non una parola in più.

Alle parole dell'uomo morente, dice nelle sue memorie un testimone degli ultimi giorni di Vasily Lvovich, che poi arrivò da San Pietroburgo, il principe Vyazemsky, Alexander Sergeevich lasciò la stanza per "lasciare morire storicamente suo zio; molto commosso da tutti questo spettacolo e per tutto il tempo si è comportato nel modo più decente possibile.