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Com'è il clavicembalo. Clavicembalo: storia, video, curiosità, ascolta

clavicembalo [francese] clavecin, dal tardo lat. clavicymbalum, dal lat. clavis - chiave (da qui la chiave) e cymbalum - piatti] - tastiera pizzicata strumento musicale. Conosciuto dal XVI secolo. (cominciò ad essere costruito già nel XIV secolo), le prime notizie sul clavicembalo risalgono al 1511; più antico strumento sopravvissuto opera italiana risale al 1521.

Il clavicembalo ha avuto origine dal salterio (a seguito della ricostruzione e dell'aggiunta di un meccanismo a tastiera).

Inizialmente, il clavicembalo era di forma quadrangolare e somigliava aspetto Il clavicordo “libero”, al contrario del quale aveva corde di diversa lunghezza (a ogni tasto corrispondeva una corda speciale accordata su una certa tonalità) e un meccanismo di tastiera più complesso. Le corde del clavicembalo venivano messe in vibrazione da un pizzicotto con l'aiuto di una piuma d'uccello, montata su un'asta - uno spintore. Quando si premeva un tasto, il pulsante, situato all'estremità posteriore, si alzava e la piuma si impigliava nella corda (in seguito fu utilizzato un plettro di cuoio al posto della piuma di un uccello).

Il dispositivo della parte superiore dello spintore: 1 - corda, 2 - asse del meccanismo di rilascio, 3 - languette (dal francese languette), 4 - plettro (lingua), 5 - smorzatore.

Il suono del clavicembalo è brillante, ma non melodioso (a scatti) - il che significa che non è suscettibile di cambiamenti dinamici (è più forte, ma meno espressivo di quello di), il cambiamento nella forza e nel timbro del suono non lo fa dipendono dalla natura del colpo sui tasti. Per esaltare la sonorità del clavicembalo venivano utilizzate corde doppie, triple e persino quadruple (per ogni tono), che venivano accordate all'unisono, all'ottava e talvolta ad altri intervalli.

Evoluzione

Dall'inizio del XVII secolo, invece di vena, corde metalliche, aumentando di lunghezza (dagli acuti ai bassi). Lo strumento ha acquisito una forma triangolare pterigoide con una disposizione longitudinale (parallela ai tasti) delle corde.

Nei secoli 17-18. per conferire al clavicembalo un suono dinamicamente più vario, gli strumenti erano realizzati con 2 (a volte 3) tastiere manuali (manuali), che erano disposte a schiera una sopra l'altra (di solito il manuale superiore era accordato un'ottava più alta), nonché interruttori di registro per l'espansione degli acuti, il raddoppio di ottava dei bassi e i cambiamenti nella colorazione timbrica (registro del liuto, registro del fagotto, ecc.).

I registri erano azionati da leve poste ai lati della tastiera, o da pulsanti posti sotto la tastiera, o da pedali. Su alcuni clavicembali, per una maggiore varietà timbrica, è stata arrangiata una 3a tastiera con qualche caratteristica colorazione timbrica, più spesso ricordante un liuto (la cosiddetta tastiera del liuto).

Aspetto

Esternamente, i clavicembali erano solitamente rifiniti in modo molto elegante (il corpo era decorato con disegni, intarsi, intagli). La finitura dello strumento era in linea con i mobili eleganti dell'era Luigi XV. Nei secoli 16-17. I clavicembali dei maestri di Anversa Ruckers si sono distinti per la loro qualità del suono e il loro design artistico.

Clavicembalo in diversi paesi

Il nome "clavicembalo" (in Francia; archicordo - in Inghilterra, kilflugel - in Germania, clavichembalo o abbreviato cembalo - in Italia) era conservato per i grandi strumenti a forma di ala con una gamma fino a 5 ottave. Esistevano anche strumenti più piccoli, di solito di forma rettangolare, con corde singole ed estensione fino a 4 ottave, chiamati: epinet (in Francia), spinet (in Italia), virginel (in Inghilterra).

Clavicembalo a corpo verticale - . Il clavicembalo è stato utilizzato come strumento solista, da camera e orchestrale.

Il creatore dello stile virtuosistico per clavicembalo è stato il compositore e clavicembalista italiano D. Scarlatti (possiede numerose opere per clavicembalo); il fondatore della scuola francese di clavicembalisti è J. Chambonnière (i suoi pezzi per clavicembalo, 2 libri, 1670, erano popolari).

Tra i clavicembalisti francesi della fine del XVII-XVIII secolo. -, JF Rameau, L. Daken, F. Daidriyo. La musica per clavicembalo francese è un'arte di gusto raffinato, maniere raffinate, razionalisticamente chiaro, subordinato al galateo aristocratico. Il suono delicato e gelido del clavicembalo era in armonia con il "buon tono" della società eletta.

Lo stile galante (rococò) ha trovato la sua vivida incarnazione tra i clavicembalisti francesi. I temi preferiti delle miniature di clavicembalo (la miniatura è una forma caratteristica dell'arte rococò) erano le immagini femminili ("Cattura", "Civettuola", "Testa", "Timida", "Sorella Monica", "Fiorentina" di Couperin), un grande il posto era occupato da balli galanti (minuetto, gavotte, ecc.), quadri idilliaci vita contadina(“The Reapers”, “The Grape Pickers” di Couperin), miniature onomatopeiche (“The Hen”, “The Clock”, “The Chirping” di Couperin, “The Cuckoo” di Daken, ecc.). caratteristica tipica musica per clavicembalo- un'abbondanza di ornamenti melodici.

Entro la fine del 18 ° secolo le opere dei clavicembalisti francesi iniziarono a scomparire dal repertorio degli artisti. Di conseguenza, uno strumento con una storia così lunga e così ricca patrimonio artistico, è stato costretto ad abbandonare la pratica musicale e sostituito dal pianoforte. E non solo espulso, ma completamente dimenticato nel XIX secolo.

Ciò è accaduto a seguito di un cambiamento radicale nelle preferenze estetiche. L'estetica barocca, che si basa su un concetto chiaramente formulato o chiaramente sentito della teoria degli affetti (in breve l'essenza stessa: uno stato d'animo, affetto - un colore sonoro), per il quale il clavicembalo era un mezzo di espressione ideale, cedette prima alla visione del mondo del sentimentalismo, poi a una direzione più forte: il classicismo e, infine, il romanticismo. In tutti questi stili, al contrario, l'idea di mutevolezza - sentimenti, immagini, stati d'animo - è diventata la più attraente e coltivata. E il pianoforte ha saputo esprimerlo. Il clavicembalo non poteva fare tutto questo in linea di principio, a causa delle peculiarità del suo design.

CLAVICEMBALO

Sicuramente ai concerti hai notato uno strumento musicale che sembra un pianoforte, ma è di dimensioni molto più ridotte, con diverse tastiere e un suono metallico che suona completamente diverso? Il nome di questo strumento è clavicembalo (derivato dalla parola francese). In ogni paese è chiamato in modo diverso: in Francia e in Russia è un clavicembalo, in Italia è un cembalo (e talvolta un clavichembalo), in Inghilterra è un clavicembalo. Il clavicembalo è uno strumento musicale a corde per tastiera il cui suono viene pizzicato.

suono, timbro:

Il suono del clavicembalo è difficile da confondere con qualsiasi altro strumento, è particolare, brillante e brusco. Non appena senti questo suono, appaiono immediatamente danze antiche, balli e nobili dame di corte in abiti magnifici con acconciature inimmaginabili. La principale differenza tra il clavicembalo è che il suo suono non può cambiare uniformemente nella dinamica, come altri strumenti. Per risolvere questo problema, i maestri hanno avuto l'idea di aggiungere altri registri, che vengono attivati con l'ausilio di interruttori e leve manuali. Si trovano ai lati della tastiera. Poco dopo sono comparsi gli interruttori a pedale per rendere più facile il gioco.
Fatti interessanti:

Il clavicembalo è sempre stato considerato uno strumento aristocratico che adornava salotti e sale. le persone più ricche Europa. Ecco perché ai vecchi tempi era realizzato con costosi tipi di legno, le chiavi erano ricoperte con lastre di guscio di tartaruga, madreperla e talvolta erano intarsiate con pietre preziose.
Hai notato che alcuni clavicembali hanno i tasti inferiori neri e i tasti superiori bianchi: tutto è esattamente l'opposto di quello di un pianoforte a coda o di un pianoforte? I clavicembali con questa colorazione chiave erano comuni in Francia nel XVII secolo. Come spiegano gli storici, una tale finitura della tastiera era associata allo stile galante prevalente nell'arte in quel momento: le mani bianche come la neve dei clavicembalisti sembravano molto eleganti e in rilievo su una tastiera nera.
Dapprima il clavicembalo fu posto sul tavolo, poco dopo gli artigiani aggiunsero bellissime gambe.
Un tempo, il direttore doveva sedersi al clavicembalo, riusciva a suonare con la mano sinistra e con la destra dirigeva i musicisti.
Cercando di ricreare il suono del clavicembalo, alcuni maestri sono andati al trucco. Quindi, nel pianoforte Red October, fatto in Tempo sovietico, il terzo pedale cala uno speciale tessuto sulle corde, a cui sono attaccate delle ance metalliche. I martelli li colpiscono e si verifica un suono caratteristico. Il pianoforte sovietico "Accord" ha lo stesso design.
Gli interruttori a pedale sul clavicembalo non apparvero fino al 1750.
Inizialmente la dinamica del suono veniva modificata raddoppiando e triplicando le corde, solo nel XVII-XVIII secolo si iniziarono a realizzare strumenti con 2 o anche 3 manuali posti uno sopra l'altro con registri diversi. In questo caso, il manuale superiore è stato accordato un'ottava più alta.
Per molto tempo, lo strumento del maestro italiano Hieronymus nel 1521 è stato considerato il clavicembalo più antico sopravvissuto fino ad oggi, ma in seguito è stato ritrovato un clavicembalo più antico, realizzato il 18 settembre 1515 da Vincentius di Livigimeno.
I clavicembali del XVI secolo erano prevalentemente di origine italiana (Venezia) ed erano realizzati in cipresso. Gli strumenti francesi con due tastiere (manuali) erano in noce.
La maggior parte dei clavicembali ha un registro di liuto, caratterizzato da un timbro nasale. Per ottenere questo suono, le corde venivano smorzate con pezzi di stoffa fatti di feltro o pelle.
Nel Medioevo, alla corte del re spagnolo Filippo II, esisteva un cosiddetto "clavicembalo felino". Era un dispositivo costituito da una tastiera e da una scatola rettangolare con diversi scomparti dove venivano collocati i gatti. Prima di allora, gli animali venivano toccati, calpestando la coda e disposti secondo le loro voci. Quindi le code degli sfortunati gatti venivano fissate sotto i tasti, quando venivano premuti, un ago vi si conficcava dentro. L'animale ha urlato forte e l'esecutore ha continuato a suonare la sua melodia. È noto che Perth I commissionò anche un "clavicembalo di gatto" per il suo gabinetto delle curiosità.
Il famoso clavicembalista francese F. Couperin ha un trattato "L'arte di suonare il clavicembalo", che viene utilizzato dai musicisti del nostro tempo.
Fu Couperin che iniziò a usare attivamente il pollice (primo dito) quando suonava il clavicembalo, prima i musicisti ne suonavano solo quattro e il quinto non era coinvolto. Questa idea è stata presto ripresa da altri artisti.
Il famoso interprete Handel, da bambino, fu costretto a esercitarsi a suonare il clavicembalo in soffitta, poiché suo padre era contrario alla carriera di musicista e sognava che avrebbe conseguito una laurea in giurisprudenza.
È interessante notare che l'azione del saltatore è stata descritta da W. Shakespeare nel suo 128° sonetto.
I musicisti che suonavano il clavicembalo erano chiamati clavieristi, poiché possedevano con successo anche l'organo e il clavicordo.
È interessante notare che la gamma del clavicembalo da concerto è ser. XVIII secolo era più ampio di quello del pianoforte, che lo soppiantò poco dopo

Strumento musicale: clavicembalo

Sicuramente ai concerti hai notato uno strumento musicale che sembra un pianoforte, ma è di dimensioni molto più ridotte, con diverse tastiere e un suono metallico che suona completamente diverso? Il nome di questo strumento è clavicembalo. In ogni paese è chiamato in modo diverso: in Francia e in Russia è un clavicembalo, in Italia è un cembalo (e talvolta un clavichembalo), in Inghilterra è un clavicembalo. Il clavicembalo è uno strumento musicale a corde per tastiera il cui suono viene pizzicato.

Suono

Foto:

Fatti interessanti

Il clavicembalo è sempre stato considerato uno strumento aristocratico che adornava i salotti e le sale delle persone più ricche d'Europa. Ecco perché ai vecchi tempi era realizzato con costosi tipi di legno, le chiavi erano ricoperte con lastre di guscio di tartaruga, madreperla e talvolta erano intarsiate con pietre preziose.
Hai notato che alcuni clavicembali hanno i tasti inferiori neri e i tasti superiori bianchi: tutto è esattamente l'opposto di quello di un pianoforte a coda o di un pianoforte? I clavicembali con questa colorazione chiave erano comuni in Francia nel XVII secolo. Come spiegano gli storici, una tale finitura della tastiera era associata allo stile galante prevalente nell'arte in quel momento: le mani bianche come la neve dei clavicembalisti sembravano molto eleganti e in rilievo su una tastiera nera.
Dapprima il clavicembalo fu posto sul tavolo, poco dopo gli artigiani aggiunsero bellissime gambe.

Un tempo, il direttore doveva sedersi al clavicembalo, riusciva a suonare con la mano sinistra e con la destra dirigeva i musicisti.
Cercando di ricreare il suono del clavicembalo, alcuni maestri sono andati al trucco. Così, nel pianoforte Red October, realizzato in epoca sovietica, il terzo pedale abbassa uno speciale tessuto sulle corde, a cui sono attaccate ance metalliche. I martelli li colpiscono e si verifica un suono caratteristico. Il pianoforte sovietico "Accord" ha lo stesso design.
Gli interruttori a pedale sul clavicembalo non apparvero fino al 1750.
Inizialmente la dinamica del suono veniva modificata raddoppiando e triplicando le corde, solo nel XVII-XVIII secolo si iniziarono a realizzare strumenti con 2 o anche 3 manuali posti uno sopra l'altro con registri diversi. In questo caso, il manuale superiore è stato accordato un'ottava più alta.
Per molto tempo, lo strumento del maestro italiano Hieronymus nel 1521 è stato considerato il clavicembalo più antico sopravvissuto fino ad oggi, ma in seguito è stato ritrovato un clavicembalo più antico, realizzato il 18 settembre 1515 da Vincentius di Livigimeno.
I clavicembali del XVI secolo erano prevalentemente di origine italiana (Venezia) ed erano realizzati in cipresso. Gli strumenti francesi con due tastiere (manuali) erano in noce.
La maggior parte dei clavicembali ce l'ha liuto registro, è caratterizzato da un timbro nasale. Per ottenere un tale suono, le corde venivano smorzate con pezzi di stoffa di feltro o pelle.
Nel Medioevo, alla corte del re spagnolo Filippo II, esisteva un cosiddetto "clavicembalo felino". Era un dispositivo costituito da una tastiera e da una scatola rettangolare con diversi scomparti dove venivano collocati i gatti. Prima di allora, gli animali venivano toccati, calpestando la coda e disposti secondo le loro voci. Quindi le code degli sfortunati gatti venivano fissate sotto i tasti, quando venivano premuti, un ago vi si conficcava dentro. L'animale ha urlato forte e l'esecutore ha continuato a suonare la sua melodia. È noto che Perth I commissionò anche un "clavicembalo di gatto" per il suo gabinetto delle curiosità.
Il famoso clavicembalista francese F. Couperin ha un trattato "L'arte di suonare il clavicembalo", che viene utilizzato dai musicisti del nostro tempo.
Fu Couperin che iniziò a usare attivamente il pollice (primo dito) quando suonava il clavicembalo, prima i musicisti ne suonavano solo quattro e il quinto non era coinvolto. Questa idea è stata presto ripresa da altri artisti.
Famoso interprete Händel, da bambino fu costretto a esercitarsi a suonare il clavicembalo in soffitta, poiché suo padre era contrario alla carriera di musicista e sognava che suo figlio si laureasse in giurisprudenza.
È interessante notare che l'azione del saltatore è stata descritta da W. Shakespeare nel suo 128° sonetto.
I musicisti che suonavano il clavicembalo erano chiamati clavieristi, poiché ne possedevano di più con successo corpo e clavicordo.
È interessante notare che la gamma del clavicembalo da concerto della metà del XVIII secolo era più ampia di quella del pianoforte, che lo soppiantò poco dopo.

Opere d'arte

È. Bach - Concerto per clavicembalo, archi e basso continuo in re maggiore (ascolta)

M. Corette - Concerto per clavicembalo e orchestra in re minore (ascolta)

GF Handel - Suite per clavicembalo n. 4 Sarabanda (ascolta)

Progetto

Esternamente, il clavicembalo assomiglia un po 'a un pianoforte. La forma triangolare allungata è completata da bellissime gambe e le corde in essa contenute sono disposte orizzontalmente, parallele ai tasti. Ogni chiave è dotata di uno spintore, a volte viene anche chiamato ponticello, una linguetta è fissata all'estremità superiore. Il suono del clavicembalo viene estratto con un pizzico. Quando si preme un tasto, si mettono in movimento delle linguette elastiche fatte di piume di uccello; quelle in plastica sono già state utilizzate nei modelli più moderni. Prendono una corda tesa e, a causa di ciò, si verifica un caratteristico suono pizzicato.

Storia delle origini

Le prime notizie su questo strumento sono solitamente attribuite al 1511, quindi si ritiene che sia sorto nel XVI secolo. Tuttavia, poco dopo c'era nuova informazione che nella fonte italiana del 1397 (“Decameron” di G. Boccacho) ci sono anche notizie sullo strumento. Maggior parte immagine antica datato 1425 - sull'altare a Minden.

Il clavicembalo deve la sua origine al salterio. Il design di questo antico predecessore è stato modificato ed è stato aggiunto un meccanismo a tastiera. I primi clavicembali non erano molto simili alla versione moderna. Erano di forma rettangolare e esternamente assomigliavano piuttosto a un clavicordo "libero", solo le corde erano di lunghezze diverse.

Un tempo, il clavicembalo era molto popolare e veniva utilizzato con successo in ensemble e orchestre. Nei secoli XVII-XVIII lo strumento si diffuse proprio come strumento solista. Il timbro peculiare del clavicembalo si adattava perfettamente a questo momento galante. A inizio XIX secolo, lo strumento è praticamente andato in disuso, fino a quando la cultura di suonarlo non è stata ripresa a cavallo tra il XIX e il XX secolo.

Varietà

Il nome "clavicembalo" appartiene a strumenti a tastiera con un'estensione fino a 5 ottave e con una forma simile ad un'ala. Esistono anche varietà più piccole dello strumento, che vengono fornite con un set di corde e la loro estensione raggiunge solo 4 ottave. Quindi, tra questi spiccano: la spinetta, in cui le corde sono disposte diagonalmente, la museruola è di forma rettangolare e le corde sono disposte rigorosamente perpendicolarmente alla tastiera. Inoltre, anche il virginale appartiene alle varietà.

Video: ascolta il clavicembalo

Devo confessare che sto parlando del clavicembalo come di un argomento per me profondamente personale. Suonandoci ormai da quasi quarant'anni, ho sviluppato un profondo attaccamento per certi autori e ho suonato nei concerti cicli completi di tutto ciò che hanno scritto per questo strumento. Prima di tutto, questo riguarda Francois Couperin e Johann Sebastian Bach. Questo, spero, servirà da scusa per le mie dipendenze, che, temo, non potrò evitare.

DISPOSITIVO

È nota una grande famiglia di corde per tastiera strumenti a pizzico. Differiscono per dimensioni, forma e risorse sonore (colorate). Quasi tutti gli artigiani che hanno realizzato tali strumenti ai vecchi tempi hanno cercato di aggiungere qualcosa di proprio al loro design.

C'è molta confusione su come si chiamassero. Nel più in termini generali gli strumenti sono divisi in base alla loro forma in longitudinali (che ricordano un piccolo pianoforte, ma con forme spigolose - il pianoforte ha forme arrotondate) e rettangolari. Certo, questa differenza non è affatto decorativa: con una diversa disposizione delle corde rispetto alla tastiera, il punto sulla corda in cui il pizzicato, caratteristico di tutti questi strumenti, ha un effetto molto significativo sul timbro del suono.

I. Vermeer di Delft. Donna seduta al clavicembalo
OK. 1673–1675 galleria Nazionale, Londra

Il clavicembalo è lo strumento più grande e complesso di questa famiglia.

in Russia dal XVIII secolo. il più diffuso nome francese strumento - clavicembalo ( clavecin), ma si trova, principalmente nella pratica musicale e accademica, e nell'italiano - cembalo ( clavicembalo; Sono noti anche nomi italiani clavicembalo, gravicembalo). Nella letteratura musicologica, soprattutto quando si tratta di musica barocca inglese, ci si imbatte senza traduzione nome inglese questo strumento clavicembalo.

Nel clavicembalo, la caratteristica principale dell'estrazione del suono è che il cosiddetto ponticello (in altre parole, lo spintore) è installato all'estremità posteriore del tasto, nella parte superiore del quale è fissata una piuma. Quando un musicista preme un tasto, la sua estremità posteriore si alza (perché il tasto è una leva) e il maglione si alza e la piuma pizzica la corda. Quando il tasto viene rilasciato, la piuma scivola silenziosamente grazie ad una molla che le permette di deviare leggermente.

tipi diversi strumenti a corda a tastiera

È interessante notare che la descrizione dell'azione del saltatore, e insolitamente accurata, è stata data da W. Shakespeare nel suo 128esimo sonetto. Tra le molte opzioni di traduzione, l'essenza del suonare il clavicembalo è più accuratamente - oltre al lato artistico e poetico - la traduzione di Modest Tchaikovsky:

Quando tu, musica mia, suoni,
Metti in moto queste chiavi
E, con le tue dita che le accarezzano così dolcemente,
La consonanza degli archi suscita ammirazione,
Poi con gelosia guardo le chiavi,
Come si aggrappano ai palmi delle tue mani;
Bocche che bruciano e desiderano un bacio
Guardano con invidia la loro audacia.
Ah, se il destino improvvisamente cambiasse
Io in fila di questi ballerini asciutti!
Sono contento che la tua mano sia scivolata su di loro, -
La loro senz'anima è più benedetta delle labbra vive.
Ma se sono felici, allora
Lascia che bacino le loro dita, lasciami baciare le loro labbra.

Di tutti i tipi di strumenti a corde pizzicate per tastiera, il clavicembalo è il più grande e il più complesso. Viene utilizzato sia come strumento solista che come accompagnamento. È indispensabile nella musica barocca come ensemble. Ma prima di parlare dell'enorme repertorio di questo strumento, occorre spiegare qualcos'altro nel suo design.

Sul clavicembalo, tutti i colori (timbri) e la dinamica (cioè la potenza del suono) sono stati originariamente fissati nello strumento stesso dal creatore di ogni singolo clavicembalo. In questo è in una certa misura simile a un organo. Sul clavicembalo, non puoi cambiare il suono cambiando la forza della chiave. Per fare un confronto: al pianoforte, tutta l'arte dell'interpretazione sta nella ricchezza del tocco, cioè nella varietà dei modi di premere o colpire il tasto.

Schema del meccanismo del clavicembalo

Riso. UN: 1. Stelo; 2. Ammortizzatore; 3. Jumper (spingitore); 4. Barra del registro; 5. Cervo;
6. Ponticello telaio (spingitore); 7. Chiave

Riso. B. Ponticello (spingitore): 1. Ammortizzatore; 2. Stringa; 3. Piuma; 4. Lingua; 5. Polster; 6. Primavera

Naturalmente, dipende dalla sensibilità del suonatore di clavicembalo se lo strumento suona musicalmente o "come una casseruola" (Voltaire lo ha detto approssimativamente). Ma la forza e il timbro del suono non dipendono dal clavicembalista, poiché tra il dito del clavicembalista e la corda c'è un complesso meccanismo di trasmissione sotto forma di un maglione e una piuma. Ancora, per confronto: sul pianoforte, la percussione del tasto influisce direttamente sull'azione del martello che colpisce la corda, mentre sul clavicembalo l'effetto sulla piuma è indiretto.

STORIA

Storia antica il clavicembalo va lontano nelle profondità dei secoli. Viene menzionato per la prima volta nel trattato di John de Muris Lo specchio della musica (1323). Una delle prime raffigurazioni del clavicembalo si trova nel Weimar Book of Wonders (1440).

Per molto tempo si è creduto che lo strumento più antico esistente fosse stato costruito da Geronimo di Bologna e datato 1521. È conservato a Londra, nel Victoria and Albert Museum. Ma in Ultimamente scoperto che esiste uno strumento di qualche anno più vecchio, anch'esso creato maestro italiano- Vincenzio di Livigimeno. Fu presentato a papa Leone X. La sua produzione iniziò, secondo l'iscrizione sulla cassa, il 18 settembre 1515.

Clavicembalo. Il libro delle meraviglie di Weimar. 1440

Per evitare la monotonia del suono, i maestri di clavicembalo, già in una fase iniziale dello sviluppo dello strumento, iniziarono a fornire a ciascuna chiave non una corda, ma due, ovviamente, di timbro diverso. Ma presto divenne chiaro che motivi tecnici Non è possibile utilizzare più di due set di corde per una tastiera. Quindi è nata l'idea di aumentare il numero di tastiere. Entro il 17 ° secolo i clavicembali musicalmente più ricchi sono strumenti a due tastiere (ovvero manuali, dal lat. manus- "mano").

Da un punto di vista musicale, tale strumento è il mezzo migliore per eseguire un repertorio barocco diversificato. Molte delle opere dei classici per clavicembalo sono state scritte appositamente per l'effetto di suonare su due tastiere, ad esempio alcune sonate di Domenico Scarlatti. F. Couperin prescrive espressamente nella prefazione alla terza raccolta dei suoi brani per clavicembalo di collocarvi i brani che chiama "Pezzi Croisé"(gioca con le [mani] incrociate). "I brani con un nome del genere", continua il compositore, "dovrebbero essere suonati su due tastiere, una delle quali dovrebbe suonare ovattata cambiando registro". Per coloro che non hanno un clavicembalo a due manuali, Couperin dà consigli su come suonare lo strumento con una sola tastiera. Ma in un certo numero di casi, il requisito di un clavicembalo a due manuali è una condizione indispensabile per un'esecuzione artistica a tutti gli effetti di una composizione. Così, sul frontespizio della raccolta contenente la famosa "Overture francese" e il "Concerto italiano", Bach indicava: "per un clavichembalo a due manuali".

Dal punto di vista dell'evoluzione del clavicembalo, due manuali si sono rivelati non il limite: conosciamo esempi di clavicembali a tre tastiere, anche se non conosciamo opere che richiederebbero categoricamente un tale strumento per la loro esecuzione. Piuttosto, questi sono i trucchi tecnici dei singoli produttori di clavicembali.

Il clavicembalo durante il suo brillante periodo di massimo splendore (XVII-XVIII secolo) era suonato da musicisti che possedevano tutti gli strumenti a tastiera allora esistenti, ovvero l'organo e il clavicordo (quindi erano chiamati claviers).

I clavicembali sono stati creati non solo dai produttori di clavicembali, ma anche dai costruttori di organi. Ed è stato naturale applicare nella costruzione del clavicembalo alcune idee fondamentali che erano già state ampiamente utilizzate nella progettazione degli organi. In altre parole, i costruttori di clavicembali hanno seguito il percorso dei costruttori di organi nell'espandere le risorse di registro dei loro strumenti. Se sull'organo si usavano sempre più serie di canne distribuite tra i manuali, allora sul clavicembalo si cominciò ad utilizzare un numero maggiore di serie di archi, anch'esse distribuite tra i manuali. In termini di volume, questi registri di clavicembalo non differivano molto, ma in termini di timbro erano piuttosto significativi.

Frontespizio della prima raccolta di musica
per virginale "Parthenia". Londra. 1611

Quindi, oltre a due serie di corde (una per ogni tastiera), che suonavano all'unisono e corrispondevano in altezza ai suoni registrati nelle note, potevano esserci registri di quattro piedi e di sedici piedi. (Anche la designazione dei registri è stata presa in prestito dai costruttori di clavicembali dai costruttori di organi: tubi gli organi sono indicati in piedi, e i registri principali corrispondenti alla notazione musicale sono i cosiddetti otto piedi, mentre le canne che emettono suoni un'ottava più alta di quella notata sono chiamate quattro piedi, un'ottava sotto - rispettivamente sedici piedi. Sul clavicembalo, nelle stesse misure, i registri formati dalle serie stringhe.)

Così, la gamma sonora di un grande clavicembalo da concerto della metà del XVIII secolo. non solo non era più stretto del pianoforte, ma anche più largo. E questo nonostante il fatto che la notazione musicale della musica per clavicembalo sembri più ristretta rispetto alla musica per pianoforte.

MUSICA

Entro il 18 ° secolo il clavicembalo ha accumulato un repertorio insolitamente ricco. Come strumento estremamente aristocratico, si diffuse in tutta Europa, avendo ovunque i suoi più brillanti apologeti. Ma se parliamo delle scuole più forti del XVI - inizio XVII secolo, allora dobbiamo prima di tutto nominare i virginalisti inglesi.

Non racconteremo qui la storia del virginale, noteremo solo che si tratta di un tipo di pizzicato da tastiera strumenti a corda, simile nel suono al clavicembalo. È interessante notare che in uno degli ultimi approfonditi studi sulla storia del clavicembalo ( Kottik E. Una storia del clavicembalo . Bloomington. 2003), il virginale, così come la spinetta (un'altra varietà), sono considerati in linea con l'evoluzione del clavicembalo vero e proprio.

Per quanto riguarda il nome del virginale, vale la pena notare che una delle etimologie proposte lo eleva all'inglese vergine e poi al latino Vergine, cioè "vergine", perché Elisabetta I, la regina vergine, amava suonare la virginale. Il virginale, infatti, è apparso anche prima di Elisabetta. L'origine del termine "virginel" è più corretta da portare da un'altra parola latina - vergine("bacchetta"), che indica lo stesso ponticello.

È interessante che sull'incisione decori il primo edizione a stampa musica per il virginale ("Parthenia"), il musicista è raffigurato nelle vesti di una vergine cristiana - S. Cecilia. A proposito, il nome stesso della collezione deriva dal greco. partenos che significa "vergine".

A decorare questa edizione, un'incisione dal dipinto dell'artista olandese Hendrik Goltzius “St. Cecilia". Tuttavia, l'incisore no riflesso speculare immagini sulla lavagna, quindi sia l'incisione stessa che l'esecutore si sono rivelati capovolti: la sua mano sinistra è molto più sviluppata della destra, che, ovviamente, non poteva essere un virginalista di quel tempo. Ci sono migliaia di tali errori nelle incisioni. L'occhio di un non musicista non se ne accorge, ma il musicista vede subito l'errore dell'incisore.

Alla musica dei virginalisti inglesi il fondatore del revival del clavicembalo nel 20° secolo ha dedicato diverse pagine meravigliose piene di entusiasmo. meravigliosa clavicembalista polacca Wanda Landowska: “Ella sgorgava da cuori più degni del nostro, e nutriva canzoni folk, vecchio musica inglese- ardente o sereno, ingenuo o patetico - canta la natura e l'amore. Lei esalta la vita. Se si rivolge al misticismo, glorifica Dio. Inconfondibilmente magistrale, è allo stesso tempo spontaneo e audace. Spesso sembra più moderno dell'ultimo e del più grande. Apri il tuo cuore al fascino di questa musica, sostanzialmente sconosciuta. Dimentica che è vecchia e non pensare che per questo sia privata del sentimento umano.

Queste righe sono state scritte all'inizio del XX secolo. Nel secolo scorso, molto è stato fatto per rivelare e apprezzare nella sua interezza l'inestimabile patrimonio musicale dei virginalisti. E quali sono questi nomi! I compositori William Bird e John Bull, Martin Pearson e Gil Farnaby, John Munday e Thomas Morley...

C'erano stretti contatti tra Inghilterra e Paesi Bassi (lo testimonia già l'incisione "Parthenia"). I clavicembali e le virginelle dei maestri olandesi, in particolare della dinastia Ruckers, erano ben noti in Inghilterra. Allo stesso tempo, stranamente, gli stessi Paesi Bassi non possono vantare una scuola di composizione così brillante.

Nel continente le originarie scuole di clavicembalo erano italiana, francese e tedesca. Citeremo solo tre dei loro principali rappresentanti: Francois Couperin, Domenico Scarlatti e Johann Sebastian Bach.

Uno dei segni chiari ed evidenti del dono di un compositore eccezionale (che vale per qualsiasi compositore di qualsiasi epoca) è lo sviluppo del proprio, puramente personale, stile unico espressioni. E nella massa totale di innumerevoli scrittori, non ci saranno così tanti veri creatori. Questi tre nomi appartengono certamente ai creatori. Ognuno di loro ha il proprio stile unico.

Francois Couperin

Francois Couperin(1668–1733) - vero poeta clavicembalo. Probabilmente potrebbe considerare se stesso uomo felice: tutte (o quasi tutte) le sue opere per clavicembalo, cioè esattamente ciò che costituisce la sua gloria e importanza globale, sono stati da lui pubblicati e formano quattro volumi. Così, abbiamo un'idea esaustiva della sua eredità di clavicembalo. L'autore di queste righe ha avuto la fortuna di esibirsi ciclo completo opere per clavicembalo di Couperin in otto programmi dei concerti che sono stati presentati in un festival della sua musica tenutosi a Mosca sotto il patrocinio del Sig. Pierre Morel, Ambasciatore di Francia in Russia.

Mi dispiace di non poter prendere per mano il mio lettore, condurlo al clavicembalo e suonare, ad esempio, la Masquerade francese di Couperin o le Maschere del domino. Quanto fascino e bellezza in esso! Ma quanta profondità psicologica pure. Qui ogni maschera ha un certo colore e - cosa molto importante - carattere. Le osservazioni dell'autore spiegano le immagini ei colori. Ci sono dodici maschere (e colori) in totale, e appaiono in una certa sequenza.

Già una volta ho avuto motivo di ricordare questa commedia di Couperin in relazione alla storia del "Quadrato nero" di K. Malevich (vedi Art, n. 18/2007). Il fatto è che la combinazione di colori di Couperin, a partire dal bianco (la prima variazione, che simboleggia la verginità), termina con una maschera nera (Furia o Disperazione). Quindi i due creatori epoche diverse E varie arti ha creato opere dal significato profondamente simbolico: per Couperin, questo ciclo simboleggia i periodi vita umana- l'età di una persona (dodici per il numero di mesi, ciascuno per sei anni - questa è un'allegoria conosciuta in epoca barocca). Di conseguenza, Couperin ha una maschera nera, Malevich ha un quadrato nero. In entrambi, la comparsa del nero è il risultato dell'azione di molte forze. Malevich ha dichiarato senza mezzi termini: "Considero il bianco e il nero derivati da combinazioni di colori e colori". Couperin ci ha presentato questa gamma colorata.

È chiaro che Couperin disponeva di clavicembali meravigliosi. Ciò non sorprende: dopotutto, era il clavicembalista di corte di Luigi XIV. Gli strumenti, con il loro suono, hanno saputo trasmettere tutta la profondità delle idee del compositore.

Domenico Scarlatti(1685-1757). Questo compositore ha uno stile completamente diverso, ma proprio come Couperin, una grafia inconfondibile è il primo ed evidente segno di genialità. Questo nome è indissolubilmente legato al clavicembalo. Anche se nella sua giovinezza Domenico ha scritto musica diversa, in seguito divenne famoso proprio come autore di un numero enorme (555) di sonate per clavicembalo. Scarlatti ha straordinariamente ampliato le possibilità esecutive del clavicembalo, ha introdotto una portata virtuosistica senza precedenti nella tecnica di suonarlo.

Una sorta di parallelo con Scarlatti nella successiva storia della musica per pianoforte è l'opera di Franz Liszt, che, come sapete, ha studiato in modo specifico le tecniche esecutive di Domenico Scarlatti. (A proposito, poiché stiamo parlando di parallelismi con l'arte del pianoforte, anche Couperin ha avuto un erede spirituale in un certo senso - questo, ovviamente, era F. Chopin.)

La seconda metà della vita di Domenico Scarlatti (da non confondere con suo padre, il famoso italiano compositore d'opera Alessandro Scarlatti) era il clavicembalista di corte della regina di Spagna Maria Barbara, e la stragrande maggioranza delle sue sonate furono scritte appositamente per lei. Possiamo tranquillamente concludere che era un'eccellente clavicembalista se suonava queste sonate a volte estremamente tecniche.

I. Vermeer di Delft. La ragazza alla spinetta. OK. 1670. Collezione privata

A questo proposito, ricordo una lettera (1977) che ho ricevuto dall'eccezionale clavicembalista ceco Zuzanna Ruzickova: “Caro signor Maikapar! Ho una richiesta per te. Come sai, ora c'è molto interesse per i clavicembali autentici e ci sono molte discussioni su questo. Uno dei documenti chiave nella discussione su questi strumenti in relazione a D. Scarlatti è il dipinto di Vanloo, che raffigura Maria Barbara del Portogallo, moglie di Filippo V. (Z. Ruzickova si sbagliava - Maria Barbara era la moglie di Ferdinando VI , figlio di Filippo V. - SONO.). Rafael Pouyana (un importante clavicembalista francese contemporaneo - SONO.) ritiene che il dipinto sia stato dipinto dopo la morte di Maria Barbara e quindi non possa essere una fonte storica. Il dipinto si trova all'Eremo. Sarebbe molto importante se potessi inviarmi i documenti su questo dipinto”.

Frammento. 1768. Eremo, San Pietroburgo

L'immagine su cui in questione in una lettera, - "Sextet" L.M. Vanloo (1768).

È nell'Hermitage, nel magazzino del dipartimento dei francesi pittura XVIII secolo. Il custode del dipartimento I.S. Nemilova, avendo saputo dello scopo della mia visita, mi ha accompagnato in una grande stanza, o meglio una sala, dove ci sono dipinti che non erano inclusi nella mostra principale. Quante opere di grande interesse dal punto di vista dell'iconografia musicale, si scopre, sono conservate qui! Uno dopo l'altro, abbiamo proposto grandi cornici, su cui sono stati installati 10-15 dipinti, considerati soggetti di nostro interesse. E infine, "Sextet" L.M. Vanloo.

Secondo alcuni rapporti, questo dipinto raffigura la regina spagnola Maria Barbara. Se questa ipotesi fosse provata, allora potremmo avere un clavicembalo suonato dallo stesso Scarlatti! Quali sono le ragioni da riconoscere nella clavicembalista raffigurata nel dipinto di Vanloo, Maria Barbara? Innanzitutto, mi sembra che ci sia davvero somiglianza tra la dama qui raffigurata e famosi ritratti Maria Barbara. In secondo luogo, Vanloo ha vissuto alla corte spagnola per un tempo relativamente lungo e, quindi, potrebbe benissimo dipingere un quadro su un tema della vita della regina. In terzo luogo, è noto anche un altro nome per il dipinto: "Concerto spagnolo" e, in quarto luogo, alcuni musicologi stranieri (ad esempio K. Zaks) sono convinti che Maria Barbara sia nel dipinto.

Ma Nemilova, come Rafael Puyana, dubitava di questa ipotesi. Il dipinto fu dipinto nel 1768, cioè dodici anni dopo la partenza dell'artista dalla Spagna e dieci anni dopo la morte di Maria Barbara. La storia del suo ordine è nota: Caterina II comunicò a Vanloo tramite il principe Golitsyn il desiderio di avere un suo dipinto. Quest'opera è arrivata subito a San Pietroburgo ed è stata tenuta qui tutto il tempo, Golitsyn l'ha regalata a Catherine come "Concerto". Per quanto riguarda il nome "Concerto spagnolo", i costumi spagnoli in cui sono raffigurati i personaggi hanno avuto un ruolo nel suo aspetto e, come ha spiegato Nemilova, si tratta di costumi teatrali, e non quelli che erano allora di moda.

W. Landowska

Nella foto, ovviamente, attira l'attenzione il clavicembalo, uno strumento a due manuali con una caratteristica della prima metà del XVIII secolo. la colorazione dei tasti, inversa a quella moderna (quelli che sono neri sul pianoforte sono bianchi su questo clavicembalo, e viceversa). Inoltre, mancano ancora i pedali per spostare i registri, sebbene all'epoca fossero già noti. Questo miglioramento si trova sulla maggior parte dei moderni clavicembali da concerto a doppio manuale. La necessità di cambiare registro a mano ha dettato un certo approccio alla scelta della registrazione sul clavicembalo.

Allo stato attuale, due direzioni sono chiaramente definite nella pratica esecutiva: i sostenitori della prima credono che tutte le possibilità moderne dello strumento debbano essere utilizzate (tale opinione è stata sostenuta, ad esempio, da V. Landowska e, tra l'altro, Zuzanna Ruzickova) , altri lo credono, esibendosi musica antica su un clavicembalo moderno, non si dovrebbe andare oltre quei mezzi esecutivi, sulla base dei quali scrivevano gli antichi maestri (come pensano Erwin Bodki, Gustav Leonhardt, lo stesso Rafael Puyana e altri).

Dato che abbiamo prestato tanta attenzione al dipinto di Vanloo, notiamo che l'artista stesso, a sua volta, si è rivelato essere un personaggio in un ritratto musicale: si conosce un brano per clavicembalo compositore francese Jacques Dufly, che si chiama Vanloo.

Johann Sebastian Bach

Johann Sebastian Bach(1685-1750). Il suo patrimonio di clavicembali è di eccezionale valore. La mia esperienza nell'eseguire nei concerti tutto ciò che è stato scritto da Bach per questo strumento testimonia che la sua eredità si inserisce in quindici (!) programmi di concerti. Allo stesso tempo, i concerti per clavicembalo e archi devono essere contati separatamente, così come la mole di opere d'insieme, impensabili senza il clavicembalo.

Va riconosciuto che nonostante tutta l'unicità di Couperin e Scarlatti, ognuno di loro ha coltivato uno stile individuale. Bach era universale. Il già citato "Concerto italiano" e "Ouverture francese" sono esempi dello studio di Bach della musica di queste scuole nazionali. E questi sono solo due esempi, nei loro nomi che riflettono la consapevolezza di Bach. Qui puoi aggiungere il suo ciclo di "suite francesi". Si potrebbe speculare sull'influenza inglese nelle sue suite inglesi. E quanti campioni musicali stili diversi in quelle delle sue opere che non lo riflettono nei titoli, ma si concludono nella musica stessa! Inutile dire quanto ampiamente la sua tradizione clavicembalistica nativa tedesca sia sintetizzata nel suo lavoro.

Non sappiamo esattamente quali clavicembali suonasse Bach, ma sappiamo che era interessato a tutte le innovazioni tecniche (compreso l'organo). Il suo interesse per l'ampliamento delle possibilità esecutive del clavicembalo e di altre tastiere è dimostrato più chiaramente dal famoso ciclo di preludi e fughe in tutte le tonalità "The Well-Tempered Clavier".

Bach era un vero maestro del clavicembalo. I. Forkel, il primo biografo di Bach, riferisce: “Nessuno poteva sostituire le piume logore del suo clavicembalo con quelle nuove in modo che fosse soddisfatto - l'ha fatto lui stesso. Accordava sempre lui stesso il suo clavicembalo, ed era così abile in questo che l'accordatura non gli impiegava mai più di un quarto d'ora. Con il suo metodo di accordatura, aveva a disposizione tutte le 24 chiavi e, improvvisando, ne faceva quello che voleva.

Già durante la vita del geniale creatore della musica per clavicembalo, il clavicembalo iniziò a perdere terreno. Nel 1747, quando Bach visitò il re di Prussia, Federico il Grande, a Potsdam, gli diede un tema da improvvisare, e Bach, a quanto pare, stava già improvvisando sul “pianoforte” (così si chiamava il nuovo strumento a quel tempo tempo) - uno dei quattordici o quindici, che furono realizzati per il re da un amico di Bach, il famoso maestro d'organo Gottfried Zilberman. Bach ne approvava il suono, anche se prima non gli piaceva il pianoforte.

Mozart scriveva ancora per il clavicembalo nella sua prima giovinezza, ma nel complesso il suo lavoro più clavicembalo è, naturalmente, diretto verso il pianoforte. Indicavano gli editori delle prime composizioni di Beethoven frontespizi che le sue sonate (immaginate, anche la Pathetique, pubblicata nel 1799) siano destinate "per clavicembalo o pianoforte". Gli editori sono andati al trucco: non volevano perdere quei clienti che avevano vecchi clavicembali nelle loro case. Ma sempre più spesso dei clavicembali rimaneva solo il corpo: il "ripieno" del clavicembalo veniva rimosso in quanto non necessario e sostituito con una nuova meccanica a martello, cioè pianoforte.

Sorge la domanda: perché questo strumento, che aveva una storia così lunga e un patrimonio artistico così ricco, fosse alla fine del XVIII secolo. estromesso dalla pratica musicale e sostituito dal pianoforte? E non solo espulso, ma completamente dimenticato nel XIX secolo? E dopotutto, non si può dire che quando iniziò questo processo di spostamento del clavicembalo, il pianoforte fosse nelle sue qualità lo strumento migliore. Piuttosto il contrario! Carl Philipp Emanuel Bach, uno dei figli maggiori di Johann Sebastian, scrisse il suo doppio concerto per clavicembalo e pianoforte con un'orchestra, con l'intenzione di dimostrare in prima persona i vantaggi del clavicembalo rispetto al pianoforte.

C'è solo una risposta: la vittoria del pianoforte sul clavicembalo è diventata possibile in condizioni di cambiamento radicale delle preferenze estetiche. L'estetica barocca, che si basa su un concetto chiaramente formulato o chiaramente sentito della teoria degli affetti (brevemente l'essenza: uno stato d'animo, simulare, - una pittura sonora), per la quale il clavicembalo era un mezzo di espressione ideale, lasciò il posto prima alla visione del mondo del sentimentalismo, poi a una direzione più forte: il classicismo e, infine, il romanticismo. In tutti questi stili, il più attraente e colto era, al contrario, l'idea mutevolezza- sensazioni, immagini, stati d'animo. E il pianoforte ha saputo esprimerlo.

Questo strumento ha acquisito un pedale con le sue fantastiche capacità ed è diventato capace di creare incredibili salite e cadute di sonorità ( crescendo E diminuendo). Il clavicembalo non poteva fare tutto questo in linea di principio, a causa delle peculiarità del suo design.

Fermiamoci e ricordiamo questo momento in modo da poter iniziare la nostra prossima conversazione con esso - sul pianoforte, e in particolare sul grande concerto pianoforte a coda, cioè lo "strumento regale", il vero maestro di tutta la musica romantica.

Nella nostra storia, storia e modernità si mescolano, poiché oggi il clavicembalo e altri strumenti di questa famiglia si sono rivelati insolitamente comuni e richiesti a causa dell'enorme interesse per la musica del Rinascimento e del Barocco, cioè il tempo in cui si sorsero e sopravvissero alla loro età dell'oro.

Musicista che si esibisce opere musicali sia sul clavicembalo che sulle sue varietà è chiamato clavicembalista.

Origine

La prima menzione di uno strumento tipo clavicembalo appare in una fonte del 1397 da Padova (Italia), la prima immagine conosciuta è su un altare a Minden (1425). Come strumento solista, il clavicembalo rimase in uso fino alla fine del XVIII secolo. Poco più a lungo è stato utilizzato per eseguire il basso digitale, per accompagnare i recitativi nelle opere. Intorno al 1810 cadde praticamente in disuso. La rinascita della cultura del suonare il clavicembalo iniziò a cavallo tra il XIX e il XX secolo.

I clavicembali del XV secolo non sono sopravvissuti. A giudicare dalle immagini, si trattava di strumenti corti con un corpo pesante. La maggior parte dei clavicembali del XVI secolo sopravvissuti furono realizzati in Italia, dove Venezia era il centro principale della loro produzione.

Avevano un registro 8' (meno spesso due registri 8' e 4'), si distinguevano per la loro eleganza. Il loro corpo era spesso fatto di cipresso. L'attacco su questi clavicembali era più distinto e il suono più brusco di quello dei successivi strumenti fiamminghi.

Il più importante centro di produzione di clavicembali in Europa settentrionale era Anversa, dove i rappresentanti della famiglia Ruckers lavoravano dal 1579. I loro clavicembali hanno corde più lunghe e corpi più pesanti degli strumenti italiani. Dal 1590 ad Anversa vengono prodotti clavicembali con due manuali. I clavicembali francesi, inglesi e tedeschi del XVII secolo combinano le caratteristiche dei modelli fiamminghi e olandesi.

Sono sopravvissuti alcuni clavicembali francesi a due manuali con corpo in noce. Dal 1690 in Francia sono stati prodotti clavicembali dello stesso tipo degli strumenti di Rookers. Tra i maestri di clavicembalo francesi si distinse la dinastia dei Blanchet. Nel 1766 Taskin ereditò la bottega di Blanche.

I produttori di clavicembali inglesi più significativi nel XVIII secolo furono Schudy e la famiglia Kirkman. I loro strumenti avevano un corpo di quercia rivestito in compensato e si distinguevano per un suono forte di timbro ricco. Nella Germania del XVIII secolo, il centro principale per la produzione di clavicembali era Amburgo; tra gli strumenti realizzati in questa città con registri 2' e 16', oltre che con 3 manuali. Il modello insolitamente lungo del clavicembalo è stato progettato da J. D. Dülcken, uno dei principali artigiani olandesi del XVIII secolo.

Nella seconda metà del XVIII secolo, il clavicembalo iniziò ad essere espulso. Intorno al 1809, la ditta Kirkman produsse il suo ultimo clavicembalo. L'iniziatore del revival dello strumento fu A. Dolmech. Costruì il suo primo clavicembalo nel 1896 a Londra e presto aprì laboratori a Boston, Parigi, Heislemere.

Il rilascio di clavicembali fu stabilito anche dalle ditte parigine Pleyel ed Erard. Pleyel iniziò a produrre un modello di clavicembalo con una struttura in metallo che trasportava corde spesse e tese; Wanda Landowska ha formato un'intera generazione di clavicembalisti su questo tipo di strumento. Gli artigiani di Boston Frank Hubbard e William Dyde furono i primi a copiare clavicembali antichi.

Dispositivo

Ha la forma di un triangolo oblungo. Le sue corde sono disposte orizzontalmente, parallele ai tasti.

Alla fine di ogni tasto c'è un pusher (o jumper). All'estremità superiore dello spintore è una langetta in cui è fissato un plettro (lingua) di una penna (su molti strumenti moderni- in plastica), appena sopra il plettro - uno smorzatore in feltro o morbida pelle. Quando si preme il tasto, lo spintore si alza, il plettro pizzica la corda. Se il tasto viene rilasciato, il meccanismo di rilascio consentirà al plettro di tornare al suo posto sotto la corda senza dover pizzicare nuovamente la corda. La vibrazione della corda è smorzata da uno smorzatore.

Per la registrazione, ad es. vengono utilizzati cambiamenti nella forza e nel timbro del suono, interruttori manuali e a pedale. Non è possibile aumentare e diminuire dolcemente il volume sul clavicembalo. Nel XV secolo l'estensione del clavicembalo era di 3 ottave (mancavano alcune note cromatiche nell'ottava inferiore); nel XVI secolo si espanse a 4 ottave (Do - Do"`), nel XVIII secolo a 5 ottave (Fa` - Fa"`).

Un tipico clavicembalo tedesco o olandese del XVIII secolo ha 2 manuali (tastiere), 2 set di corde da 8" e un set di corde da 4" (che suonano un'ottava più alta), che possono essere usati singolarmente o insieme, nonché un meccanismo di copulazione manuale . I cambi del piede e del ginocchio apparvero alla fine del 1750. La maggior parte degli strumenti ha un cosiddetto. il registro di liuto dal caratteristico timbro nasale (per ottenerlo le corde vengono leggermente smorzate da colpi di cuoio o feltro mediante un apposito meccanismo).

Compositori che hanno composto musica per clavicembalo

Francois Couperin il Grande
Luigi Couperin
Luigi Marchand
Jean-Philippe Rameau
Johann Sebastian Bach
Giovanni Pachelbel
Dietrich Buxtehude
Girolamo Frescobaldi
Johann Jakob Fröberger
Georg Friedrich Händel
Guglielmo Uccello
Henry Purcell
Johann Adam Reinecke
Domenico Scarlatti
Alessandro Scarlatti
Mattia Weckmann
Domenico Zipoli